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giovedì 3 novembre 2011

FUKUSHIMA "SICURA": SERVIRANNO TRENT'ANNI

da l'indispettito


Quanto tempo sarà necessario per guarire dall'incidente, tutt'ora in corso ma silenzioso, maturato non troppi mesi fa nella centrale nucleare di Fukushima? Quanto tempo sarà necessario per garantire nuovamente sicurezza  e tutela ai territori ed alle popolazioni coinvolte dai disastrosi effetti dello tsunami?
Il silenzio maturato dai mass-media e dai mezzi di informazione non rende pieno merito alle ultime novità emerse dalla terra nipponica. Serviranno, secondo stime ottimistiche, oltre trent'anni per smantellare e bonificare i quattro reattori dell'impianto nucleare in questione. 
Dallo tsunami conseguente al terremoto dell'11 marzo 2011 sono passati quasi otto mesi, all'interno dei quali è accaduto tutto il possibile: indici di radioattività non più misurabili si sono mescolati ad ingenti perdite di radioattività e territori divenuti fantasma. Un rapporto della Commissione giapponese per l'energia atomica stima, come scritto precedentemente, in trent'anni il periodo necessario a renderesicure le aree attorno alla centrale nucleare. 
Seguendo quanto citato in rete e nei mezzi di informazione, infatti, la rimozione di detriti e combustibile esausto dovrebbe iniziare a fine 2021; tutto ciò, ovviamente, sarebbe possibile solo dopo l'arresto completo dei reattori a freddo. 
Con quali costi sarebbe possibile eseguire e completare queste operazioni di bonifica?
L'arresto completo dei reattori a freddo era, seguendo fonti di informazione provenienti dalla Tepco, stato preventivato comunque per metà gennaio 2012. A prescindere dalla tempistica, è essenziale notare come questi trenta, lunghissimi, anni siano vincolati alla messa in sicurezza del visibile
Entro quanto tempo sarà invece possibile assorbire completamente quella minaccia tutt'ora presente e costituita dagli indici di radioattività dispersi? Nell'incidente più grave dopo (forse?) quello di Chernobyl del 1986 sembra, purtroppo, sceso un grave silenzio da parte delle autorità mondialmente competenti in materia di informazione. 
Dal 1986, in quelle zone, rimangono indici di radioattività percepita ancora molto alti: sotto questo punto, anche a Fukushima, servirà forse molto più tempo. 
Sullo sfondo, non da ultimo, una possibile fissione nucleare localizzata. 

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