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mercoledì 11 luglio 2012

L’oro non si beve. Conga, la sanguinosa guerra per l’acqua contro una miniera

da http://blogeko.iljournal.it

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L’oro, in qualità di possibile investimento alternativo, vive tempi di gloria in questi momenti di crisi economica. Raramente però ci si chiede (citando Ugo Foscolo) di che lacrime grondi e di che sangue. E’ il caso del progetto per l’enorme miniera di Conga, in Perù.
La gente del posto è assolutamente contraria all’apertura della miniera, che sconvolgerà l’assetto idrico della zona.
Nei giorni scorsi, dopo settimane di scioperi e proteste, ci sono stati tre morti e almeno 21 feriti durante scontri con la polizia e di conseguenza è stato proclamato lo stato d’emergenza in tre province. Tutti i link sono in fondo.
L’oro non si mangia, mentre senz’acqua – un bene sempre più raro e prezioso – è impossibile vivere. E’ un dato di fatto di fronte al quale non c’è promessa di “sviluppo” che tenga. Spiega quanto sta accadendo a Conga.
Il progetto per Conga, sulle montagne nel nord del Perù, è stato presentato società americana Newmont: si tratta della miniera d’oro più grande del mondo (investimenti per 4,8 miliardi di dollari), farebbe sparire quattro laghi naturali, due per estrarre l’oro e due per depositare gli scarti.
Per questo motivo il progetto era stato in un primo tempo bocciato. La Newmont l’ha modificato inserendovi la creazione di laghi artificiali, da realizzare prima della miniera e più grandi di quelli destinati a sparire. Così, secondo la società e i suoi studi di impatto ambientale, la disponibilità di acqua nella zona addirittura aumenterebbe. E in questa seconda versione il progetto è stato approvato dal governo.
Voci autorevoli, tuttavia, si sono levate insieme a quelle della gente del posto contro l’apertura della miniera.
Lo studio d’impatto ambientale della Newmont sulla miniera di Conga è stato contestato punto per punto da quello presentato dall’Edlc (Environmental defender law center), un’organizzazione non governativa che si occupa di difesa dei diritti umani nei Paesi poveri.
Secondo Edlc, lo studio di impatto ambientale della Newmont “è fondamentalmente un documento di pubbliche relazioni”, è variamente carente di dati e soprattutto limitato al periodo in cui la miniera verrà sfruttata, mentre i problemi si manifesteranno verosimilmente anche in seguito.
Edlc nota che (al contrario di quanto sostiene Newmont) sorgenti, acque di superficie ed acque di falda sono fra loro verosimilmente interconnesse, e dunque è lecito attendersi, col tempo, un’ampia dispersione e diffusione dei residui tossici lasciati dietro di sè dall’attività estrattiva.
Ancora, sottolinea che gli stessi progetti della Newmont prevedono l’impiego di una quantità d’acqua ben maggiore rispetto a quella che gli impianti annessi alla miniera saranno in grado di depurare.
Scarichi di questo genere normalmente contengono metalli pesanti (compreso il mercurio) e composti di zolfo e azoto.
Per quanto riguarda i laghi artificiali che dovrebbero rimpiazzare quelli naturali, poi, oltre all’inquinamento c’è l’incognita di una presumibile variazione nella portata delle sorgenti indotta dall’attività mineraria.
Praticamente la gente di Conga rischia di ritrovarsi con poca acqua, e perdipiù inquinata. Secondo le previsioni, la miniera produrrebbe ogni anno fra le 580.000 e le 680.000 once d’oro. Un’oncia equivale a circa 28 grammi e attualmente ha un valore di mercato attorno ai 1.565 dollari. Ma l’oro, dicevo prima, non si mangia. E soprattutto non si beve.
Su Associated Press (via Huffington Post) miniera di Conga, arrestato il leader della protesta
Su Reuters (via Trust) scontri per la miniera di Conga, tre morti e stato di emergenza
La valutazione di impatto ambientale della miniera di Conga presentata da Newmont (i link ai vari capitoli sono in fondo alla pagina, dopo una nota introduttiva)
La valutazione di impatto ambientale della miniera di Conga presentata da Edlc (il link apre la versione in inglese; c’è anche quella in spagnolo)
Edlc, Environmental defender law center
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