Di comidad (del 01/06/2011 @ 11:19:34, in Commentario 2011, linkato 110 volte)
La cattura del generale serbo Ratko Mladic è stata presentata dai media con le manipolazioni tipiche del mobbing internazionale. L'opinione pubblica è stata infatti chiamata a sentirsi parte attiva nella caccia al mostro, come a stimolare un istinto predatorio di gruppo, così da mettere preventivamente all'angolo ogni aspetto giuridico o storico che possa far sorgere dubbi. Non a caso l'unica "difesa" di Mladic a cui i media abbiano dato spazio è consistita nelle stupidaggini del leghista Borghezio, il quale ha completato l'assedio nei confronti del generale serbo attribuendogli un improbabile ruolo di diga anti-Islam.
Il tribunale che giudicherà Mladic è un organismo ad hoc istituito nel 1999 per volontà degli USA allo scopo di perseguire i "crimini contro l'umanità" commessi nel corso della guerra in Jugoslavia. L'iniziativa USA ebbe il solito avallo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, a riconferma di quanto sia attendibile l'antimperialismo di Russia e Cina. I media indicano però genericamente questo nuovo organismo come il "Tribunale dell'Aja", sebbene non abbia niente a che vedere con il tribunale dell'ONU istituito nel 1945 che risiede anch'esso in quella città olandese.(1)
Intanto chiunque può verificare che tra le persone mediamente informate è massima la confusione tra i due organismi. Della vera Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja evidentemente gli USA non si fidano, dato che in passato ha emesso sentenze anche contro gli stessi Stati Uniti per le aggressioni da questi commesse contro il Nicaragua.(2)
Se il tribunale che giudicherà Mladic è una creatura degli Stati Uniti, l'organismo che ha raccolto le "prove" contro di lui, la Commissione Internazionale sulle Persone Scomparse, è, manco a dirlo, un'altra creatura degli USA, voluta nel 1996 dal presidente Clinton, con sede a Serajevo, ma con direzione invariabilmente statunitense.(3)
In questa partita pseudo-giudiziaria gli Stati Uniti dettano quindi le regole del gioco, distribuiscono le carte e fabbricano il mazzo.
Questa posizione di assoluto vantaggio non è però stata sufficiente agli USA per avere ragione del loro principale imputato, l'ex presidente serbo Svobodan Milosevic, tenuto sequestrato per quasi cinque anni, ed infine morto in prigionia senza essere pervenuti ad una sentenza di condanna.
La combattività di Milosevic aveva in effetti tenuto in scacco il tribunale, il quale, di fronte all'impossibilità di giungere ad un risultato probatorio, ha atteso pazientemente che l'imputato si togliesse di mezzo nel 1996, grazie ad una troppo fortunosa "morte per cause naturali". Anche i media, che sino al 2002 avevano seguito il processo, si erano attenuti in seguito alla regola del silenzio, anche per non contribuire a diffondere notizie sui massacri provocati dai bombardamenti NATO sulla Serbia nel 1999.(4)
Il tribunale che giudicherà Mladic è un organismo ad hoc istituito nel 1999 per volontà degli USA allo scopo di perseguire i "crimini contro l'umanità" commessi nel corso della guerra in Jugoslavia. L'iniziativa USA ebbe il solito avallo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, a riconferma di quanto sia attendibile l'antimperialismo di Russia e Cina. I media indicano però genericamente questo nuovo organismo come il "Tribunale dell'Aja", sebbene non abbia niente a che vedere con il tribunale dell'ONU istituito nel 1945 che risiede anch'esso in quella città olandese.(1)
Intanto chiunque può verificare che tra le persone mediamente informate è massima la confusione tra i due organismi. Della vera Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja evidentemente gli USA non si fidano, dato che in passato ha emesso sentenze anche contro gli stessi Stati Uniti per le aggressioni da questi commesse contro il Nicaragua.(2)
Se il tribunale che giudicherà Mladic è una creatura degli Stati Uniti, l'organismo che ha raccolto le "prove" contro di lui, la Commissione Internazionale sulle Persone Scomparse, è, manco a dirlo, un'altra creatura degli USA, voluta nel 1996 dal presidente Clinton, con sede a Serajevo, ma con direzione invariabilmente statunitense.(3)
In questa partita pseudo-giudiziaria gli Stati Uniti dettano quindi le regole del gioco, distribuiscono le carte e fabbricano il mazzo.
