da osservatoriorepressione.org
Il prossimo 10 aprile dodici persone, dovranno presentarsi in tribunale per rispondere al reato di occupazione abusiva di uno stabile all'interno dell'ex manicomio dell'Aquila, lo spazio autogestito di CaseMatte, nato nel Settembre 2009 ad opera del comitato 3e32. Un piccolo edificio all'interno dell'ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, di proprietà dell'azienda sanitaria, abbandonato per anni e ora invece divenuto, in una città sempre più anonima e dispersiva, un punto di riferimento fondamentale. “Uno spazio riqualificato esclusivamente con le nostre forze e senza finanziamenti pubblici – scrive il 3e32 in un comunicato diffuso ieri - per rispondere a bisogni reali di carattere sociale, abitativo e politico, che le istituzioni non riescono a garantire”. Oggi sintetizzare il percorso di CaseMatte inizia ad essere impresa abbastanza complicata per la densità della sua storia, inscindibile da quella del 3e32 che si formò pochi giorni dopo il terremoto devastante del 6 Aprile 2009. Proprio il mese di Settembre di quell'anno doveva essere secondo la propaganda dell'allora Premier Silvio Berlusconi, il mese delle case per tutti e della ripresa della città. Significò invece solo la forzata chiusura dei campi tenda e l'ennesima deportazione di migliaia di aquilani sulla costa. Insomma la continuazione in forma accentuata dello stato d'eccezione in cui dopo il terremoto si era precipitati. Un stato in cui i diritti democratici erano sospesi e tutto era finalizzato a chiudere con drammatici giochi di prestigio la narrazione berlusconiana sul miracolo della ricostruzione. Fu in questa cornice che il comitato 3e32 si spostò dalla tendopoli autogestita di Via Strinella nell'ex OP di ColleMaggio, una zona abbandonata da prima del sisma. In questo modo si assicurò la sua sopravvivenza e la continuità del percorso di ricostruzione fuori dall'emergenza drogata della protezione civile di Guido Bertolaso e la sua Direzione di Comando e Controllo. Fuori dal modello imposto dal governo e le sue new-town, asettici quartieri fantasma dove gli aquilani sono tutt'ora costretti a vivere lontano dalla loro vera città. Purtroppo lo sforzo fatto dal 3e32 non ha trovato una sponda favorevole nel manager della Asl Giancarlo Silveri, espressione della nuova maggioranza regionale di centro-destra e subentrato nel Dicembre 2009 a Robero Marzetti, che invece aveva accolto l'occupazione in maniera più positiva.“Silveri – continua il comunicato del 3e32 - ha sempre rifiutato ogni forma di dialogo, e forse preferirebbe che a Collemaggio rimanesse l'abbandono e il degrado, per svendere l'area insieme a tutta la sanità pubblica. Nella città delle speculazioni, dei mancati miracoli, della mancanza di progettualità e del vuoto sociale – scrive ancora il 3e32 - per noi 'riprendiamoci la città' non ha rappresentato solo uno slogan, ma una pratica quotidiana. Dovevamo farlo, e l'abbiamo fatto. Per noi è legittima la riappropriazione degli spazi pubblici, così com'è legittimo invadere la zona rossa con le carriole, manifestare sotto i palazzi del potere a Roma, occupare l'autostrada e contestare il commissariamento. Tutti momenti che hanno portato finora a più di sessanta denunciati”. Una quantità di denunce da cui affiora la volontà di soffocare e inibire la spinta dal basso mai mancata da dopo il sisma, e che si è sempre contrapposta alla logica delle cricche di affari che invece hanno gioco più facile. “Ci sembra di esser finiti in una realtà ribaltata – denuncia il 3e32 - in cui una ricostruzione inesistente diventa visibile grazie agli effetti spettacolari dei progetti c.a.s.e., degli annunci dei commissari e dei teatrini di potere, mentre quelle tante piccole-grandi ricostruzioni legate al lavoro quotidiano sono bandite, costrette a rendersi invisibili e a nascondersi per non essere denunciate”. Ma se questa è una triste constatazione è altrettanto vero che CaseMatte e il 3e32 sono ancora lì e proprio in questi giorni stanno ricevendo la solidarietà di una grossa fetta della città pronta a difenderli e anche di alcune forze politiche. Forse il processo del prossimo Aprile potrebbe essere non un punto di arrivo ma di ripartenza.
Alessandro Tettamanti da Liberazione
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