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Le festività natalizie sono il momento ideale per realizzare il desiderio di un modo di vivere più gentile, armonico e coerente.
Anche quest’anno un menu all’insegna del gusto, della fantasia e della non violenza. Piatti vegetariani che liberano il palato da crudeli tradizioni alimentari, ampliano gli orizzonti della sensibilità individuale e consentono di celebrare davvero, estendendo consapevolezza e rispetto fino a includervi tutti gli esseri viventi.
Regali cruelty free, donazioni mirate, tavole senza brandelli di animali…è con la vita che si festeggia la vita.
Anche quest’anno un menu all’insegna del gusto, della fantasia e della non violenza. Piatti vegetariani che liberano il palato da crudeli tradizioni alimentari, ampliano gli orizzonti della sensibilità individuale e consentono di celebrare davvero, estendendo consapevolezza e rispetto fino a includervi tutti gli esseri viventi.
Regali cruelty free, donazioni mirate, tavole senza brandelli di animali…è con la vita che si festeggia la vita.
In queste pagine troverete:
• Piccola guida agli ingredienti e alle ricette base
• Verso un'alimentazione senza crudeltà
• Un Natale tutto consapevole
• Il menù da stampare e diffondere
Quest'anno promuoviamo anche un menù alternativo, crudista, proposto da Miss Vanilla, che ringraziamo.
un'alimentazione senza prodotti animali
è più salutare e meno violenta, riduce il rischio di contrarre molte malattie aiuta a conservare i terreni agricoli, l'acqua ed altre fonti di produzione di cibo indispensabili per la sopravvivenza dei nostri figli e dei loro figli.
rende i cereali, che ora vengono utilizzati per nutrire gli animali "da carne" e "da latte", disponibili per chi nel mondo soffre la fame.
contribuisce a preservare le foreste, i prati e altri ambienti naturali
risparmia a tanti animali (35 l'anno e 2700 a testa nel corso di una vita umana di lunghezza media - [fonte dati Farm USA ] ) il destino di essere imprigionati ed ammassati in gabbie, privati di tutto, mutilati, manipolati, trasportati e infine macellati senza (o con insufficiente) considerazione per la loro capacità di provare dolore e sofferenza.
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