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martedì 27 settembre 2011

Nestor Makhno

da ita.anarchopedia.org

Nestor Makhno nel 1909
Nestor Makhno (Guliai-Polé, Ucraina 27 ottobre 1889 - Parigi, 25 luglio 1934) è stato un anarchico ucraino combattente nella rivoluzione ucraina. Osteggiato tanto dai reazionari "bianchi" quanto dai bolscevichi della rivoluzione russa, ed esponente di primo piano del comunismo-anarchico internazionale.

Indice

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[modifica] Biografia

Nestor Makhno nacque il 27 ottobre 1889 a Guliai-Polé, in Ucraina, presso una povera famiglia di contadini. Le ristrettezze economiche familiari lo costrinsero a lavorare duramente sin da piccolo, facendogli subito odiare ogni genere di sopruso e sopraffazione.
La prima rivoluzione russa del 1905 lo vide attivo nelle file degli anarchici, divenendo un militante infaticabile. Questo suo attivismo gli costò, nel 1908, una condanna all’impiccagione, ma poi, per via della sua giovane età, le autorità zariste gli commutarono la pena in carcere a vita.
Durante gli anni del carcere, scontati a Mosca, divenne amico dell’anarchico Petr Arshinov che lo aiutò ad approfondire e ad elaborare meglio le proprie convinzioni libertarie. I successivi eventi della rivoluzione russa fecero sì che il 1° marzo 1917, come tutti gli altri detenuti politici, venisse liberato dall’insurrezione proletaria. Makhno allora rientrò nel suo paese natale, dove fu tra i promotori dell’organizzazione di libere comuni, del soviet locale di contadini e della collettivizzata la terra.
L'autogestione libertaria delle masse contadine si estese in una intera regione popolata da sette milioni di abitanti. Essa formava una specie di cerchio di 280 km di profondità per 250 di larghezza, il cui centro era Gulyai-Polyé, un grosso borgo di 20-30.000 abitanti. Questa regione fu tradizionalmente ribelle e ostile alle autorità di qualsivoglia colore politico, e fu nel 1905 teatro di violenti tumulti.
Nestor Makhno
Dopo la pace di Brest-Litovsk, firmata da Lenin il 3 marzo 1918, che cedeva l'Ucraina alla Germania, le truppe germaniche invasero il Paese e lo occuparono. Gli anarchici si organizzarono in un esercito di liberazione partigiano, mentre Makhno e una delegazione si recarono nella Russia bolscevica al fine di ottenere la collaborazione e l'aiuto dai compagni anarchici (durante questo viaggio ebbe un incontro emozionante con il suo "idolo", Pëtr Kropotkin).
Makhno, che ormai godeva di notevole prestigio tra la sua gente, formò battaglioni di contadini e operai per combattere l’invasore tedesco. L’armata Makhnovista dovette combattere contro le “armate bianche” (filo-zariste) dei controrivoluzionari, spesso sostenuti dagli invasori germanici che però si ritirarono dall’Ucraina con la firma del trattato di pace dell'11 novembre 1918.
Nel settembre e ottobre 1918 i libertari dovettero affrontare la reazione della Petliura (la petliurovskina era un movimento della borghesia ucraina) guidata da Denikin. Per sei mesi fu una lotta accanita, i partigiani libertari furono “costretti” ad allearsi con i bolscevichi al fine di sconfiggere i nemici della rivoluzione, nonostante Nestor Makhno vedesse nei “rossi” un effettivo pericolo per la libertà del suo popolo. Infatti i bolscevichi non si rivelarono sempre preziosi alleati, anzi spesso agevolarono l’avanzata dei “bianchi”, poiché temevano l’influenza e il fascino che i machnovisti esercitavano sulla popolazione. La paura della sua influenza sulla popolazione fu tale che Lev Trotskij avrebbe dichiarato che sarebbe stato meglio consegnare l'Ucraina ai "bianchi" piuttosto che dare possibilità alla makhnovishina di svilupparsi. Per questo posero una taglia sulla testa di Makhno.[1]
Nonostante questi “incidenti” Makhno si alleò una seconda volta con i bolscevichi quando, nella primavera del 1920, si vide costretto a respingere un altro assalto delle armate bianche, questa volta sotto il comando di Wrangel. Le truppe partigiane combatterono per mesi, fino alla disfatta dei reazionari che si concretizzò nel novembre dello stesso anno.
Makhno ritornò allora nel suo villaggio e intraprese il suo lavoro di rieducazione e di organizzazione dei contadini, ma questi progetti furono spezzati da una nuova offensiva bolscevica che mal sopportava questo progetto libertario.
Il 26 novembre 1920, Guliai-Polé fu circondata; Makhno radunò circa duemila uomini che combatterono eroicamente per rompere l’accerchiamento dell’armata rossa.
Ferito più volte fuggì, inseguito dai bolscevichi, in Romania, in Polonia, poi in Germania e infine dopo mille peripezie si stabilì a Parigi. In Francia condusse un’esistenza materialmente difficile, a causa anche della tubercolosi che lo affligeva e delle conseguenze delle numerose ferite riportate durante i vari combattimenti. Si occupò delle cure mediche la dottoressa anarchica Madeleine Pelletier. Nonostante le difficoltà incontrò Voline e Petr Arshinov, con i quali redasse la Piattaforma degli anarchici. Durante il periodo francese strinse rapporti epistolari con altri esponenti dell’anarchismo europeo, tra i quali gli italiani Errico Malatesta e Pio Turroni [2], e i libertari della rivoluzione spagnola del ‘36. Morì all’ospedale Ténon (Parigi) nella notte tra il 24 e il 25 Luglio 1934.

