da osservatorio sulla repressione
Un
uomo di 40 anni, che era internato nell’ospedale psichiatrico
giudiziario di Reggio Emilia, si è impiccato nella sua stanza questa
mattina dopo il colloquio con i familiari. Lo ha reso noto il sindacato
della polizia penitenziaria Sappe, aggiungendo che - nonostante
l’immediato intervento del personale sanitario dell’ospedale
psichiatrico e degli operatori del 118 - non c’è stato niente da fare
per l’uomo, “che aveva commesso tre omicidi”.
L’uomo
- spiega Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto del
Sappe - era ristretto in uno dei cinque reparti gestiti esclusivamente
da personale medico e paramedico, dove si svolge la sperimentazione
sulla sanitarizzazione degli ospedali psichiatrici, cioè la gestione
affidata al solo personale medico e paramedico, senza la presenza del
personale di polizia penitenziaria.
“Dobbiamo
ricordare - aggiunge Durante - che esiste una legge che prevede la
dismissione di tali strutture, con passaggio delle stesse all’esclusiva
competenza della sanità e relativa territorializzazione dell’esecuzione
di tali misure. Oggi, in Italia, esistono sei ospedali psichiatrici,
ognuno dei quali ha una competenza extraregionale. Ogni regione dovrebbe
dotarsi di una propria struttura, per ospitare gli internati
appartenenti al proprio territorio. L’Emilia-Romagna ha già firmato un
protocollo d’intesa con il Dipartimento dell’ Amministrazione
penitenziaria, anche se al momento sembra che nessuna delle regioni
interessate abbia individuato la struttura per ospitare gli internati.
Bisogna comunque tenere conto del fatto che alcuni di questi internati
sono soggetti molto pericolosi, per i quali è necessario dotarsi di
strutture adeguatamente attrezzate”.
È
Omar Bianchera, un autotrasportatore di 45 anni che il 25 aprile dello
scorso anno aveva ucciso nel Mantovano - con due pistole e un fucile a
pompa - l’ex moglie, una vicina di casa e un conoscente con cui in
passato aveva avuto rapporti di affari, l’uomo che si è impiccato questa
mattina nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Reggio Emilia.
Appena
due settimane fa, il 28 ottobre, Bianchera era stato condannato a
vent’anni di carcere più cinque di cura in ospedale psichiatrico. La
sentenza era stata pronunciata a porte chiuse dal Gup di Mantova,
Gianfranco Villani; il Pm aveva chiesto l’ergastolo. Sulla sentenza ha
pesato la perizia psichiatrica che aveva dichiarato l’imputato
seminfermo di mente. Bianchera - già detenuto nell’Opg reggiano - aveva
assistito impassibile all’udienza e alla lettura della sentenza.
L’uomo,
dopo il triplice omicidio compiuto tra Volta Mantovana e Monzambano,
era fuggito per essere poi rintracciato ad Anfo, nel Bresciano, dove si
era arreso senza opporre resistenza.
fonte: Ansa
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