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mercoledì 17 agosto 2011

La carta brucia...

da finimondo.org

Tutte le polizie sono sorelle, come tutte le libertà, sosteneva un vecchio anarchico francese.
Dovevano saperlo bene quelle centinaia di immigrati che di recente si sono scontrati con la polizia, per ore, in quel di Bari. Erano una parte degli stranieri ammassati nel CARA, il Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo, stanchi di trascorrere le loro giornate senza far nulla, nella completa dimenticanza di se stessi e dei propri corpi. Sospesi in un limbo burocratico per via della loro temporanea condizione di apolidi, nell’attesa che l’autorità decidesse se potessero ottenere asilo politico o dovessero essere deportati verso l’inferno da cui erano fuggiti, stanchi di non esistere, hanno deciso di palesare la loro esistenza anche in assenza di un documento che la affermasse concretamente. Hanno incendiato parte della struttura in cui erano alloggiati, consci che distruggere il recinto in cui si è rinchiusi è un buon modo per far vedere che si esiste; poi hanno bloccato il traffico ferroviario ed autostradale per ore, causando enormi disagi nei collegamenti tra sud e nord e tra coloro che si recavano al lavoro o in vacanza, e tutti hanno dovuto accorgersi di loro. Infine, all’arrivo dei poliziotti, li hanno attaccati, riconoscendo in essi i garanti della loro condizione di inesistenza, come pure i detentori della violenza che credevano di essersi lasciati alle spalle, fuggendo dai propri paesi.
È bastata la mancanza di un documento, un banale pezzo di carta, per incendiare gli animi.
Contemporaneamente, in un palazzo di Milano, la Borsa andava a picco e venivano bruciati 15 miliardi di euro. Denaro virtuale, ma pur sempre denaro, anch’esso fatto di carta. Identica ma allo stesso tempo profondamente differente da quella dei documenti che attendevano gli inesistenti immigrati di Bari, in relazione strettissima tra loro; perché è nel nome della carta moneta, tramite la finanza internazionale che viaggia veloce, in un click, che si creano le condizioni di sfruttamento da cui fuggono milioni di individui nel mondo. Basta un click per sostenere dittature, finanziare guerre, effettuare speculazioni che affamano popoli interi, lo stesso click che sancisce chi ha diritto al documento e chi no, chi può sperare e chi deve crepare. E non è faccenda che interessa solo chi fugge dal proprio paese, ma anche chi dall’altra parte del mondo, nel ricco ed opulento Occidente, vive condizioni di sfruttamento simile, perché è sempre negli stessi palazzi ed in nome dello stesso denaro che si decidono le delocalizzazioni produttive, le riforme del mondo del lavoro, la sottomissione dei molti per il privilegio di pochissimi, a garanzia dei quali vige tutta una serie di codici. Carta, ancora una volta…
A ben guardare, quindi, il Capitale e gli immigrati di Bari, così come tutti gli sfruttati in genere, hanno questo legame che li accomuna: la carta. Ma ci sono delle differenze. Il Capitale cerca di fare l’esatto opposto di quanto hanno fatto gli immigrati: il primo vuole rendersi invisibile, vuole occultarsi per meglio dominare le nostre vite, i secondi hanno manifestato la loro esistenza, facendosi notare per riprendere in mano le redini delle proprie vite. A guardia di questo legame, indissolubile, ci sono le polizie di tutto il mondo, sorelle tra loro; le libertà, anch’esse sorelle, hanno solo una possibilità per riuscire a trionfare: farsi scintilla.
Perché, si sa, la carta brucia…
[11/08/2011]

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