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venerdì 9 settembre 2011

Roma: Fermati otto ragazzi del collettivo Senza Tregua che contestavano Berlusconi

da osservatoriorepressione

Ricordate la frase di Berlusconi “vado via da questo paese di merda”? Abbiamo pensato di riutilizzare queste parole rimettendole nell’ordine giusto, e di presentarle direttamente al presidente del consiglio, oggi invitato a parlare alla festa nazionale dei giovani del pdl. “Berlusconi la merda sei tu. Via da questo paese.”, c’era scritto sullo striscione che gli siamo andati a portare.
Siamo studenti medi ed universitari e giovani precari, contrari a questa manovra, che ancora una volta sarà pagata da chi ogni giorno vive sulla propria pelle i risultati della crisi. Una manovra scritta a Bruxelles e accettata da un governo fantoccio, pronto a tutto pur di rimanere al suo posto. Un diktat dell’Unione Europea e della Banca Centrale Europea, che attraverso il ricatto del debito pubblico, condannano i lavoratori italiani ad una vita di sacrifici, per il profitto della finanza e della grande industria. Contestiamo l’aumento dell’Iva, un’imposta regressiva che colpisce maggiormente le famiglie e le classi sociali più deboli; l’abolizione di fatto dell’articolo 18 che universalizza a tutti i lavoratori la condizione di precarietà, ormai divenuta sinonimo stesso di lavoro; i tagli agli enti locali e ai servizi pubblici che peseranno ancora una volta sulla scuola, sull’università e sulla sanità.
Chiediamo le dimissioni di questo governo fantoccio e lanciamo a tutti l’appello alla mobilitazione contro questa manovra a partire da lunedì pomeriggio a Piazza Monte Citorio.
Diciamo no all’Unione Europea e alle sue politiche contro i lavoratori e gli studenti, sempre al fianco delle banche e delle grandi imprese. Il debito pubblico è un ricatto inaccettabile:
Facciamo come in Islanda: noi il debito non lo paghiamo. Perché la crisi sia pagata da chi l’ha provocata e non sia un occasione di ulteriore profitto sulle spalle di chi lavora.
Per vent’anni abbiamo subito queste politiche e di fronte ad un futuro sempre più nero fatto di precarietà, insicurezza ed assenza di diritti, non ci rassegniamo a questa condizione. Contro questo governo e questo sistema è ora di alzare la testa. È ora di organizzare il contrattacco.

La lotta è senza tregua.

collettivo studentesco SENZA TREGUA

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