[modifica] Il pensiero e l’azione

Il gruppo di Nestor Makhno
Maria Nikiforova, anarchica ucraina e leader di una guardia nera anarchica. Makhno e Nikiforova si confrontarono lungamente sui metodi d'azione da intraprendere contro i "bianchi" e i "bolscevichi"
Makhno fu uomo d’azione, ma anche un profondo pensatore ed elaboratore dei principi del comunismo-anarchico. E’ interessante rilevare che mentre la maggior parte dei rivoluzionari vede negli operai la classe “eletta”, i machnovisti, essendo per la maggioranza contadini, non ebbero invece preclusioni di alcun tipo.
Furono infatti i contadini che svolsero la funzione di “avanguardia” (l’avanguardia, dal punto di vista del comunismo anarchico, va intesa in senso libertario ossia non che si eleva al di sopra delle masse, ma che svolge una funzione di guida e orientamento delle stesse) della rivoluzione ucraina. I libertari militanti più esperti che agivano nell’ambito del movimento della cosiddetta Makhnovicina (“Makhnovščina”), tra i quali Makhno, e furono più un punto di riferimento ideale, che un autentico corpo inserito nel pieno dell’evoluzione sociale che aveva luogo.
L’Ucraina libertaria era una terra formata essenzialmente da contadini, braccianti e allevatori, tutti comunque legati alla terra. È facile immaginare come gli ideali anarchici abbiano potuto fare grandi proseliti in questa zona; i terreni espropriati ai latifondisti vennero consegnati e autogestiti dai contadini e dai braccianti, nell’ambito di un sistema quindi estremamente egualitario e libertario.
Le terre collettivizzate furono organizzate in comuni o soviet del lavoro indipendenti, senza alcun condizionamento da parte di qualsivoglia autorità o “partito guida” (...si può quindi capire perché i bolscevichi temessero così tanto i machnovisti), in cui veniva semplicemente eseguita la volontà popolare e dei contadini uniti in cooperative. Nonostante i tentativi d’influenza dei bolscevichi, questi riuscirono mai ad insidiare i contadini ucraini, anche grazie al modello federativo adottato, in cui le unità produttive erano collegate fra loro localmente, per distretto, per regione ecc.
Infine, va sottolineato che durante il suo esilio in Francia furono messe ad arte delle voci calunniose su un suo presunto antisemitismo, ma lo stesso Makhno ebbe a dire: «Ogni tentativo di pogrom o di saccheggio fu da noi soffoccato sul nascere. Coloro che si resero colpevoli di tali atti furono sempre fucilati sul posto».
Inoltre, la pubblicazione ebraica Israel Pocket Library, Anti-Semitis Keter Books (Gerusalemme, 1974), cancella definitivamente queste ingiuriose accuse cadute su di lui, frutto, probabilmente, di agenti provocatori stalinisti[1].

[modifica] Il manifesto makhnovista

Chi sono i machnovisti e per che cosa si battono?
Bandiera della Machnovichina
1. I machnovisti sono operai e contadini che insorsero fin dal 1918 contro la tirannia del potere della borghesia germano-magiara, austriaca e hetmanita in Ucraina. I machnovisti sono quei lavoratori che per primi innalzarono lo stendardo della lotta contro il governo di Denikin e tutte le altre forme di oppressione, di violenza e di menzogna, qualunque fosse la loro origine. I machnovisti sono quei lavoratori sulla cui fatica la borghesia in generale, ed ora quella sovietica in particolare, ha costruito il proprio benessere ed è divenuta grassa e potente.
2. Perché ci chiamiamo machnovisti? Perché per la prima volta durante i giorni più oscuri della reazione in Ucraina, abbiamo visto tra noi un amico leale, Machno, la cui voce di protesta contro ogni forma di oppressione dei lavoratori risuonò per tutta l'Ucraina, esortando alla lotta contro tutti i tiranni, i malfattori e i ciarlatani della politica che ci ingannavano, Machno, che ora marcia deciso al nostro fianco verso la mèta finale, l'emancipazione del proletariato da ogni forma di oppressione.
3. Che cosa intendiamo per emancipazione? Il rovesciamento dei governi monarchici, di coalizione, di repubblicani, socialdemocratici e del partito comunista bolscevico, cui deve sostituirsi un ordine indipendente di soviet dei lavoratori, senza più governanti né leggi arbitrarie. Perché il vero ordine dei soviet non è quello instaurato dal governo socialdemocratico-comunista bolscevico, che ora si definisce potere sovietico, ma una forma più alta di socialismo antiautoritario e antistatale, che si manifesta nell'organizzazione di una struttura libera, felice e indipendente della vita dei lavoratori, nella quale ciascun individuo, così come la società nel suo complesso, possa costruirsi da sé la propria felicità e il proprio benessere secondo i principî di solidarietà, di amicizia e di uguaglianza.
4. Come consideriamo il sistema dei soviet? I lavoratori devono scegliersi da soli i propri soviet, che soddisferanno i desideri dei lavoratori - cioè, soviet amministrativi, non soviet di stato. La terra, le fabbriche, gli stabilimenti, le miniere, le ferrovie e le altre ricchezze popolari devono appartenere a coloro che vi lavorano, ovvero devono essere socializzate.
5. Attraverso quale via i machnovisti potranno realizzare i loro obiettivi? Con una rivoluzione senza compromessi e una lotta diretta contro ogni arbitrio, menzogna ed oppressione, da qualunque fonte provengano; una lotta all'ultimo sangue, una lotta per la libertà di parola e per la giusta causa, una lotta con le armi in mano. Solo attraverso l'abolizione di tutti i governanti, distruggendo le fondamenta delle loro menzogne, negli affari di stato come in quelli economici, solo con la distruzione dello stato per mezzo della rivoluzione sociale potremo ottenere un vero ordine di soviet e giungere al socialismo.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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