Questa posizione di assoluto vantaggio non è però stata sufficiente agli USA per avere ragione del loro principale imputato, l'ex presidente serbo Svobodan Milosevic, tenuto sequestrato per quasi cinque anni, ed infine morto in prigionia senza essere pervenuti ad una sentenza di condanna.
La combattività di Milosevic aveva in effetti tenuto in scacco il tribunale, il quale, di fronte all'impossibilità di giungere ad un risultato probatorio, ha atteso pazientemente che l'imputato si togliesse di mezzo nel 1996, grazie ad una troppo fortunosa "morte per cause naturali". Anche i media, che sino al 2002 avevano seguito il processo, si erano attenuti in seguito alla regola del silenzio, anche per non contribuire a diffondere notizie sui massacri provocati dai bombardamenti NATO sulla Serbia nel 1999.(4)
Date queste premesse, possono risultare comprensibili gli entusiasmi di una Emma Bonino, ma è difficile pensare che un'opinione pubblica correttamente informata sulla inconsistenza delle "garanzie" offerte all'imputato Mladic, non si faccia poi sorgere delle perplessità circa le effettive responsabilità di Mladic nei massacri attribuitigli. In tutto ciò, il buffo è che Berlusconi abbia sentito il bisogno di andare proprio dal presidente degli Stati Uniti a lamentarsi dei giudici italiani.
L'estradizione/sequestro di Mladic ha dato anche adito alle consuete recriminazioni sulla "giustizia dei vincitori", un'argomentazione che può aprire una discussione infinita, che non coglierebbe però i reali effetti di questi processi, i quali non rappresentano affatto una chiusura - per quanto vendicativa -, delle guerre, ma una loro prosecuzione con altri mezzi. Tramite questi eventi processuali, si può continuare infatti a tenere sotto pressione e ricatto il Paese aggredito - nel caso specifico, la Serbia -, ed in più si conferisce una giustificazione preventiva ad altre aggressioni coloniali dello stesso genere.
L'imperialismo/colonialismo si concretizza appunto nella "guerra infinita", un tipo di guerra che non si ha neppure il bisogno di vincere sul campo, perché comunque ottiene lo scopo di stroncare per i decenni a venire lo sviluppo economico autonomo dei Paesi aggrediti, così come è accaduto al Vietnam. Per quanto sia da auspicare e sostenere la soluzione di un ritiro ignominioso dei criminali della NATO dalla Libia, non si potrà comunque dire che i Libici, pur avendo respinto l'aggressore, abbiano per questo "vinto" la guerra. Il risultato minimo, e certo, delle distruzioni di ogni aggressione militare, è infatti quello di ridurre i Paesi aggrediti in uno stato di dipendenza commerciale nei confronti delle stesse multinazionali che hanno ispirato la guerra.
Non è quindi un caso che la NATO, vedendo diventare incerta la prospettiva di un'occupazione stabile della Libia, cerchi in ogni modo di intensificare bombardamenti e distruzioni, in modo "da riportare all'età della pietra" la stessa Libia, secondo l'espressione cara agli "strateghi" statunitensi ("strateghi" solo per modo di dire, dato che parlano e si muovono del tutto meccanicamente, sempre in base agli stessi schemi). Un eventuale "processo per crimini contro l'umanità" nei confronti di Gheddafi, non chiuderebbe quindi la guerra in Libia, ma costituirebbe la sua prosecuzione, ed anche la premessa di un suo allargamento.
