da sardegna24.net
Con il bestiame messo sotto sequestro dal Gip di Lanusei nell'ambito dell'inchiesta sull' inquinamento ambientale nella base militare, gli allevatori, nominati custodi giudiziari dal magistrato, possono soltanto accudire i loro animali.
È fatto divieto assoluto di vendere i prodotti e macellare i capi con ripercussioni economiche in via di quantificazione, come le spese per i foraggi. In questi giorni i responsabili ogliastrini di Coldiretti hanno avviato una sorta di inventario sul campo per accertare quanto serve per l'approvvigionamento delle bestie sequestrate, in tutto 3.500 capi tra vacche, pecore e capre.
«Sarà un bilancio settimanale che ci consentirà di conoscere i costi per ogni singola azienda e di andare a bussare a denari in Regione anche perché i 500 mila euro di fondi stanziati dalla Giunta sono ancora bloccati» spiega Vincenzo Cannas, vice presidente dell'associazione di categoria per Nuoro e l'Ogliastra.
Meglio del previsto potrebbe andare anche l'intera partita dei premi della comunità europea, dati inizialmente come persi. «In mancanza di comunicazioni ufficiali - prosegue Cannas che temeva di dover rinunciare ai contributi europei – supponiamo che i fondi comunitari non verranno perduti».
Tutte le aziende agricole e zootecniche insediate nei terreni militari a cavallo tra Sarrabus e Ogliastra, attendono che arrivi settembre, il mese in cui si dovrebbero conoscere i risultati dell'extra-piano dell’Asl sulla salubrità dei prodotti animali e sulle condizioni di salute delle stesse bestie. Ma l'attesa e gli esiti delle analisi potrebbero non essere risolutivi
2 agosto 2011
Nessun commento:
Posta un commento