trad. Cenere
Lettera di un ragazzo 22enne ricoverato dopo esser stato violentemente prelevato dalla polizia mentre lasciava il concerto diy della stazione radio libera 98 FM al Politecnico di Atene, giorno 8 Luglio (dopo la mezzanotte).
Il 14 Luglio un giudice ha visitato il Erithros Stavros Hospital dove C.K. era ricoverato, a causa del violento pestaggio dei poliziotti del venerdì, giusto fuori il Politecnico. Il giudice ha dichiarato che C.K. è “Un pericolo per la sicurezza pubblica” e ha deciso la sua carcerazione pre-processo. Quando ha visto le gravi ferite di C.K., ha avuto l’audacia di dire “i poliziotti non fanno queste cose” e non ha avuto cura di chiedere altro circa l’accaduto.
C.K. affronterà accuse penali per via della testimonianza di un poliziotto contro di lui. Invitiamo chiunque fosse presente al momento dell’arresto e del pestaggio a dare aiuto come testimone nel caso.
“All’alba di Sabato, 9 Luglio, mentre stavo uscendo da un concerto al Politecnico (Atene) in Bouboulinas street, sono stato attaccato da alcuni poliziotti nel vicolo vicino. Circa 10 agenti del reparto MAT mi hanno attaccato, picchiandomi violentemente con i loro manganelli, ma anche con pugni e calci. Mi hanno colpito con grande furia soprattutto sulla testa e sulle costole; alcuni di loro impugnavano i manganelli al contrario, colpendo con l’estremità metallica, urlando nel frattempo frasi inqualificabili.
Qualche minuto dopo, mentre ero sanguinante e semi-incosciente, mi hanno portato nel vicino furgone dove mi hanno lavato con acqua, alcol etilico e ogni tipo di liquido che avevano a disposizione.
Intorno alle 3:45, sono stato portato in caserma. Sebbene la mia situazione fosse davvero brutta, nessuno mi ha dato attenzione. Chiedevo un dottore, dicendo che soffrivo, e mi rispondevano che prima andavano sbrigate le procedure. Mi hanno lasciato sanguinante in un corridoio, indifferenti (alla mia critiche condizioni mediche) anche quando ho perso i sensi.
Il giorno dopo mi hanno detto che ero stato arrestato e accusato … perché avevo lanciato una molotov contro i poliziotti.
Sebbene avessi delle ferite di alcuni centimetri nel centro della testa e ferite sanguinanti in diverse parti del corpo, hanno rifiutato il mio trasferimento in ospedale; dicendo che prima dovevo presentarmi dinnanzi alla pubblica accusa. Dopo mi hanno portato in tribunale dove sono stato formalmente accusato di due reati maggiori e due minori (esplosione, possesso di esplosivi, disturbo della quiete pubblica e minacce). Poi sono stato condotto in ospedale.
Dal mio incontro con le forze di “sicurezza”, eccetto le accuse e il rischio immediato di essere detenuto temporaneamente, ho “ricevuto gratuitamente” una serie di attacchi fisici. In particolare, una frattura nel centro della testa, profonde ferite sulla testa che hanno richiesto 9 punti, un dente rotto, ferite sul volto e sulle orecchie, fratture a spalle e gomiti, ferite profonde alle gambe che hanno richiesto 10 punti, slogamento del ginocchio, ferite multiple da manganello a costole e schiena, che hanno causato insufficienza renale.
Sono stato ricoverato sotto sorveglianza dei poliziotti che hanno cercato di rendermi più difficile il ricovero. Sono arrivati al punto di proibire anche lo spegnimento delle luci nell’infermeria, costringendo me e altri pazienti a dormire con le luci accese.
La cosa più incredibile è che i documenti legali, eccetto le false accuse a mio carico, non accennano agli abusi subiti. C’è solo la dichiarazione di un poliziotto (gli altri non hanno testimoniato, perché non hanno notato nulla o perché si spaventano di prendersi la responsabilità delle proprie azioni). L’unica cosa che il poliziotto ha notato sono io che lancio la molotov e dopo che vengo arrestato.
Io non so ancora se avrò danni permanenti. Di certo so che volevano uccidermi.
Qui alcune foto (http://athens.indymedia.org/front.php3?lang=el&article_id=1318750) dell’esito del mio incontro con la polizia. Invito chiunque abbia visto l’aggressione o abbia materiale fotografico, a contattarmi a questo indirizzo solidarity_xk@yahoo.gr
C.K.
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