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martedì 8 maggio 2012

(es-it) Bolivia – Quema de cajero automático en Cochabamba



Comunicado:
Nuestra lucha, no es la lucha de las buenas y pacíficas, nuestra lucha, no es la lucha de quienes quieren agradar y de quienes se van a dormir sin haber hecho nada fuera de la norma. Nuestra lucha es la lucha violenta que ataca, nuestra lucha es la que toma la iniciativa, es la que no baja la guardia, nuestra lucha es la que siempre esta tensa, porque no se conforma ni con la vida normal ni con la vida sumisa.
No vamos a dejar que solo unas cuantas ataquen, que solo unas cuantas se arriesguen. Nuestra lucha es también la lucha de todas quienes han pasado de la resistencia a la ofensiva. Por el ataque sin treguas contra nuestras enemigas, estamos con las presas, perseguidas y clandestinas que sustentan nuestra ira para destruir el poder y la autoridad que tanto aborrecemos, con las Compañeras de la CCF, Gerasimos Tsakalos, Panagiotis Argirou y Christos Tsakalos, con el Pueblo mapuche, y los pueblos del TIPNIS que desafían y prefieren la lucha a una vida sistémica pero esclava. Con ellas, nos declaramos en guerra.
Y para quienes, en esta lucha les parezca un sinsentido quemar un cajero automático, van estas palabras:
Nuestro enemigo se pone el disfraz de la ayuda económica para supuestamente mejorar la existencia de quienes creen en su imagen, discurre su embeleso en aquellas que creen que tendrán días mejores al recibir su dinero como préstamo. Hipotecas, sobreintereses o encarcelamientos vienen para quienes no cumplen los compromisos que las condenan a empeñar su vida en trabajos siempre enajenantes, esta es una de las tantas trampas del sistema financiero. Son cárceles sin paredes, recintos estampados en códigos de barra de las tarjetas de crédito, que crean la necesidad del infinito ciclo de consumir, comprar, pagar y endeudarse explotando a la tierra y a sus habitantes sin importar el costo con tal de acrecentar las montañas de dinero. Las prisiones físicas, se hacen efectivas contra quienes no se dejan atar por esta vida de nace, produce, consume y muere.
Las anarquistas a lo largo de la historia hemos recurrido a la violencia para repudiar y combatir este sistema en respuesta a la agresión y represión del Estado, esto no es ninguna novedad. Ninguna novedad tampoco en que a lo largo de la historia siempre han tratado de mostrar a las anarquistas como antisociales, pirómanas o tirabombas; nada de eso: las anarquistas somos violentas porque la violencia de la opresión no merece nada más que nuestra hermosa violencia liberadora.
Los anarquistas de acción, buscamos la masificación de la lucha, la propagación de la revuelta y que cada ser tome la libertad en sus manos empezando por la destrucción de quienes se creen nuestros amos, por eso atacamos sus sustentos físicos, sus emblemas de dominación y a través de estas ideas llamamos al ataque solidario, al ataque liberador, al ataque conspirador.
SOMOS PERSONAS ¡QUE NO SE ARRODILLAN! NO QUEREMOS IMPONER NUESTRAS IDEAS, NO QUEREMOS SER JEFAS NI ESCLAVAS DE NADIE, QUEREMOS LUCHAR POR UNA VIDA DIGNA, LIBRE Y SOLIDARIA.
POR LA EXPANSIÓN DE LA LUCHA ANTIAUTORITARIA,
POR LA PROPAGACIÓN DEL FUEGO PARA LA DESTRUCCIÓN DE LAS ESTRUCTURAS FISICAS DEL PODER.
Fracción autónoma de las birlochas rebeldes /FAI–FRI
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Cochabamba (Bolivia) – Rivendicato incendio di un bancomat
trad. ParoleArmate
La nostra lotta non è una lotta del bene e della calma, la nostra lotta non è la lotta di quelli che vogliono piacere e andare a dormire senza aver fatto nulla oltre al normale. La nostra lotta è la lotta violenta che attacca, la nostra lotta è quella che prende l’iniziativa, è quella che non abbassa la guardia, la nostra lotta è quella sempre in tensione, perché essa non si conforma alla vita normale né a quella sottomessa.
Non vogliamo che solo qualche individuo attacchi, che solo alcuni corrano rischi. La nostra lotta è anche la lotta di tutti quelli che dalla resistenza sono passati all’attacco. All’attacco senza tregua
contro i nostri nemici, siamo con i prigionieri, accusati e latitanti che sostengono la nostra rabbia di distruggere il potere e l’autorità che noi detestiamo, con i compagni della CCF, Gerasimos Tsakalos,
Panagiotis Argirou e Christos Tsakalos, con i Mapuche, e con la gente di TIPNIS che lotta e preferisce la battaglia ad una vita normale ma schiavizzata. Con loro, ci dichiariamo in guerra.
E per tutti quelli a cui sembra che in questa lotta sia insensato bruciare un bancomat, diciamo:
Il nostro nemico indossa la maschera del supporto economico per migliorare presuntamente l’esistenza di quelli che credono alla sua immagine, la sua attrazione scorre in quelli che credono che avranno giorni migliori ricevendo il suo denaro in prestito. Mutui, alte rate d’interesse o imprigionamenti arrivano per quelli che non soddisfano le sue promesse, venendo condannati a svendere la propria vita in lavoro alienante, questa è una delle diverse trappole del sistema finanziario.
Ci sono prigioni senza mura, codici a barre stampati sulle carte di credito, che creano la necessità di un infinito ciclo di consumo, acquisto, pagamento e indebitamento, sfruttando la terra e i suoi
abitanti senza curarsi del costo finché aumentano le montagne di denaro. Le prigioni fisiche arrivano materialmente per quelli che non si lasciano accecare da questa vita di nascita, produzione, consumo, morte. Gli anarchici nel corso della storia sono ricorsi alla violenza per ripudiare e combattere il sistema in risposta all’aggressione e repressione statale, nulla di nuovo. Non è neanche nuovo che nella storia essi abbiano sempre cercato di dipingere gli anarchici come antisociali, piromani o bombaroli; nulla di tutto ciò: gli anarchici sono violenti a causa della violenza dell’oppressione che non merita altro che la nostra meravigliosa violenza liberatrice.
Gli anarchici d’azione cercano la massificazione della lotta, la diffusione della rivolta e la riconquista della libertà, iniziando dalla distruzione di quelli che si credono i nostri padroni, dunque
attacchiamo le loro fisiche proprietà, i loro emblemi di dominio, con i mezzi delle nostre idee, invitiamo all’attacco solidale, liberatore e cospiratore.
SIAMO GENTE CHE NON SI PIEGA! NON VOGLIAMO IMPORRE LE NOSTRE IDEE, NON VOGLIAMO ESSERE NE’ PADRONI NE’ SCHIAVI DI NESSUNO, VOGLIAMO LOTTARE PER UNA VITA DI DIGNITA’, LIBERTA’ E SOLIDARIETA’.
PER L’ESPANSIONE DELLA LOTTA ANTIAUTORITARIA, PER LA DIFFUSIONE DEL
FUOCO PER DISTRUGGERE LE STRUTTURE FISICHE DEL POTERE.
Fracción autónoma de las birlochas rebeldes /FAI–FRI

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