da .osservatoriorepressione.
Un altra giornata di mobilitazione e resistenza popolare in Val Susa contro la costruzione della Tav.
L’otto dicembre non è il ventitré ottobre quando il movimento Notav fu costretto ad una giornata di lotta simbolica. Oggi chi aveva intenzione di dimostrare pacificamente ha seguito il serpentone che da Susa ha raggiunto l’autoporto: famiglie, gruppi cattolici, istituzioni, circa quindicimila persone. Chi invece ha scelto per una protesta attiva è andato presso la baita presidio adiacente al cantiere. I punti di partenza erano due ed entrambi i cortei si sono sviluppati lungo impervi sentieri di montagna. Alle tredici circa duemila manifestanti si sono sparpagliati lungo le reti attuando un pressione non simbolica. La reazione delle forze dell’ordine è stata molto dura ed un fitto lancio di lacrimogeni è piovuto tra i Notav. Sono stati usati anche idranti verso coloro che tentavano di tagliare le recinzioni. Il lancio di lacrimogeni in mezzo alla folla è durato un’ora circa ed ha scatenato anche un incendio. Un giovane manifestante è stato centrato in pieno viso ed ha riportato danni seri.
Alle tre del pomeriggio le forze dell’ordine sono uscite dalle recinzioni ma solo pochi manifestanti sono indietreggiati. Anche in questo caso i lacrimogeni sono stati sparati a pochi metri dalla baita che, sempre di più, si dimostra un avamposto Notav molto difficile da espugnare. Un gigantesca nuvola di fumo tossico si è depositata lungo la val clarea rendendo l’aria irrespirabile.
La maggior parte dei manifestanti che hanno circondato il cantiere erano valsusini ma gruppi di veneti, romani e bresciani erano presenti. Nutrita anche la partecipazione dei francesi della Savoia. Mentre in presso la baita presidio infuriava la battaglia un gruppo di Notav bloccava l’autostrada nei pressi di Susa e montava un palco in mezzo alla carreggiata. L’incontro-festa-presidio dovrebbe durare fino a domani mattina. La viabilità nella prima domenica dello sci è così bloccata.
Buona parte dei manifestanti presenti al cantiere si è detto soddisfatto della pressione attuata. Il movimento ha voluto dimostrare che non esistono governi amici, men che meno quello composto dai banchieri.
L’otto dicembre non è il ventitré ottobre quando il movimento Notav fu costretto ad una giornata di lotta simbolica. Oggi chi aveva intenzione di dimostrare pacificamente ha seguito il serpentone che da Susa ha raggiunto l’autoporto: famiglie, gruppi cattolici, istituzioni, circa quindicimila persone. Chi invece ha scelto per una protesta attiva è andato presso la baita presidio adiacente al cantiere. I punti di partenza erano due ed entrambi i cortei si sono sviluppati lungo impervi sentieri di montagna. Alle tredici circa duemila manifestanti si sono sparpagliati lungo le reti attuando un pressione non simbolica. La reazione delle forze dell’ordine è stata molto dura ed un fitto lancio di lacrimogeni è piovuto tra i Notav. Sono stati usati anche idranti verso coloro che tentavano di tagliare le recinzioni. Il lancio di lacrimogeni in mezzo alla folla è durato un’ora circa ed ha scatenato anche un incendio. Un giovane manifestante è stato centrato in pieno viso ed ha riportato danni seri.
Alle tre del pomeriggio le forze dell’ordine sono uscite dalle recinzioni ma solo pochi manifestanti sono indietreggiati. Anche in questo caso i lacrimogeni sono stati sparati a pochi metri dalla baita che, sempre di più, si dimostra un avamposto Notav molto difficile da espugnare. Un gigantesca nuvola di fumo tossico si è depositata lungo la val clarea rendendo l’aria irrespirabile.
La maggior parte dei manifestanti che hanno circondato il cantiere erano valsusini ma gruppi di veneti, romani e bresciani erano presenti. Nutrita anche la partecipazione dei francesi della Savoia. Mentre in presso la baita presidio infuriava la battaglia un gruppo di Notav bloccava l’autostrada nei pressi di Susa e montava un palco in mezzo alla carreggiata. L’incontro-festa-presidio dovrebbe durare fino a domani mattina. La viabilità nella prima domenica dello sci è così bloccata.
Buona parte dei manifestanti presenti al cantiere si è detto soddisfatto della pressione attuata. Il movimento ha voluto dimostrare che non esistono governi amici, men che meno quello composto dai banchieri.
Da segnalare l'ennesima vergognosa ricostruzione da parte dei media che accusano i no tav di aver appiccato gli incendi
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