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Pubblicato da Nestor Carnevali
David Phillips, presidente della Royal Society of Chemistry, dovrebbe essere un uomo di scienza, eppure non teme di avventurarsi in dichiarazioni quantomeno bizzarre. Secondo lui i film di James Bond, il riferimento è a pellicole come Agente 007 - Licenza di uccidere, hanno contribuito alla cattiva reputazione del nucleare da parte dell’opinione pubblica in Gran Bretagna e all’estero visto il successo planetario dei film tratti dai romanzi di Ian Fleming.
Gli incidenti di Three Mile Island, Chernobyl e Fukushima? Poca roba. Certo, sono responsabili, ma fra i detrattori dell’energia ricavata dall’atomo bisogna aggiungere l’involontario lavoro svolto dal perfido Dr. No e dal suo reattore segreto, proprio quello che James Bond fa saltare in aria nel finale del film (non preoccupandosi eccessivamente delle radiazioni emesse) mentre scappa via sfruttando il proverbiale “ultimo istante”.
La risposta più azzeccata alla balzana teoria del signor Phillips arriva da Richard George di Greenpeace:
Una manciata di film di James Bond non ha certamente danneggiato la reputazione dell’industria nucleare, non è stato necessario, hanno fatto tutto da soli. Non credo che loro avessero mai pensato di realizzare un’isola top secret con un finto vulcano come il Dr. No, se l’avessero fatto gli sarebbe costato comunque meno rispetto a quanto si spende per una singola centrale nucleareVia | BBC
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