da notav.info
Submitted by admin on 4 novembre 2011 – 17:57No Comment
di Giulia Zanotti per NuovaSocietà.it
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Intanto, si cerca in ogni maniera di
contrastare la protesta della popolazione della Val di Susa, con
l’inasprimento delle pene, per impaurire e tenere lontani dalle
recinzioni del fortino di Chiomonte gli attivisti del movimento No Tav.
Così, chiunque entrerà nelle aree del cantiere rischierà fino a un anno di carcere e una multa di 309 euro. Non solo. Si sta valutando seriamente l’ipotesi di costruire un muro attorno alla zona per evitare ulteriori tentativi di taglio alla reti. Infatti, l’attuale recinzione, altissima e circondata da filo spinato, non è bastata a respingere gli uomini e le donne del movimento. Addirittura la spesa per il cantiere ha subito un’impennata proprio a causa di queste azioni, incidendo del 30% sul budget del cantiere. Niente male come risultato di sabotaggio della disobbedienza civile. Un duro colpo, che sommato agli stipendi, agli straordinari, delle forze dell’ordine, portano i costi alle stelle. E tutto questo solo per il primo passo di un’opera, la Tav, di cui nessuno sente veramente l’esigenza.
Così, chiunque entrerà nelle aree del cantiere rischierà fino a un anno di carcere e una multa di 309 euro. Non solo. Si sta valutando seriamente l’ipotesi di costruire un muro attorno alla zona per evitare ulteriori tentativi di taglio alla reti. Infatti, l’attuale recinzione, altissima e circondata da filo spinato, non è bastata a respingere gli uomini e le donne del movimento. Addirittura la spesa per il cantiere ha subito un’impennata proprio a causa di queste azioni, incidendo del 30% sul budget del cantiere. Niente male come risultato di sabotaggio della disobbedienza civile. Un duro colpo, che sommato agli stipendi, agli straordinari, delle forze dell’ordine, portano i costi alle stelle. E tutto questo solo per il primo passo di un’opera, la Tav, di cui nessuno sente veramente l’esigenza.
Nei prossimi giorni, invece, la Ltf,
società responsabile del tratto comune del futuro collegamento
ferroviario, invierà le lettere per occupazione temporanea ai settanta
proprietari della zona attorno alla baita Clarea. Sono, infatti, quelli i
due ettari di terreno che mancano per completare i sette che formano
l’area del cantiere, estesa quindi per quasi duemila cinquecento metri
quadrati.
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