da scuolalibertaria
Sabrina fa la terza media, è una tipa riflessiva, non è molto epansiva. Il programma di terza media prevede l'età contemporanea, Ottocento e Novecento, e va da sé che non si può escludere il pensiero anarchico che ha segnato fortemente la cultura dei due secoli. Un giorno ho anche parlato del mio essere anarchico, penso glielo dovessi, ho preso anche la chitarra e cantato loro 'dimmi bel giovane' spiegando poi il significato legato alla Comune di Parigi, poi ho illustrato anche la simbologia dell'anarchia, dove, tra gli altri simboli, si trova il gatto nero. Sabrina, alla fine dell'ora, mi ha regalato un disegno, quel bel gatto nero che vedete nell'immagine. Non glielo avevo imposto, la sua è stata una scelta autonoma, un esempio di 'mimesis' spontanea che denuncia il suo 'sentirsi quella cosa' (vedi anche l'esempio di Luigi). Mi preme fare la seguente riflessione.Lo studio dell'anarchia e dei suoi padri mi ha spalancato due porte, una consequenziale all'altra. La prima, mi ha portato a scoprire tutt'un mondo parallelo di conoscenza, di cultura, un mondo di intellettuali tenuti espressamente nascosti dal sistema educativo nazionale, seppur di riconosciuto spessore*; la seconda porta, per conseguenza, mi ha condotto in modo del tutto naturale nella conoscenza delle bugie profuse dal sistema. Viviamo di fatto in una bugia costante.
Questa conoscenza mi aiuta moltissimo nel mio lavoro con i ragazzini, ed è sorprendente come essi rispondano con un feedback attivo e spontaneo ai concetti di libertà, come se conoscano da sempre la verità, quindi anche la bugia imposta dallo Stato. Lo dicono i fatti. Quando ai ragazzini spiego le necessità umane di libertà, di fratellanza di giustizia, applicando veramente tali concetti, mostrando loro -con la mia persona- il come si fa (un esempio), essi sono come rapiti, sono felici, come se avessero trovato finalmente la serratura giusta per la loro chiave. Ciò spiega il loro entusiasmo nel replicare le cose apprese senza che io lo imponga in un tradizionale compito in classe.
Ogni loro disegno, spontaneo, -come quello nell'immagine- è una prova del fatto che hanno davvero imparato (e non studiato pedissequamente). Essi vivono le lezioni, non le subiscono, e riproducono per 'mimesis' quello che hanno imparato, o meglio, quello che conoscevano già, che portano già dentro. Sapeste quanto sono felici nel prodursi in queste espressioni che valgono più di mille noiose verifiche! Brava Sabrina!
* Solo un esempio tra mille:
Noam Chomsky, linguista, professore emerito al Massachusetts Institute of Technology, anarchico, definito dal New York Times 'il più importante intellettuale vivente'. Da The Nation: 'una fonte inesauribile di sapere'.
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