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domenica 2 settembre 2012

Op. Ardire - "Taci. Il nemico ti ascolta" [Comunicato di Sergio]

da inform-azione


riceviamo e diffondiamo:

Taci.
Il nemico ti ascolta.


Avete mai visto quei vecchi manifesti fascisti col soldato con l’indice davanti alla bocca e la scritta: “Taci. Il nemico ti ascolta.”? A me hanno sempre affascinato nel loro assurdo grottesco e mi sono anche sempre chiesto a quale nemico ci si potesse riferire che fosse peggiore dello stesso Potere fascista che purgava, uccideva e faceva rappresaglie.
Ripenso a quel manifesto ancora più spesso da quando sono finito per l’ennesima volta in carcere per l’operazione dei R.O.S. denominata “Ardire”. Non è stato certo solo l’evidente richiamo estetico fascista del nome, ma la forte convinzione che questi arresti siano la versione moderna del manifesto che ammoniva: “Taci. Il nemico ti ascolta.”.
Sono da sempre un nemico dichiarato di questo esistente, quindi non mi sono mai sorpreso o lamentato dei colpi che il nemico mai risparmia. Non ho interesse quindi a parlare di montature o ancor meno di “ingiustizie”, mi preme solo sottolineare gli obiettivi di questa rappresaglia che altrimenti rischiano di finire eclissati dalle vicende personali di noi arrestati.
È evidente l’intento non di perseguire i presunti autori di determinate azioni, ma chi pubblicamente ha sempre rivendicato la propria irriducibilità nel volere abbattere il Potere.
Ecco così che chi, seppur prigioniero, non si piega oppure chi cerca di creare un confronto e dare visibilità alle azioni dirette di individualità o gruppi antiautoritari, va trasformato in monito per chiunque altro ancora non si arrenda alla soporifera rassegnazione dei più.
Di sicuro io non accetto il ruolo assegnatomi ed è per questo che ho deciso di aderire ad uno sciopero della fame non rivendicativo assieme ai miei compagni e co-imputati Marco ed Elisa. Lascio a chi non ha di meglio da fare che giudicare e filosofeggiare sull’agire degli altri le critiche a questo metodo di lotta. Per me è chiaro il motivo della mia scelta, voglio sfruttare ora e sempre qualsiasi strumento di lotta a mia disposizione. Chiuso tra queste quattro mura non me ne rimangono molti, ma mai mi arrenderò e spero di riuscire a trasmettere la mia totale determinazione a non smettere di lottare, sperando che i compagni e le compagne fuori, che possono sicuramente avere strumenti più affilati, non siano da meno.
Loro ci ordinano di tacere, noi trasformiamo le nostre urla in boato che li rovesci dalle loro poltrone.

“- Voi negate tutto, oppure, per esprimermi più esattamente, distruggete tutto... ma è pur necessario anche costruire.
- Questo non è più affar nostro… prima bisogna sgombrare il posto.”


Sergio Maria Stefani
Carcere San Michele strada Casale 50/A
15122 Alessandria

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