da anarchaos
riceviamo e pubblichiamoDalle 18.00 presidio fuori le mura del carcere di Teramo, in contrada Castrogno.
In solidarietà con Giulia, detenuta per l'operazione "Ardire", ed in solidarietà con tutti i detenuti
La società in cui viviamo, tutta, è un carcere a cielo aperto. Dai luoghi di educazione, di lavoro e di culto religioso, fino ad arrivare ai CIE e agli OPG. Per non parlare delle più velate, ma non meno costrittive gabbie morali, stereotipi comportamentali e di “modo di vivere” a cui dobbiamo attenerci. Il carcere è la forma più emblematica, nonché estrema, di coercizione. Lo Stato, con le sue leggi delimita il recinto entro cui possiamo muoverci, stabilendo ciò che è lecito, da ciò che non lo è, il legale dall’illegale. Il possibile dall’impossibile. Chi osa l’impossibile finisce dentro.
Chi con la sua vita, con il suo modo di essere non contribuisce all’interesse statale, è scomodo. Chi non è utile alla società – e al capitale – è un surplus. Dai migranti in cerca di una vita migliore, a chi vive ai margini della società, da chi non ha o non vuole un lavoro, a chi non si adatta agli stereotipi sociali, per tutte queste persone la soluzione è il carcere.
La galera funge da discarica umana degli sfruttati, dei reietti, degli esclusi. Lo scopo della reclusione è il così detto “reinserimento sociale”, un lavaggio del cervello per rientrare nei canoni accettabili per lo Stato. La galera annienta la persona in quanto potenzialmente pericolosa. A volte l’annientamento significa morte. Il suicidio in carcere, gesto estremo di non sopportazione, è aumentato a livelli esponenziali. Testimonianza ne sono i due suicidi avvenuti nel carcere di Teramo lo scorso fine settimana ed il tentato suicidio d’inizio settimana. Di carcere si muore, giorno dopo giorno, o tutto in una volta. Un carcere così detto umano non esiste, non può esistere. Il carcere non può essere riformato, ma solo abbattuto. Perché una società che è essa stessa carcere, e che senza di esso non potrebbe andare avanti, noi la vogliamo solo distruggere. Perché da questa società niente di bello potrà mai venire fuori, perché è la negazione della vita e della libertà.
Per chi la libertà la sogna e la insegue, per tutti quegli individui, per cui la libertà non è solo una parola, ma si concretizza nella lotta contro questo esistente; per coloro che portano avanti l’attacco diretto contro strutture del potere e contro i suoi responsabili, soprattutto per loro il carcere delle volte è la punizione che lo Stato gli riserva. È di qualche settimana fa l’ultimo attacco repressivo dello Stato, che con l’operazione “Ardire” ha portato all’arresto di otto anarchici e anarchiche in tutta Italia, più due compagni già detenuti all’estero. Una compagna, Giulia, arrestata in questa operazione è attualmente detenuta a Teramo, nel carcere di Castrogno. Con la nostra presenza sotto questo carcere vogliamo portare solidarietà a Giulia, a tutti i compagni arrestati e prigionieri dello Stato e a tutte le detenute ed i detenuti costretti ogni giorno dentro queste mura.
Terrorista è lo Stato, terrorista è chi uccide, chi bombarde, chi sfrutta e opprime.
Non chi lotta contro tutto ciò.
LIBERTA’ PER GIULIA, PAOLA, STEFANO, SERGIO, ALESSANDRO, MARCO, GABRIEL, ELISA, KATIA, GIUSEPPE.
TUTTI/E LIBERI/E
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