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lunedì 16 luglio 2012

Belo Monte non è più occupato. Le tribù ricevono in cambio dei televisori. Video

da http://blogeko.iljournal.it


Praticamente è finita a specchietti e collanine. Nove tribù dell’Amazzonia brasiliana (circa 300 persone) hanno cessato l’occupazione del cantiere che sta costruendo la mastodontica diga di Belo Monte, la terza più grande del mondo per la produzione di energia idroelettrica.
La diga sconvolgerà il territorio in cui le tribù vivono da sempre. Modificherà l’assetto del fiume Xingu (uno dei grandi affluenti del Rio delle Amazzoni) e distruggerà 500 chilometri quadrati di foresta pluviale.
La foto, diffusa da Norte Energia (il consorzio di imprese che realizza la diga), mostra il momento in cui gli indigeni hanno accettato di terminare l’occupazione.
L’associazione non governativa Amazon Watch, che difende i diritti degli indigeni, spiega che Norte Energia ha tenuto trattative separate con ciascuno dei gruppi etnici, ai quali ha offerto televisori, videocamere, computer (e chissà se avranno l’elettricità per farli funzionale) e imbarcazioni, e chissà cosa se ne faranno visto che il tratto dello Xingu su cui gravitano non sarà più navigabile. Tutti i link sono in fondo.
Specchietti e collanine del XXI secolo, appunto. Fra poche righe c’è il video diffuso da Amazon Watch relativo all’ufficializzazione dell’accordo.
Notare i poliziotti armati schierati in fondo alla sala (compaiono dopo 24″ circa). Si parla portoghese, lingua che io non conosco: se qualcuno vorrà lasciare la traduzione nei commenti è il benvenuto. Le immagini sono comunque eloquenti.

http://www.youtube.com/watch?v=Mf7U4RN3BoQ&feature=player_embedded


Sempre secondo Amazon Watch, la tribù degli Xikrin – la più numerosa e influente fra le nove che avevano partecipato all’azione – ha accettato di cessare l’occupazione dopo una serie di incontri confusi e tradotti malamente con Carlos Nascimento, presidente di Norte Energia.
Altri gruppi indigeni hanno stabilito che, senza i guerrieri Xikrin, anch’essi avrebbero cessato l’occupazione e cercato strade differenti per far valere i propri diritti.
Secondo la versione diffusa da Norte Energia, è stato raggiunto un accordo in base al quale l’impresa adotterà misure per mitigare dell’impatto ambientale della diga (quali e quando, non è comunque specificato) e creerà sette postazioni di sicurezza per difendere le terre degli indigeni
Una delle poche fonti di informazione in inglese che ha dato conto della conclusione delle trattative, Foxnews Latino, riferisce che Norte Energia donerà veicoli ai villaggi e pagherà le spese necessarie affinchè due persone in ogni comunità imparino a guidarli.
Aggiunge che l’accordo prevede la creazione di un comitato per monitorare la porzione dello Xingu su cui ricade la diga e di una commissione per garantire che Norte Energia mantenga le promesse.
La diga di Belo Monte produrrà energia idroelettrica sufficiente ai bisogni di 23 milioni di abitazioni. Capterà l’80% delle acque del fiume Xingu, che finora ha costituito la via d’acqua per gli spostamenti degli indigeni, ha offerto loro il pesce per mangiare e la possibilità di bere, lavarsi, cucinare.
In particolare circa 150 chilometri del corso dello Xingu saranno ridotti ad un acquitrino, e il lago artificiale creato alle spalle della diga inghiottirà 500 chilometri quadrati di foresta.
Si calcola che oltre 12.000 indigeni dovranno abbandonare le loro terre (Norte Energia parla di 5.000 famiglie) e che complessivamente saranno toccate dalla costruzione della diga circa 40.000 persone.
Il comunicato stampa di Norte Energia gli indigeni cessano l’occupazione del cantiere di Belo Monte (in portoghese, una traduzione nei commenti è la benvenuta)
Il comunicato stampa di Amazon Watch finisce fra i dissensi l’occupazione del cantiere di Belo Monte da parte degli indigeni
Su Fox News Latino gli indigeni brasiliani cessano le proteste nel cantiere di costruzione della diga
Foto Norte Energia

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