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giovedì 15 marzo 2012

L'Anarchismo e la crisi globale

da http://www.inventati.org/ingobernables
traduzione a cura di L.E.M.

PREAMBOLO

Siamo ad un punto della storia in cui la necessità di una nuova visione politica si sta facendo sempre più evidente.
Nel Occidente industrializzato si nota una crescente insoddisfazione verso le tradizionali opinioni politiche e una perdita di fede verso la democrazia formale.
 Vi è una  perdita di fiducia nei partiti politici e l'astensione elettorale dilaga su vasta scala.
Invece in Oriente si vede un crescente movimento dissidente che ha sfidato l'ortodossia marxista, spesso non apertamente, ma attraverso una diminuzione del consenso e della cooperazione, a volte, drasticamente, con periodiche rivolte.
Tanto in Oriente quanto in Occidente, la realtà di un opposizione culturale denota la necessità di un nuova visione condivisa e unificante.

I sistemi dominanti del mondo, vogliono offrire una prospettiva di speranza, una via di uscita da questa grande crisi. Questi sistemi si fondano però sulll'industrializzazione, alta tecnologia, la centralizzazione, l'urbanizzazione e sul potere statale. Questi strumenti sono diventati  la creazione di atomizzazione sociale e sono la base stessa dello squilibrio ecologico e dell'origine di queste crisi.

Nel discutere l'approccio anarchico alla crisi globale, ci concentreremo su alcune delle obiezioni che gli oppositori dell'attuale anarchismo, i quali dubitano che esso possa costituire una strategia globale possibile.
In particolare,con le accuse fatte da Alan Wertheimer nel suo saggio "Disrepect for Law" e nel "Case for Anarchy" , in cui Wertheimer sostiene che l'anarchismo non sia in grado di essere una valida alternativa per quattro delle attuali condizioni sociali di natura globale.  
Queste sono:

 l. La popolazione mondiale  sta ancora crescendo ad un ritmo rapido e senza prospettive immediate di una riduzione seria.

 2. I bisogni umani fondamentali non sono rispettati nella maggior parte del mondo.

 3. Le risorse umane e naturali del mondo non sono equamente distribuiti tra tutti

 4. L'attuale livello di sussistenza è basata su un elevato grado di interdipendenza economica e sociale tra le varie regioni.

 Inoltre Wertheimer sostiene che l'anarchismo non è in grado di affrontare i conflitti tra interessi individuali e bisogni sociali, con particolare riferimento al problema della difesa territoriale. 


Per comprendere la risposta a Werheimer, è importante chiarire il signicato di anarchia: "Quello che io intendo per l'anarchismo, in maniera molto sintetica,  è una tradizione teorica e pratica che si è sviluppata ed evoluta all'interno di un movimento storico attraverso più di un secolo.
 Questo movimento ha  alcuni principi fondamentali: rifiuto di ogni forma di dominazione, di accettazione delle forme di interazione umana basate sulla cooperazione, l'autonomia e il rispetto per l'individuo, e una visione ecologica della società, la natura e la realtà in generale.

In pratica questi principi portani gli anarchici a proporre alternative di organizzative: come la sostituzione dello stato-nazionale con associazioni e federazioni, la sostituzione della socità capitalista con cooperative autogestite dai produttori, sostituzione della famiglia patriarcale-autoritaria in famiglia libertaria, la sostituzione delle megalopoli cosi come la produzione di una tecnologia non distruttiva per l'ambiente.

Problemi di popolazione: Densità e sviluppo

 La questione demografica pone diversi problemi sulla posizione anarchica. Uno dei nodi più importanti da sciogliere è stabilire, se le forme sociali di organizzazione anarchica sono  possibili nelle società con una popolazione ad alta densità.
 Secondo una visione critica, le società popolate ad alta densità richiedono necessariamente un livello giurisdizionale organizzato e per questo motivo, l'anarchia, che postula l'assenza di un sistema giuridico non potrebbe funzionare in tali società.
È importante sottolineare che, gli anarchici riconoscono la necessità di adozione di norme in qualsiasi società.
La differenza sostanziale non è nell'esistenza delle regole, ma, soprattutto, come le regole saranno create, e come si sviluperanno i processi utilizzati per determinare loro, e la natura e la portata delle regole stesse.
Gli anarchici sostengono che, è necessario utilizzare un sviluppo volontario delle regole attraverso un procedimento consensuale.
Ma siccome spesso non è possibile raggiungere un consenso su larga scala, si da vita a processi "democratici" a livello di comunità. Quindi si creano a livello comunitario, sistemi formali di leggi locali, condivise dai membri delle comunità, questo concetto ampliato anche ad altri aspetti da vita alle federazioni.