La pace costituisce quindi un ostacolo per l'imperialismo/colonialismo, e c'è da chiedersi come, da questa ovvia constatazione, i dirigenti sovietici abbiano potuto trarre invece una formula equivoca come la "coesistenza pacifica", che è stata utile alla propaganda occidentale a far credere che potesse esistere un imperialismo/colonialismo senza continue guerre.
(1) http://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_Penale_Internazionale_per_l%27ex-Jugoslavia http://it.wikipedia.org/wiki/Corte_Internazionale_di_Giustizia
(2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/28/prima-vittoria-per-il-nicaragua-nella-causa.html
(3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://en.wikipedia.org/wiki/ICMP&ei=MsTjTf-zKYug-AbghYWUDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dicmp%2Bwikipedia%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Divns
(4) http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/15/Milosevic_mostra_aula_colpe_della_co_0_0202158925.shtml
L'estradizione/sequestro di Mladic ha dato anche adito alle consuete recriminazioni sulla "giustizia dei vincitori", un'argomentazione che può aprire una discussione infinita, che non coglierebbe però i reali effetti di questi processi, i quali non rappresentano affatto una chiusura - per quanto vendicativa -, delle guerre, ma una loro prosecuzione con altri mezzi. Tramite questi eventi processuali, si può continuare infatti a tenere sotto pressione e ricatto il Paese aggredito - nel caso specifico, la Serbia -, ed in più si conferisce una giustificazione preventiva ad altre aggressioni coloniali dello stesso genere.
L'imperialismo/colonialismo si concretizza appunto nella "guerra infinita", un tipo di guerra che non si ha neppure il bisogno di vincere sul campo, perché comunque ottiene lo scopo di stroncare per i decenni a venire lo sviluppo economico autonomo dei Paesi aggrediti, così come è accaduto al Vietnam. Per quanto sia da auspicare e sostenere la soluzione di un ritiro ignominioso dei criminali della NATO dalla Libia, non si potrà comunque dire che i Libici, pur avendo respinto l'aggressore, abbiano per questo "vinto" la guerra. Il risultato minimo, e certo, delle distruzioni di ogni aggressione militare, è infatti quello di ridurre i Paesi aggrediti in uno stato di dipendenza commerciale nei confronti delle stesse multinazionali che hanno ispirato la guerra.
Non è quindi un caso che la NATO, vedendo diventare incerta la prospettiva di un'occupazione stabile della Libia, cerchi in ogni modo di intensificare bombardamenti e distruzioni, in modo "da riportare all'età della pietra" la stessa Libia, secondo l'espressione cara agli "strateghi" statunitensi ("strateghi" solo per modo di dire, dato che parlano e si muovono del tutto meccanicamente, sempre in base agli stessi schemi). Un eventuale "processo per crimini contro l'umanità" nei confronti di Gheddafi, non chiuderebbe quindi la guerra in Libia, ma costituirebbe la sua prosecuzione, ed anche la premessa di un suo allargamento.
La pace costituisce quindi un ostacolo per l'imperialismo/colonialismo, e c'è da chiedersi come, da questa ovvia constatazione, i dirigenti sovietici abbiano potuto trarre invece una formula equivoca come la "coesistenza pacifica", che è stata utile alla propaganda occidentale a far credere che potesse esistere un imperialismo/colonialismo senza continue guerre.
(1) http://it.wikipedia.org/wiki/Tribunale_Penale_Internazionale_per_l%27ex-Jugoslavia http://it.wikipedia.org/wiki/Corte_Internazionale_di_Giustizia
(2) http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/11/28/prima-vittoria-per-il-nicaragua-nella-causa.html
(3) http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://en.wikipedia.org/wiki/ICMP&ei=MsTjTf-zKYug-AbghYWUDw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=3&ved=0CDUQ7gEwAg&prev=/search%3Fq%3Dicmp%2Bwikipedia%26hl%3Dit%26sa%3DG%26rlz%3D1R2ACAW_it%26prmd%3Divns
(4) http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/15/Milosevic_mostra_aula_colpe_della_co_0_0202158925.shtml
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