Siamo indignati e amareggianti, per quanto è successo giovedì pomeriggio in Clarea. Abbiamo visto con i nostri occhi e abbiamo vissuto in prima persona la violenza con la quale lo stato Italiano ha deciso di appoggiarsi al movimento NO TAV della Valle di Susa. Eravamo in tanti, erano tanti i ragazzi della valle che hanno deciso di partecipare alla manifestanti e nutrito è stato anche il numero di studenti che sono saliti su da Torino. L’ultima fase della giornata ha visto mettere in pratica una violenza inaudita da parte delle forze dell’ordine, le quali hanno fatto un uso indiscriminato di lacrimogeni e hanno messo in campo delle cariche selvagge, ed è proprio in questa ultima fase che il comitato giovani no tav ha subito maggiormente gli effetti della violenza che da mesi soffoca la democrazia nella nostra valle. Tre ragazzi sono rimasti feriti da queste ultime azioni violente della polizia, due sono stati colpiti con i bossoli di lacrimogeno uno e rimasto vittima dei manganelli e dei calci dei cosidetti uomini della sicurezza. Il ragazzo che ha riportato ferite gravi è il nostro amico Yuri, che è stato raggiunto in faccia da un lacrimogeno al CS sparato ad altezza uomo, subito tutti i ragazzi li attorno sono accorsi a soccorrerlo con l’ausilio dei medici del movimento, abbiamo subito cercato di portarlo all’ospedale ma la strada era bloccata dalla polizia, la quale non ci ha fatto passare anche dopo aver visto Yuri che versava in uno stato incosciente e che perdeva sangue : ci è voluto un’ora di contrattazione con la polizia prima di avere il permesso di poter passare per portare Yuri e gli altri feriti all’ospedale. Siamo tornati a casa tutti quanti amareggiati per quanto accaduto e tutti con molta meno credibilità nelle forze dell’ordine dopo aver visto che non hanno mosso un dito per un’ora, con davanti ai loro piedi un ragazzo di sedici anni gravemente ferito. Non volevano farci passare neppure quando era un medico a dire che era un ferito che bisognava portarlo immediatamente all’ospedale. Crediamo che in uno stato civile un comportamento del genere da parte della polizia sia inaccettabile, non possiamo pensare che un ragazzo di 16 anni gravemente ferito, che ha perso i sensi, debba stare sdraiato su una roccia per circa un’ora ad aspettare un permesso per andare all’ospedale. Sappiamo che andare in Clarea in determinate occasioni può essere pericoloso, e giovedì lo abbiamo capito ancora di più. Sapere che dalla nostra parte non abbiamo partiti politici ma abbiamo solo ed esclusivamente la ragione, è la cosa che ci spinge a rischiare ogni volta e a ritornare in quei luoghi in cui abbiamo assistito a delle violenze incredibili. Vogliamo rischiare, vogliamo sacrificarci, perché sappiamo che se ci sacrifichiamo oggi e fermiamo questa grande opera ci sacrificheremo di meno nel futuro della nostra vita. Per tanto siamo pronti a ritornare in Clarea, siamo pronti a ritornare davanti a quelle recinzioni, siamo pronti a riprenderci il nostro futuro e la democrazia di questo paese.Forza Yuri, siamo tutti con te!!!
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