da culmine
fonte: stampa di regime, 05 giugno 2012
I carabinieri: “schemi tipici del terrorismo confessionale”
I carabinieri: “schemi tipici del terrorismo confessionale”
Ci sono nuovi e inquietanti segnali di fermento che
arrivano dalla galassia eversiva. A rilanciare i timori già espressi da
altri vertici degli apparati della sicurezza è il comandante generale
dell’Arma Leonardo Gallitelli. Parla agli allievi e rilancia l’analisi
che aveva già formulato di fronte al Comitato parlamentare sui servizi
segreti dopo il ferimento di Roberto Adinolfi, l’amministratore delegato
di Ansaldo Nucleare colpito a Genova il 7 maggio scorso.
«I gruppi anarcoinsurrezionalisti — avverte —
potrebbero compiere nuove azioni “informali” seguendo uno schema tipico
del terrorismo di matrice confessionale che proprio in meccanismi
informali e spontanei trova ispirazione per i propri attacchi contro gli
obiettivi della jihad».
Dichiarazioni che
arrivano alla vigilia della Festa dell’Arma che quest’anno si è deciso
di celebrare in tono minore a causa della crisi economica e di dedicare
«alle tante comunità dell’Emilia Romagna colpite dal recente sisma».
Le indagini su quell’agguato e sulle campagne con
plichi esplosivi del dicembre scorso — quando furono feriti il direttore
generale di Equitalia Marco Cuccagna e altri due pacchi bomba furono
recapitati all’amministratore della Deutsche Bank a Francoforte e
all’ambasciatore greco in Francia — sono entrate in una fase cruciale.
L’attività dei carabinieri del Ros ha consentito quel salto di qualità
che potrebbe portare importanti novità nella ricerca dei responsabili,
ma anche delineare con maggior precisione quella rete che si muove tra
l’Italia e l’estero, con un’attenzione particolare alla Grecia.
«Gli anarcoinsurrezionalisti — avverte il comandante
del Ros Giampaolo Ganzer — sono passati dalla tipica impostazione su
base individualista dello spontaneismo in una strutturazione reticolare
che pur non costituendo un’organizzazione verticistica come quella delle
Br, vede in questo schema un’adesione a un progetto complessivo
antisistema da parte di una vera e propria organizzazione che l’attività
investigativa deve individuare e adeguatamente comprendere». Secondo il
comandante del Raggruppamento Operativo Speciale «da questo impianto
che ha assunto un respiro internazionale con Grecia, Spagna, Messico e
Cile, si è staccata la componente che nel dibattito interno proponeva di
aggiungere alle campagne contro le cose o contro le persone anche
azioni dirette che dal punto di vista ideologico hanno un impatto
maggiore e si sono concretizzate con l’agguato di Genova».
Le ultime stime investigative contano almeno 50
persone aderenti alla Fai, la Federazione anarchica informale, entrate
in clandestinità ma ciò che più spaventa è il consenso che questi
estremisti avrebbero trovato all’interno di vaste aree dell’antagonismo.
«Frange — conclude il generale Ganzer — che si oppongono a una serie di
situazioni politiche, economiche e ambientali e sono sparse tra Napoli e
Torino».
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