DA OSSERVATORIO SULLA REPRESSIONE
La
giornata del 15 ottobre, lanciata dagli indignados spagnoli, ha
raccolto l’adesione di oltre 1000 città in tutto il mondo. Questo nuovo
movimento globale nasce nella cornice globale di una crisi strutturale
del capitalismo, che ha prodotto negli ultimi mesi forme di resistenza
in tutto il mondo: dal Cile a Londra, dalla Grecia a New York City.
E’
innegabile che il corteo italiano, partecipato da centinaia di migliaia
di persone, sia incappato in un cortocircuito tra il percorso e
l’organizzazione del corteo e la rabbia diffusa dalla percezione ormai
generalizzata di una crisi e delle misure di austerity che ogni giorno
sottraggono il futuro a un’intera generazione.
Il
corteo è stato spezzato in due dall’intervento della polizia, subendo
cariche della celere nella parte centrale, mentre in piazza S. Giovanni
-piazza autorizzata come conclusione del corteo- migliaia di persone
resistevano ai folli caroselli dei blindati delle forze dell’ordine.
Si sta creando nel paese un pesante clima di repressione che vorrebbe far venire meno le garanzie minime dello stato di diritto.
E’ in atto un tentativo di far rientrare nelle politiche di austerity un inasprimento del misure cautelari e penali.
Alle
decine di perquisizioni in tutta Italia, e alle inaccettabili proposte
di ritornare all’uso di leggi speciali (e anche all’inquietante uso
delatorio dei social network), ci sembra doveroso rispondere con forza
chiedendo innanzitutto l’immediata scarcerazione dei 12 arrestati.
NON SI PUO’ CRIMINALIZZARE UNA GENERAZIONE!
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