da notav.info
Submitted by admin on 12 novembre 2011 – 14:01No Comment
Il
meccanismo in sintesi è il medesimo che ha visto protagonista la ditta
Geomont. La Italcoge spa è o meglio era una ditta di proprietà della
famiglia Lazzaro di Susa in val di Susa appunto. Da sempre una ditta
coinvolta nelle peggiori speculazioni edilzie in valle e non solo (per
un periodo anche occupata alla “costruzione” della famosa autostrada
Salerno Reggio Calabria).Questa ditta era stata coinvolta nella
primavera del 2011 dall’osservatorio sulla Torino Lione presieduto dal
commissario Virano nella preparazione dei cantieri di Chiomonte per il
tunnel geognostico della Maddalena. Con atteggiamento servile aveva
fornito i mezzi usati dalla polizia per distruggere e sgomberare il
presidio della Maddalena il 27 giugno 2011 (ruspe e pinze meccaniche).
Aveva poi lasciato a disposizione i bulldozer usati contro i
manifestanti no tav nella giornata del 3 luglio e che alla guida dei
poliziotti avavano di fatto distrutto l’area archeologica della
Maddalena provocando addirittura le dimissioni dell’allora assessore
alla cultura di Chiomonte. I medesimi mezzi erano poi stati utilizzati
durante il mese di luglio per allargare le recinzioni ed arrivare alla
porzione ad oggi occupata della futura area di cantiere. All’inizio di
agosto arriva però la doccia fredda per la famiglia Lazzaro e per lo
stesso commissario Virano, la Italcoge è dichiarata fallita dal
tribunale di Torino. Subito i protagonisti minimizzano e in perfetto
stile berlusconiano accusano i giudici di faziosità. Si scopre però che
come per la geomont il fallimento è dovuto al mancato pagamento di
numerosi milioni di euro di tasse, un bel fallimentone alla faccia del
piccolo dissesto dichiarato ai media. Un problema resta però nascosto
all’opinione pubblica, la ditta aveva acquistato per conto di LTF (il
general contractor italo francese per la costruzione della Torino Lione)
centinaia di metri di recinzioni in calcestruzzo (new jersey) per la
preparazione del cantiere. Questo materiale finisce così sotto tutela
del giudice fallimentare che lo sequestra e lo blocca appunto in un
magazzino a Susa. Qui iniziainiza il bello della vicenda, apprendiamo
che nei giorni passati questo materiale è stato trasportato a Chiomonte
nel recinto occupato dalla polizia. Come è stato possibile? Semplice,
basta conoscere un po’ l’Italia e la questione tav per venirne a capo. I
materiali della ditta Italcoge sono stati affittati con un canone
mensile alla ITALSERVIZI altra ditta della famiglia Lazzaro
evidentemente vergine dal punto di vista fiscale che è stata coinvolta
da LTF nei lavori per la preparazione del cantiere di Chiomonte in
sostituzione della ITALCOGE. Come questo sia stato possibile non è dato a
sapersi ma di fatto i medesimi speculatori possono continuare impuniti
il loro furto di denaro pubblico. Per il movimento no tav quindi non
resta altro che la resistenza per fermare questo immane ed inutile
spreco. Da anni ogni via legale è stata preclusa al movimento, migliaia
di pagine di ricorsi e appelli istituzionali sono stati cestinati e la
magistratura come in questo caso lavora a braccetto con chi la val di
Susa la vuole distruggere. Fortunatamente queste notizie non lasciano a
bocca aperta nessuno in val di Susa ma sono solo un’ulterirore conferma
di quanto da anni il movimento no tav sostiene. Devono però far
riflettere chi guarda dall’esterno a questa vicenda o è poco informato
dei fatti e a volte ricade in un giudizio distorto dall’immagine che le
televisioni e i giornali da tempo danno di questa lotta. Se si conosce
l’argomento e i protagonisti di questo affare non si può che essere NO
TAV!
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