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mercoledì 29 giugno 2011

Piazza Tahrir in collera: scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. In primo piano

da infoaut



  • Editoriale_scontri_Nella notte tra ieri e oggi in migliaia si sono ritrovati ancora una volta in piazza Tahrir a Il Cairo per protestare contro il governo militare. Le forze dell’ordine hanno cercato di disperdere con cariche e lanci di lacrimogeni; i manifestanti hanno risposto con lanci di molotov e pietre.
    La giornata di ieri è figlia del clima di tensione che da giorni si respira nella capitale egiziana. Appena quattro giorni fa violenti scontri erano esplosi tra manifestanti e forze dell’ordine dopo la decisione di aggiornare a luglio il processo nel quale l'ex Ministro degli Interni Habib al-Adly dovrà rispondere dell'accusa di aver ordinato di sparare sulla folla durante le giornate che hanno portato alla cacciata di Mubarak. In questa giornata la rabbia dei parenti dei martiri della rivoluzione, per cui ancora non è stata fatta giustizia, è esplosa in un violento attacco alle forze dell’ordine con intensi lanci di pietre.
    Gli scontri, iniziati ieri, durati tutta la notte e ripresi dopo una breve pausa, sono ancora in corso.  A far montare la collera è stato l’intervento delle forze dell’ordine durante una manifestazione ad Agouza organizzata dai parenti delle vittime, intervento che ha portato ad una quindicina di arresti. Dopo gli arresti i manifestanti si sono spostati di fronte al Ministro degli Interni, vicino a piazza Tahrir dove sono iniziati gli scontri, poi proseguiti in altre zone della capitale. Centinaia di giovani hanno lanciato pietre contro le forze di polizia, che hanno risposto con lanci di lacrimogeni, idranti e manganellate. Molti gli arresti e i feriti.
    I manifestanti scandivano lo slogan: “Il popolo vuole la caduta del generale”, riferendosi a Mohammed Hussein Tantawi, capo del Consiglio Supremo Militare. I parenti delle centinaia di manifestanti uccisi durante le giornate della rivoluzione accusano la giunta militare al potere di non fare abbastanza per punire i responsabili dei crimini del vecchio regime. Molte delle voci che si alzano dalla piazza affermano che nulla è cambiato: il governo post-rivoluzione usa la stessa violenta repressione dell’ex regime.
    Intanto il popolo egiziano si è già da tempo dato appuntamento per una nuova grande giornata di mobilitazione di massa e di lotta venerdì 8 luglio. Sarà una nuova giornata della collera capace di curvare la linea di una transizione, tramite giunta militare, che fin da subito si è diretta verso mete ben diverse da quelle indicate dalla piazza e dal movimento rivoluzionario? Gli eventi che si stanno consumando in queste ore in piazza Tahrir potrebbero essere decisivi per il rimontare dell'iniziativa di lotta che ormai, come nel caso tunisino, ha a che fare con l'urgenze della giunta di assicurare la pace sociale adeguata all'arrivo dei milioni di crediti promessi da Obama e UE. L'eccezionale moltiplicarsi di lotte e organizzazione, tra sindacati autonomi (nel settore pubblico e privato) e collettivi, dimostra che la partita anche in Egitto, come in Tunisia, è appena iniziata, e la collera che torna a salire in Piazza Tahrir in queste ore lo sta dicendo al mondo intero.

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