da osservatoriorepressione.org
Il
paese era insanguinato dalla violenza di destra e di sinistra. Erano
gli anni di piombo quando, il 22 maggio del 1975, il governo Moro decise
di ricorrere a «nuove disposizioni a tutela dell'ordine pubblico».
Norme che oggi, dopo gli scontri di sabato scorso a Roma, il leader
dell'Idv Antonio Di Pietro rimpiange, e che il ministro dell'Interno
Roberto Maroni vorrebbe in parte rispolverare. I 36 articoli del testo
voluto dall'allora ministro della Giustizia Oronzo Reale ampliavano, e
di molto, il potere delle forze dell'ordine, sia per quanto riguarda
l'uso delle armi che per il ricorso al fermo preventivo. La legge
sanciva di fatto il diritto delle forze di polizia di utilizzare armi da
fuoco quando strettamente necessario anche per mantenere l'ordine
pubblico.
E
ancora: il ricorso alla custodia preventiva veniva esteso anche in
assenza di flagranza di reato, sempre che vi fosse il «fondato pericolo
di fuga» di persone nei cui confronti vi fossero «sufficienti indizi di
delitto concernenti le armi da guerra o tipo guerra». In questi casi, le
forze dell'ordine erano autorizzate a effettuare un fermo preventivo di
48 ore entro le quali dovevano darne comunicazione all'autorità
giudiziaria, chiamata a interrogare e a convalidare il fermo entro le
successive 48 ore. Consentite, in caso eccezionali di necessità e
urgenza, l'identificazione e la perquisizione sul posto, anche senza un
provvedimento dell'autorità giudiziaria, per accertare il possesso di
armi, esplosivi o strumenti di effrazione. Infine, la legge Reale
vietava l'uso di di caschi o di altro per rendere non riconoscibile il
volto dei cittadini durante le manifestazioni.
Tali
misure furono criticate e contestate da chi le riteneva eccessive,
vennero modificate più volte nel corso degli anni e, nel giugno del
1978, sottoposte a referendum. Ma il 76,5 per cento dei votanti decise
di non abrogare la legge. La tenaglia della legge Reale fu allentata nel
corso degli anni, via via che andava scemando il pericolo del
terrorismo interno. Ulteriori modifiche sulla riconoscibilità delle
persone nei luoghi pubblici e sulle espulsioni all'estero sono state
introdotte nel 2005, con l'entrata in vigore della cosiddetta legge
Pisanu per il contrasto del terrorismo internazionale«. Con la
pubblicazione del "Libro Bianco sulla legge Reale",
nel 1990, il centro d'iniziativa Luca Rossi ha calcolato che, proprio a
seguito dei maggiori poteri attribuiti alle forze di polizia, dal 1975 a
metà del 1989 sarebbero state uccise 254 persone e 371 ferite. Nel 90
per cento dei casi - secondo la ricerca - le vittime non possedevano
nemmeno un'arma da fuoco al momento del confronto con le forze
dell'ordine.
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