da blogeko.
L’Egitto non ha escluso l’opzione militare per impedirlo. Il Paese è infatti la grande scatola di sabbia che si vede nell’immagine a lato: fittamente popolato, ricava dal Nilo praticamente tutta la sua acqua, si trova a valle della diga e la portata del fiume sarebbe almeno per alcuni anni sensibilmente ridotta.
Siamo abituati alle guerre per il petrolio, sempre più difficile da estrarre e più costoso: è il famoso picco del petrolio di cui risente anche l’economia italiana. Le minacce di guerra per l’acqua non devono ahimè stupire, dal momento che – l’ho scritto già anni fa – siamo arrivati anche al picco dell’acqua, nel senso che il genere umano già usa la metà dell’acqua dolce disponibile: il cosiddetto sviluppo può alimentarsi solo attingendo l’acqua residua, la più difficile da conquistare e da sfruttare.
Dopo il “continua”, una grande cartina illustra lo scenario e i dettali della contesa. Prima però una chicca tutta italiana: a costruire la diga in Etiopia (4,7 miliardi di dollari) è stata chiamata la Salini, che da poco controlla Impregilo.
Qui accanto vedete (in azzurro) il bacino del Nilo e tutti i Paesi che vi si affacciano. La cartina è tratta da un vecchio numero di Limes.
Ho aggiunto una freccia rossa per indicare il tratto del Nilo Azzurro sul quale l’Etiopia vuol costruire la sua diga, che ha battezzato “Grand Ethiopian Renaissance Dam”.
In basso (da Geocurrents) l’ingrandimento della zona della diga con l’enorme lago artificiale da creare alle sue spalle per garantire il flusso d’acqua destinato a mantenere in movimento le turbine che genereranno l’energia idroelettrica: 63 miliardi di metri cubi d’acqua, salute!, per garantire una produzione di energia elettrica pari a 15.000 Gwh all’anno.
Quanti anni ci vorranno prima che il Nilo Azzurro riempia il lago artificiale e torni a portare la solita quantità d’acqua al ramo principale del Nilo ed all’Egitto?
Tre-cinque anni, stima International Rivers: ed in questo periodo l’Egitto avrebbe circa il 25% di acqua in meno per dissetare i suoi 85 milioni di abitanti e per irrigare i campi dai quali dipende il loro cibo. E’ questo il motivo della contesa.
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