da http://www.osservatoriorepressione.org/
Martedi 24 gennaio con l'ennesima mossa repressiva, la forza pubblica di Modena ha nuovamente colpito il Guernica e il suo progetto sociale.
4 compagni agli arresti domiciliari e 10 compagni con l'obbligo di firma, tra cui due compagni di Rifondazione Comunista.
E' evidente come, nel tentativo di farci passare come criminali, si voglia colpire un progetto sociale riconosciuto oramai da tante realtà politiche e associative della città di Modena, ma anche da artisti e singoli genitori di ragazzi, che stanno vedendo il Guernica come un luogo e un modo di pensare diverso all'interno di questa città e di questa crisi.
Non è un caso che questi arresti arrivino dopo uno sgombero e una serie di multe subite dal movimento studentesco insieme ad altre denunce molto gravi.
Il Guernica con i suoi laboratori, le sue attività culturali, la palestra popolare, e la sua socialità che parte dal basso, ha oramai lasciato il segno, scardinando tutta una serie di dogmi che questa città si porta avanti dal oltre sessant'anni ed evidentemente il fatto che soggetti stiano tornando a pensare con la loro testa, affrontino e si mettano in prima persona a denunciare una serie di problematiche sociali, come possano essere la casa, la chiusura di fabbriche o una politica locale che non è più in grado di dare risposte alla città, da molto fastidio al potere modenese.
Ci vengono contestati, insieme ad altre cose, i fatti del 28 di ottobre: dagli atti che ci hanno consegnato pare di capire che si deve riconoscere libertà di parola a coloro che fanno apologia di fascismo, visto che è scritto chiaramente che si svolgeva una commemorazione della marcia su Roma. In un documento del tribunale, in altri termini, pare che venga stracciata la costituzione di questa repubblica.
La contraddizione è talmente palese che lo stesso sindaco di Modena Pighi, nelle sue dichiarazioni in merito a quel convegno, aveva detto che non di doveva tenere.
Inoltre il potere locale modenese non si fa scrupoli nel rovinare la vita a singoli compagni, che dovrebbero essere considerati innocenti fino ad eventuale condanna e lo si capisce non solo con i domiciliari, che vengono comminati prima del processo per persone che abitano e vivono qui ed in nessun modo intendono fuggire e che qui studiano e lavorano, ma anche con l'imposizione dell'obbligo di firma alle ore 16,00, orario proibitivo per molti compagni che a differenza di quello che certi personaggi pensano, hanno un lavoro o una attività in proprio. In pratica viene negata a priori, prima del processo, la possibilità di questi compagni di recarsi a studiare e a lavorare. La loro vita è già rovinata, prima ancora che siano stati giudicati.
Diventa evidente a tutti dopo quello che è successo: a Modena si colpiscono progetti sociali e antifascisti, mentre si legittimano i responsabili di questa crisi e la libertà di sventolare l'apologia di fascismo.
Le compagne/i del Guernica
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