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venerdì 3 febbraio 2012

TAG - Treno a Alta Gelidità

da http://ekbloggethi


Stamani, mentre m'infilavo quattro maglioni uno sopra l'altro, m'è venuto di fare una specie di sogno a occhi aperti.

Ho sognato che su quel treno là sopra, quello nella fotografia, una discreta quantità di gente infilava a forza un certo numero di persone, completamente nude.

Spogliate di tutte i loro abiti caldamente istituzionali. Svestite di tutta la loro soffice mafia di lana. Private dei santòri ben riscaldati. Al massimo ricoperte con qualche pagina di Repubblica. Infilate sí a forza su quel treno dove nevica dentro, e magari spinte a furia di forconi nel culo.

L'amministratore delegato delle Ferrovie, Moretti. Una squisita legge del contrappasso: dal rogo di Viareggio alla Siberia del trenino a bassa velocità. Tutto bello gnudo, paonazzo, violaceo con quella sua faccina di merda e la boccuccia a cuoricino.

Il procuratore capo di Torino, Gian Carlo Caselli, l'idolo progressista che mette in galera i NO TAV. L'eroe antimafia perfettamente al servizio delle mafie dell' "alta velocità", mentre tutto il resto dei treni italiani è ridotto in condizioni che non è corretto definire "da terzo mondo", perché i treni del Burkina Faso funzionano assai meglio. Il sogno prevede che "biancachioma" Caselli sia fatto scendere dal treno in questo stato e avviato immediatamente alla Findus:


Gian Carlo Caselli: "Il NO TAV ha l'oro in bocca"
Il "presidente della repubblica", Giorgio Napolitano, cosí gli si gela definitamente tutta la sua pelosa e falsa saggezza di stalinista e di esecutore di ordini dei poteri finanziari europei. E benissimo ha fatto Cesare Battisti a cantargliele tutte quante, a "Mr. Koësione", suscitando ovviamente le solite risposte isteriche di una mànica di fascisti che hanno fatto alla svelta a rimuovere il Casseri.

La ministra Elsa Fornero, tutta bella gnùda, gnudònza, gnudìssima. Sventolandole sul muso una bottiglia di Amaro 18 e badando bene che le si ghiaccino le làgrime. Poi, magari, le sue sante làgrime congelate si mandano alla dottoressa Enza Maria Ciccolo, che ci fa l'acqua a luce bianca.
Ancor più gnudi di lei, gli eroici magistrati della Cassazione che hanno sancito la libertà di stupro. Tutti belli à poil nel treno gelato, e persino con qualche fermata supplementare. Coi loro codici, codicilli, testi unici, digesti, pandette, filosofie del diritto, giurismi e quant'altro. Sono decenni che sogno legulei assiderati, questa mi sembrerebbe un'occasione da non perdere.

Una svestitissima Emma Marcegaglia (il cui cognome non a caso fa rima con "canaglia", "razzumaglia", "marmaglia"), ché vederla congelare a morte, a mio parere, non dev'essere più un tabù. Ovviamente proporrei un congelamento altamente responsabile, magari facendo in modo di riservarle, su quel treno, uno scompartimento appositamente adibito alla surgelazione da effettuarsi a regola d'arte, e dove potrebbero essere sistemati a farle compagnia Marchionne, Bonanni e tanti altri vegetali consimilari.

Il ministro Michel Martone, facendo attenzione a congelarlo rigorosamente a ventotto gradi sotto zero, ventotto come gli anni degli "sfigati che non si sono laureati". Ma basta con questo "governo"; si rischierebbe sennò di arrivare a ghiacciare persino Mario Monti, che assumerebbe in questo caso, per forza di cose, un "posto fisso" che lo annoierebbe a morte.

E non importerebbe, poi, che fossero tutti personaggi più o meno famosi e "pubblici". Dovrebbe essere, il TAG (Treno a Alta Gelidità), bello grande per farci entrare, ad esempio, tutti quegli stupidi stronzetti che ti danno di "leghista" o di "oscurantista" perché ti opponi a una devastazione che non è soltanto del territorio dove vivi. Of course nel nome della "modernità", della "mobilità", delle "necessarie infrastrutture" e di altri simili cose declinate oramai come il Paternoster. Un dogma religioso. Un precetto divino che non ammette eresie; e agli eretici, come sempre, ci pensa il braccio secolare. Meglio se "progressista", perché questi qua sono gli apostoli del progresso.

Questi i sogni, ad occhi aperti o chiusi che siano. Sogni che sono, inutile negarlo, un segnale ben preciso di frustrazione e di rabbia. Chiunque pensi e scriva delle cose come queste deve averne piena coscienza: si tratta di un rozzo palliativo momentaneo, in mezzo ad un mare di guai, di difficoltà, di repressione indiscriminata, di sempre maggiore arroganza, di ottusità, di chiusura per decreto. Nel frattempo, però, il treno congelato esiste per davvero. Anzi, ne esiste più d'uno. Esistono le centinaia di treni cancellati per una volgare ondata di freddo polare, e in tempi in cui non arriva certo inaspettata ed è anzi prevista con giorni e giorni d'anticipo.

Esistono storie, come ad esempio la mia personale, per le quali un treno qualsiasi cancellato, a bassissima velocità e peraltro costantemente in ritardo abissale, significa rinunciare a un paio di poveri giorni assieme alla persona che ami. E su quei treni congelati non salgono né Caselli, né la Fornero, né gli imbecilli qualunque che tengono bordone alle lobbies della TAV, beati e muniti delle regolari parolette d'ordine da manualetto. Ci salgono pendolari, lavoratori, studenti e viaggiatori d'ogni tipo che si vedono persino aumentare il prezzo del biglietto ogni tot mesi per avere un servizio per il quale non importa il freddo siberiano per essere agghiacciante. E' agghiacciante anche di luglio, quando i cessi vomitevoli spandono il loro puzzo di merda e di piscio, quando si guasta l'aria condizionata, quando si arriva due ore più tardi se va bene. Ci salgono, su quei treni, i lavoratori delle Ferrovie sotto minaccia di licenziamento se si azzardano a denunciare delle condizioni di lavoro e di servizio che non è esagerato definire barbariche. Ma tanto ci s'ha da pensare a Schettino, alla ganza in cabina, all'eroico De Falco e a Tévez che non arriva.

Non so se fo bene a farli, 'sti sogni ad occhi aperti. Certo è che immaginarmi quella sfilata di stronzi tutti nudi, pigiati a congelare su un treno, mi ha fatto abbastanza bene per qualche momento. C'era una vocina debole debole, dietro di me, che mi diceva: Ma stai sognando la Rivoluzione! Non lo so. Non l'ho mai vista né fatta, la rivoluzione. Questo me lo dovrebbero dire i gran rivoluzionari che, attualmente, passano il loro tempo tra cinemini, storielle, request friendship, musichette e sacre disillusioni; chi invece è stato perlomeno disposto a dirmelo senza tante storie, è regolarmente stato messo in galera o comunque in condizioni di tacere. In mancanza d'altro, allora, la Rivoluzione me la immagino anche così. Un Treno a Alta Gelidità dove infilare parecchia gente, dato che su quei treni tocca invece salire a me, a te, a tutti. E non è un sogno.

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