da infoaut
E’ di quindici palestinesi uccisi il bilancio dei bombardamenti israeliani che si sono abbattuti nelle ultime 24 ore sulla Striscia di Gaza.
Dopo alcuni mesi di “calma” relativa , in cui comunque sono continuate le incursioni, sia aeree che via terra, un nuovo attacco israeliano ha colpito territori palestinesi.
La nuova fiammata di violenze è cominciata ieri quando, dopo il lancio di colpi di mortaio da parte di alcune organizzazioni armate palestinesi, il cielo di Gaza si è nuovamente riempito di Apache israeliani che hanno ripetutamente bombardato quella piccola striscia di terra, perennemente sotto assedio.
Netanyahu, primo ministro israeliano, ha affermato che i raid sarebbero stati la risposta al lancio di razzi da parte palestinese, MA netta è l’impressione che le forze armate israeliane fossero in attesa dell’occasione per uccidere Zuhair Kaisi, leader dei Comitati di Resistenza Popolare, colpito venerdì scorso mentre si trovava in automobile assieme ad un altro membro della stessa organizzazione, anch’esso deceduto a seguito dell’attacco.
Secondo quanto affermato dalle autorità israeliane l’attacco in questione sarebbe stato un “omicidio mirato” nei confronti di Kaisi, accusato di aver diretto l’attacco dello scorso agosto nel quale rimasero uccisi, tra coloni e soldati, otto israeliani. Secondo le fonti israeliane, la stessa organizzazione sarebbe poi stata responsabile del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit, catturato nella Striscia di Gaza nel 2006 e rilasciato lo scorso ottobre, in cambio della liberazione di oltre mille palestinesi, molti dei quali in seguito nuovamente arrestati dalle autorità israeliane.
L’uccisone del dirigente palestinese ha scatenato la ripresa dei lanci di missili e di colpi di mortaio da parte palestinese contro le città israeliane vicine al confine con la Striscia, che hanno provocato il ferimento di otto israeliani. A questi lanci ha risposto esercito israeliano vomitando tutta la sua potenza di fuoco sulla popolazione della Striscia, sottoposta a bombardamenti.
Ad essere colpita intorno alla mezzanotte è stata Gaza City, mentre successivamente i combattimenti si sono spostati nell’area di Beit Lahia, a nord della Striscia: nelle prime ore del mattino si contavano già 12 palestinesi uccisi.
Mentre si svolgevano i funerali delle vittime degli attacchi di ieri, un nuovo bombardamento è stato effettuato questa mattina. Nel pomeriggio truppe israeliane hanno poi aperto il fuoco su alcune decine di ragazzi che, durante un altro funerale, hanno marciato verso il confine con lo stato israeliano per lanciare sassi alle postazioni militari.
Al momento si contano 15 morti e decine di feriti, tra cui molti bambini.
Così, proprio mentre il governo israeliano, destabilizzato dalla solidarietà con la lotta palestinese emersa a seguito della Primavera Araba, si prepara per una sempre più una guerra sempre più probabile contro l’Iran, attuando una sempre maggiore militarizzazione dei territori palestinesi e chiedendo agli USA nuovi equipaggiamenti militari, aerei da combattimento israeliani stanno massacrando ancora una volta la Striscia di Gaza, mentre al momento non si esclude un attacco di terra.
La Striscia, martoriata da oltre quattro anni di assedio, si trova in queste ore a dover fronteggiare un nuovo attacco che si va a sommare alla già precaria situazione che vive ogni giorno. Una “prigione a cielo aperto”, con frontiere ermeticamente chiuse, racchiusa su quattro lati da barriere militari che impediscono la pur minima libertà di movimento, che in queste ore sta vivendo una nuova interruzione energetica; un territorio al buio, costantemente sotto assedio, adesso vittima di un forte bombardamento, ma in cui altrettanto forte è la volontà di resistere ad una progettualità di sterminio sempre più marcata da parte sionista.
Dopo alcuni mesi di “calma” relativa , in cui comunque sono continuate le incursioni, sia aeree che via terra, un nuovo attacco israeliano ha colpito territori palestinesi.
La nuova fiammata di violenze è cominciata ieri quando, dopo il lancio di colpi di mortaio da parte di alcune organizzazioni armate palestinesi, il cielo di Gaza si è nuovamente riempito di Apache israeliani che hanno ripetutamente bombardato quella piccola striscia di terra, perennemente sotto assedio.
Netanyahu, primo ministro israeliano, ha affermato che i raid sarebbero stati la risposta al lancio di razzi da parte palestinese, MA netta è l’impressione che le forze armate israeliane fossero in attesa dell’occasione per uccidere Zuhair Kaisi, leader dei Comitati di Resistenza Popolare, colpito venerdì scorso mentre si trovava in automobile assieme ad un altro membro della stessa organizzazione, anch’esso deceduto a seguito dell’attacco.
Secondo quanto affermato dalle autorità israeliane l’attacco in questione sarebbe stato un “omicidio mirato” nei confronti di Kaisi, accusato di aver diretto l’attacco dello scorso agosto nel quale rimasero uccisi, tra coloni e soldati, otto israeliani. Secondo le fonti israeliane, la stessa organizzazione sarebbe poi stata responsabile del rapimento del soldato israeliano Gilad Shalit, catturato nella Striscia di Gaza nel 2006 e rilasciato lo scorso ottobre, in cambio della liberazione di oltre mille palestinesi, molti dei quali in seguito nuovamente arrestati dalle autorità israeliane.
L’uccisone del dirigente palestinese ha scatenato la ripresa dei lanci di missili e di colpi di mortaio da parte palestinese contro le città israeliane vicine al confine con la Striscia, che hanno provocato il ferimento di otto israeliani. A questi lanci ha risposto esercito israeliano vomitando tutta la sua potenza di fuoco sulla popolazione della Striscia, sottoposta a bombardamenti.
Ad essere colpita intorno alla mezzanotte è stata Gaza City, mentre successivamente i combattimenti si sono spostati nell’area di Beit Lahia, a nord della Striscia: nelle prime ore del mattino si contavano già 12 palestinesi uccisi.
Mentre si svolgevano i funerali delle vittime degli attacchi di ieri, un nuovo bombardamento è stato effettuato questa mattina. Nel pomeriggio truppe israeliane hanno poi aperto il fuoco su alcune decine di ragazzi che, durante un altro funerale, hanno marciato verso il confine con lo stato israeliano per lanciare sassi alle postazioni militari.
Al momento si contano 15 morti e decine di feriti, tra cui molti bambini.
Così, proprio mentre il governo israeliano, destabilizzato dalla solidarietà con la lotta palestinese emersa a seguito della Primavera Araba, si prepara per una sempre più una guerra sempre più probabile contro l’Iran, attuando una sempre maggiore militarizzazione dei territori palestinesi e chiedendo agli USA nuovi equipaggiamenti militari, aerei da combattimento israeliani stanno massacrando ancora una volta la Striscia di Gaza, mentre al momento non si esclude un attacco di terra.
La Striscia, martoriata da oltre quattro anni di assedio, si trova in queste ore a dover fronteggiare un nuovo attacco che si va a sommare alla già precaria situazione che vive ogni giorno. Una “prigione a cielo aperto”, con frontiere ermeticamente chiuse, racchiusa su quattro lati da barriere militari che impediscono la pur minima libertà di movimento, che in queste ore sta vivendo una nuova interruzione energetica; un territorio al buio, costantemente sotto assedio, adesso vittima di un forte bombardamento, ma in cui altrettanto forte è la volontà di resistere ad una progettualità di sterminio sempre più marcata da parte sionista.
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