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venerdì 7 settembre 2012

Carceri: Due detenuti si suicidano nel penitenziario di Rebibbia

da osservatoriorepressione

Ancora suicidi di detenuti. Questa volta a togliersi la vita sono stati due detenuti del penitenziario di Rebibbia a Roma .
Un detenuto di 71 anni, ”si è tolto la vita nel cuore della notte, impiccandosi con un lenzuolo all’interno della sua cella singola, nel braccio G 8 del carcere di Rebibbia Nuovo Complesso. E’ morto in questo modo Luigi Del Signore, un detenuto di 71 anni”.
Un altro detenuto di 75 anni che si trovava  anche lui al nuovo complesso di Rebibbia e che aveva ottenuto i domiciliari poco prima di usufruire del beneficio si è suicidato.
Si è giunti 40 suicidi dall’inizio dell’anno, mentre diventano 108 i ristretti morti nei primi 8 mesi del 2012.
Luigi Del Signore era affetto da problemi respiratori. Ad accorgersi del’accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria quando era ormai troppo tardi.

“E’ l’ennesimo dramma della solitudine in carcere che siamo costretti a commentare in questo difficile anno – ha commentato Marroni -. Il tredicesimo decesso dell’anno, fra cui quattro suicidi, sono la spia di un estremo disagio fisico e psicologico che si vive all’interno degli istituti di pena della nostra Regione dove, ormai, il numero dei detenuti presenti continua a crescere senza sosta. In queste condizioni, è estremamente difficile per gli agenti di polizia penitenziaria, per i volontari e per gli altri operatori presenti in carcere riconoscere i segni e prevenire il disagio interiore che vivono gli anziani e le altre categorie più fragili di detenuti. Un disagio che, a volte, può far sembrare la morte la via di uscita più facile”.
Un altro caso di suicidio sempre nel penitenziario di Rebbibbia è stato invece segnalato dal Garante dei detenuti di Roma Capitale, Filippo Pegorari che racconta: “Un detenuto di 75 anni che si trovava al nuovo complesso di Rebibbia e che aveva ottenuto i domiciliari poco prima di usufruire del beneficio si è suicidato. La notizia ha sconvolto tutti – prosegue – non soltanto i compagni di reparto ma anche la direzione carceraria che visto l’età del detenuto e la salute dello stesso erano contenti che l’uomo potesse tornare a casa. Non conosciamo ancora i motivi del gesto dell’uomo ma la sua morte addolora tutti”.

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