Vi è, tuttavia, una forte tendenza positiva nel considerare caso per caso, attraverso le assemblee popolari locali e organi giudiziari, basata più su alcuni aspetti del modello della polis greca e, in alcuni casi a processi decisionali tribali. Sembra che vi siano aspetti validi per tali sistemi di organizzazione decentrate e le regole federali non possono essere riportare nelle società densamente popolate.

 Ma,  può il decentramento del processo decisionale  essere usato efficacemente in queste società
Ci sono prove che tale processo può essere attuato alle società più complesse e altamente popolate. Poiché i valori e conflitti di interesse si moltiplicano con la crescita della popolazione e dell'urbanizzazione, l'apparato statale centralizzato è ovviamente più inetto come strumento per affrontare situazioni di crisi in rapida proliferazione.
  
 La tattica tipica dello stato è quella di espandere la burocrazia statale e la pianificazione centrale, Che si traduce in un ulteriore dissociazione tra il meccanismo di pianificazione e la realtà sociale. I problemi sempre più complessi sono trattati in maniera troppo generale. Il Processo decisionale decentrato e federale, d'altra parte, è intrinsecamente più adatto per affrontare situazioni complesse, dal momento che è di per sé un organizzazione più  completa e diversificata. 

Poniamo, ora, come oggetto di indagine, l'approccio anarchico al problema dei livelli di popolazione in relazione alle esigenze ecologiche. 
E' necessario, per la strategia anarchica porre un giusto bilanciamento tra esigenze abitative-demografiche in rispetto con l'ambiente, poichè non vi è, al momento una soluzione per far fronte all'alto tasso di crescita popolativa, soluzione che risiede soprattutto nel decentramento della popolazione.


Bisogna sottolineare che il decentramento della popolazione non richiede una bassa densità della popolazione complessiva. Molti paesi del Terzo Mondo, dove la popolazione è per lo più sparsi nei villaggi, hanno una maggiore densità di popolazione che molti altri paesi dove la popolazione è concentrata nei centri urbaniSecondo, prove antropologiche  le società con i sistemi economici e politici più liberamente organizzati di quelli riportati dagli anarchici contemporanei hanno evidenziato una alta densità di popolazione. La politica di decentramento aumenta il livello della popolazione  in una determinata zona, come risultato della ridotta pressione ecologica risultante dalla dispersione della popolazione e dell'industria e dalla carenza di produzione, ecc.


Questo non significa che gli anarchici guardano con indifferenza ai livelli di popolazione che rischiano di superare rapidamente i limiti di capacità del nostro pianeta di sostenere la vita umana. Questo solleva una seconda questione più importante: Esistono strategie anarchiche volte a limitare la crescita della popolazione fino al punto di stabilizzare la popolazione ad un livello appropriato per il benessere umano e ottimale per l' equilibrio ecologico?
 Come Wertheimer dice: mentre noi predichiamo il controllo delle nascite, l'agricoltore indiano continua a procreare figli a ricevere manodopera in agricoltura, i quali si prenderanno cura di lui e dei campi  quando è troppo vecchio e malato in balia di se stesso ".

 Anche se è in grado di comprendere le disastrose conseguenze sociali della sua azione, possiamo aspettarci un comportamento diverso da quello del lavoratore per attenuare le sue sofferenze? Pertanto, continua a sostenere, che è necessariouna  politica demografica razionale basata sulla coercizione da parte delle autorità statali.

Questa argomentazione si basa su un falso asserto. L'alternativa è la riproduzione apparentemente anarchica ( nel senso di caos, controllato dalla gerarchica e dall'iniquo sistema socio-economico esistente) e di controllo delle nascite (che è soggetto ad ulteriore controllo l'apparato coercitivo dello Stato ).Naturalmente queste non sono le due uniche alternative, altre ne vengono prospettate dai movimenti libertari. Questi movimenti notano che come nelle società come in quella indiana, ci sia  la necessità di rinnovare il sistema sociale ed economico deve essere rinnovato in modo più che compatile con la distribuzione della popolazione nei villaggi e nei centri di produzione, cioè le grandi città.

 L' approccio anarchico alle società contadine dominate da piccole aziende di proprietà richiede la sostituzione di tali forme dalla coltivazione del suolo da parte delle associazioni cooperative Con questo sistema, membri delle associazioni sono in grado di risolvere l'interesse individuale e collettivo  massimizzando le risorseLa nuova organizzazione può fornire un incremento della protezione sociale attraverso la regolamentazione cooperativa di produzione, partendo dal presupposto che la tecnologia adeguata può essere funzionale alla produzione cooperativa . Il punto essenziale è che l'approccio anarchico ai problemi di riorganizzazione sociale, come la sovrappopolazione, ma anche in generale implica la partecipazione di un individuo cosciente che non può essere sostituito da un  libertario inattivo .






