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mercoledì 22 giugno 2011

DIALOGO TRA UN ANARCHICO E TRE PARTIGIANI



tratto da "La Storia" di Elsa Morante



(...)Riguardandolo, Giuseppe Secondo avvertì una esigenza immediata e comunicativa di trascinare anche lui, subito, dentro la festa generale:
<< A proposito, compagno>>, gli disse allora, espansivamente, <<volevo già domandartelo poco fa: ma perchè, intanto, piuttosto che stare a aspettare qua,
con questa rabbia che ti marcisce in corpo, non vai, e ti butti anche tu nella lotta armata, insieme coi compagni partigiani? tu che sei un ragazzo di fede e gaiardo!>>.
Forse, Vivaldi Carlo s'era aspettato una domanda simile! Difatti, prima ancora che il vecchio la formulasse, i suoi tratti s'erano tesi in una volontà accanita e cosciente, che scacciava
i vapori del vino.Aggrottò severamente i sopraccigli, e, con amarezza imbronciata, dichiarò:
<<NON POSSO>>.
<<Perchè non puoi?>> esclamò Nino, che frattanto era passato  da questo lato della tavola.
Vivaldi Carlo arrossì, quasi stesse per confessare qualcosa d'illecito:
<<Perchè io>>, proferì, <<non posso ammazzare nessuno>>.
<<Non puoi ammazzà! che significa? nemmanco li tedeschi?! e che sarebbe? una specie de voto in chiesa?!>>
L'interrogato alzò le spalle: <<Mi>>, dichiarò con un sorrisetto quasi sprezzante, << sono ateo!>> Poi puntò gli occhi in faccia a Nino, e, sillabando con forza a dispetto delle labbra
impastate dal bere, spiegò, nello stesso tono di riscossa:
<<La-mia-idea-RIFIUTA-la violenza.Tutto il male sta nella violenza!>>
<<Ma allora, che anarchico saresti?>>
<<La vera anarchia non può ammettere la violenza. L'idea anarchica è la negazione del potere. E il potere e la violenza sono tutt'uno...>>
<<E senza la violenza, come se po fà, lo stato anarchico?>>
<<L'anarchia nega lo Stato... E se il mezzo dev'essere la violenza basta.il prezzo non paga. In questo l'anarchia non si fa>>
<<Allora, a me, se nun se fa, nun me piace. A me, me piaciono le cose che se fanno>>.
<<Dipende, da come s'intende l'AZIONE>>, contestò Vivaldi Carlo scontroso, e a voce bassa. Poi, riaprendosi, con un ardore intento e persuasivo , dichiarò: <<Se il prezzo è
tradire l'idea, lo scopo è già fallito in partenza! L'idea...l'idea non è un passato, o un futuro...è presente nell'azione...E la violenza fisica la stronca alla radice...la violensa è peggio di
tutto>>.(...)



(...)<<Anarchici nonviolenti >>, sentenziava intanto, perplesso, Giuseppe Secondo, <<come idea, è contemplata...Però, la violenza, quanno ce vò, ce vò! Senza violenza, non si realizza la rivoluzione socialista
>>.
<<A me, me piace la rivoluzione!>> esclamò Nino, << io, all'anarchia senza violenza, non ci credo! e sapete che vi dico? lo sapete? che i comunisti, e no gli anarchici, porteranno la vera anarchia!>>
<<La vera libertà è la bandiera rossa!>> approvò Quattro con gli occhi contenti.
<<Che nel comunismo, tutti saranno compagni!>>,seguitò Nino, a pieno impeto, <<nun ce saranno più ne ufficiali, nè professori, nè commendatori, né baroni, nè re né regine... e ne fuhrer, né duci!>>
<<E il compagno Stalin?...>>s'informò preoccupato Giuseppe Secondo.
<<Lui è differente!>> decise Nino(...)

2 commenti:

  1. salvo abbandonare il mito, disilluso, poco piu' avanti nel romanzo, prima di finire ucciso.

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