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domenica 1 luglio 2012

Amazzonia, il comunicato stampa delle tribù in guerra contro la diga di Belo Monte



da blogeko


Le tribù dell’Amazzonia che stanno occupando e bloccando il cantiere della diga di Belo Monte – un’opera da 17 miliardi di dollari, uno sfregio di pari entità alla foresta pluviale – hanno diffuso, ebbene sì, un comunicato stampa via internet.
Chiedono agli uomini bianchi di fornire mezzi di trasporto agli indigeni che stanno accorrendo in zona, ma di non interferire, per il resto, nell’azione.
In altre parole: è la loro terra, non vogliono ingerenze e soprattutto non vogliono che la loro azione sia strumentalizzata insinuando che qualcuno li stia manipolando. Chapeau.
Ma come fanno le tribù dell’Amazzonia a diffondere un comunicato stampa via internet? E’ una storia veramente bella, a mio parere.
Il portavoce degli occupanti, Mukuka Xikrin, ha parlato. Amazon Watch (un’organizzazione non profit che dal 1996 protegge l’Amazzonia e i diritti delle popolazioni locali) ha tradotto in inglese e diffuso, precisando che, a richiesta, è possibile ascoltare la registrazione audio.
Mukuka Xikrin dice che stanno occupando il cantiere le tribù Xikrin, Arara e Juruna e che è in arrivo la tribù Parakana.
Tuttavia, prosegue, molte altre tribù stanno cercando mezzi di trasporto per giungere rapiamente sul posto: in questo, e solo in questo, gli indigeni dell’Amazzonia chiedono aiuto all’esterno, dopo che da soli hanno deciso di agire e dopo che da soli hanno occupato il cantiere.
Le tribù – aggiungo io – stanno difendendo la loro terra e la loro acqua. Ma anche un pezzo considerevole della foresta che rappresenta i polmoni del pianeta.
La diga di Belo Monte mira a produrre energia elettrica in quantità pari ai bisogni di 23 milioni di abitazioni. Capterà la maggior parte dell’acqua dello Xingu, uno dei maggiori affluenti del Rio delle Amazzoni, trasformando in un acquitrino circa 150 chilometri del suo corso.
Immediatamente a monte della diga – che in base ai progetti sarà la terza più grande del mondo – verrà creato un bacino artificiale allagando 500 chilometri quadrati di foresta, pari ad un sesto della Valle d’Aosta.
Si calcola che oltre 12.000 persone vengano costrette ad abbandonare la terra dove hanno sempre vissuto.
La diga inoltre sconvolgerà il paesaggio e l’assetto idrografico di un territorio sul quale abitano circa 40.000 persone. Hanno sempre contato sullo Xingu per bere, cucinare e pescare.
Su Amazon Watch Belo Monte, il comunicato del portavoce degli occupanti
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