TRADUZIONE PARZIALE 




VERSIONE SPAGNOLA DA http://grupoamoryrabia. 

El anarquismo y la crisis global

PREAMBULO

Nos hallamos en un punto de la historia en el cual la necesidad de una nueva visión política viene señalándose en forma evidente. En el industrializado Occidente encontramos una creciente disconformidad con las opiniones políticas tradicionales y una pérdida de fe hacia la democracia formal. Existe una pérdida drástica de confianza en los partidos políticos y un abstencionismo electoral a escala masiva. En el Este observamos un creciente movimiento disidente que desafía la ortodoxia marxista, a menudo de manera subterránea, a través de una disminucion del consenso y de la cooperación, otras veces, drasticamente, con periódicas revueltas. Y tanto en Occidente como en Oriente nos hallamos en numerosos paises y en variables grados, una oposición cultural que vagamente, aunque tal vez proféticamente, señala la necesidad de una nueva visión unificadora.
Los sistemas mundiales dominantes no nos ofrecen ya una perspectiva esperanzadora en cuanto a resolver las amplias crisis sociales y ecológicas a que se enfrenta hoy la humanidad. Estos sistemas, con valores tales como la industrialización, alta tecnología, centralismo, urbanización y el Estado, se han constituido en instrumentos para la creación de la atomización social y el desequilibrio ecológico que se hallan en el origen de tales crisis. Lo que se necesita es una visión alternativa de la sociedad, del futuro y en general de la realidad misma: una visión que se emancipe de las ideologías tradicionales sobre todos estos temas fundamentales. Tal visión la presenta el anarquismo.
Al discutir el planteamiento anarquista sobre la actual crisis mundial, enfocaremos algunas de las objeciones que los opositores del anarquismo presentan a la hipótesis de que éste pueda constituir una estrategia global practicable. En particular, mi confrontación con las acusaciones vertidas por Alan Wertheimer en su ensayo Disrepect for Law and the Case for Anarchy (en Anarchism: Nomos XIX, Universidad de Nueva York, 1978), en el cual Wertheimer afirma que el anarquismo es incapaz de afrontar con buen éxito cuatro de las condiciones sociales actuales de carácter mundial. Estas son:
l. La población mundial es (tal vez) demasiado elevada, y aún está creciendo a una tasa rápida sin ninguna perspectiva inmediata para una reducción seria.
2. Las necesidades básicas humanas no son satisfechas en la mayor parte del mundo.
3. Los recursos humanos y naturales del mundo no son equitativamente distribuidos entre la totalidad.
4. El actual nivel de subsistencia se basa en un alto grado de interdependencia económica y social entre varias regiones del mundo y también entre éstas mismas.
Además Wertheimer afirma que el anarquismo es incapaz de enfrentarse a los conflictos entre los propios intereses individuales y las necesidades sociales, en particular con su relación al problema de la defensa.
A1 considerar la respuesta anarquista a estos problemas, es importante comprender el significado del término anarquista". Lo que entiendo por anarquismo es una tradición teórica y práctica que se ha desenvuelto y evolucionado en el seno de un movimiento histórico a través de siglo y medio. Este movimiento tiene actualmente algunos principios fundamentales: rechazo de todas las formas de dominación; aceptación de formas de interacción humana basadas en la cooperación, autonomía y respeto de la persona, y una visión ecológica de la sociedad, de la naturaleza y de la realidad en general.
En la práctica, estos principios conducen a los anarquistas a proponer políticas tales como la sustitución de los Estados-naciones por federaciones de asociaciones comunitarias y laborales; la sustitución de la corporación capitalista y la propiedad estatal por la autogestión de la producción por los productores; la sustitución de la familia patriarcal-autoritaria por la familia libertaria y acuerdos para la vida; la sustitución de la megalópolis y los modelos poblacionales centralizados; así como la alta tecnología centralizada por tecnologías alternativas a escala más humana, que no sean destructivas de los ambientes social y natural.
Problemas poblacionales: densidad y desarrollo
La cuestión de la población plantea...                 Leer todo el texto: http://www.inventati.org/ingobernables/textos/anarquistas/Autor%20Desconocido%20-%20El%20Anarquismo%20Frente%20A%20La%20Crisis%20Mundial.htm

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