da culmine
In una cronologia delle azioni della Federazione Anarchica Informale, pubblicata da “la Stampa” del 24 maggio 2012 (in pdf), viene citato il compagno Gabriel Pombo da Silva. In pratica, il giornalista insinua che l’avallo ad “alzare il tiro” (termine sbirresco) sia venuto dopo la richiesta di un parere al nostro compagno, prigioniero nelle carceri tedesche.
Ricostruzione ridicola e stupida. I pennivendoli, gli analisti e gli inquirenti mentono alla grande nella fabbricazione di tali ricostruzioni. Un anarchico, dal più pacifista al più violento, non ha bisogno di chiedere a nessuno cosa fare, come agire. La balla degli anarchici che solo adesso sarebbero capaci di uccidere è clamorosa. Gaetano Bresci, Renzo Novatore, Severino Di Giovanni…, potremmo andare avanti per centinaia di pagine, cosa hanno fatto?
La vera ragione di queste false ricostruzioni è quella di preparare il terreno alla prossima grande retata repressiva a livello internazionale, colpendo in particolare i nostri compagni prigionieri nelle carceri europee. Non è un caso che proprio in questo periodo Gabriel non riesca più a contattare i compagni italiani.
Un forte abbraccio solidale a Gabriel!
Culmine, 03 giugno 2012
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Primi ferimenti. Si alza il tiro: si può uccidere?
Gli ordigni si fanno sempre più potenti e ci sono i primi ferimenti.
Nel 2005 una vigilessa di Torino, nel 2006 tocca al direttore di Torino Cronaca, nel 2010 a un postino a Milano. A Natale 2006 un gruppo FAI contatta in carcere l’anarchico Gabriel Pombo da Silva e gli domanda: è lecito ferire o uccidere? Risposta: “E’ più una questione sul metodo tecnico utilizzato (il pacco esplosivo) che di metodologia (l’attacco armato) di per sé…”. Il tiro s’è alzato.
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