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Pubblicato: martedì 03 gennaio 2012 da AlterEco
L’UNEP, lo United Nations Environment Programme, ha avviato un progetto per generare energia rinnovabile dagli scarti agricoli in Pakistan, esattamente nel distretto di Sanghar, un’area rurale della provincia di Sindh, nella parte centro-orientale del Paese. In questa zona vivono quasi due milioni di persone, coltivando grano, cotone, canna da zucchero, riso e mais. Colture che garantiscono cibo e lavoro alle popolazioni locali.
A latitare è invece l’accesso ad una fonte affidabile di energia per i consumi domestici. Le donne utilizzano legno ed altre biomasse in stufe rudimentali (e rischiose) per cucinare e riscaldare l’acqua per i pasti. L’International Environmental Technology Centre (IETC), con sede in Giappone, in collaborazione con la Mehran University of Engineering and Technology di Jamshoro, ha quantificato gli scarti agricoli presenti nell’area per calcolarne il potenziale energetico.
Sui campi rimanevano ben 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti, non tutte utilizzabili però per produrre energia. Quelle disponibili, ad ogni modo, erano capaci di generare energia quanto 1,07 milioni di tonnellate di legna da ardere, soddisfacendo i consumi di circa 400 mila famiglie. I ricercatori hanno poi esaminato l’utilizzo degli scarti agricoli da parte dei contadini e degli allevatori, per evitare conflitti e per non sottrarre materie prime preziose alla popolazione.
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www.NewFaces.it/Casting_Rai Ricerchiamo Attori Cantanti Modelli x casting RAI ContattaciL’impianto è stato costruito, al costo di due milioni di rupie (23 mila dollari), dietro la Sanghar Sugar Mills che ha fornito sia il terreno che i fondi. L’inaugurazione si è svolta nell’agosto del 2011. L’impianto sta producendo ogni giorno 50 metri cubi di biogas, a fronte di 400 chilogrammi di scarti agricoli. Inoltre, fornisce 200 chili di fertilizzante liquido e 150 chili di fertilizzante solido.
Il biogas prodotto è sufficiente a soddisfare il fabbisogno di venti famiglie, grazie ad energia che altrimenti sarebbe andata sprecata. Se venissero costruiti altri impianti simili il problema dell’approvvigionamento energetico nelle aree rurali verrebbe parzialmente risolto.
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