da: contrainfo.espiv.net
trad. parolearmate.noblogs.org
Il 22 febbraio, ad Atene, il nostro compagno Panagiotis Giannikakis è stato vittima della feroce repressione delle forze del “rafforzamento della legge”. È stato imprigionato, portato nella stazione di polizia di Atene e brutalmente maltrattato. Takis Giannikakis è uno dei membri originari della Federazione degli Anarchici della Grecia (OAE) ed ora membro del gruppo anarchico Kath’odon (“In Movimento”). È anche autore dell’edizione greca de “Le Cronache della Caduta di Slobodan Milošević” (2007). Questo è quanto ha detto riguardo alla sua vicenda:
“Mercoledì 22 febbraio, come tutti sapete, era prevista un’assemblea a piazza Syntagma. La verità è chela partecipazione della gente questa volta è stata sfortunatamente minima.
Attorno alle 19.00, dopo che le persone si sono disperse ed il traffico era tornato alla normalità, ho lasciato la piazza camminando in via Panepistimiou. Dopo circa 300 metri, all’angolo tra via Panapistimiou e via Amerikis, mentre procedevo, ho subito un attacco improvviso da un’intera squadra antisommossa (MAT). I poliziotti si sono precipitati su di me prendendomi alla sprovvista e hanno cominciato a picchiarmi coi loro scudi! Le botte erano così dure che dal mio naso ha cominciato a scorrermi del sangue, e per un momento ho pensato che la mia vita stava per finire…
La squadra di polizia mi ha inchiodato sul marciapiede ed ha cominciato a ridicolizzarmi, minacciandomi ed insultandomi. Hanno preso il capello che indossavo, su cui c’era una A cerchiata. Mi hanno circondato e non ero neppure visibile ai passanti. Allo stesso tempo, uno degli poliziotti ha chiesto cosa stesse succedendo con me e gli altri hanno detto che sono un anarchico. Ciò che preciso qui è che evidentemente l’intera scena è avvenuta per il fatto che sono un anarchico.
Una volta preso il mio cappello e la carta d’identità, mi hanno ammanettato con le mani dietro la schiena e mi hanno spinto dentro una volante. Sono stato trasferito nella stazione di polizia (GADA) scortato da due poliziotti in servizio casuali. Là, mi hanno tolto le manette, preso i miei dati e dopo circa tre ore sono stato rilasciato.
Nel frattempo, la polizia non aveva arrestato solo me; ho visto altri là, da giovani ad anziani, che sono stati fermati dai poliziotti in diverse parti della città, e tutte loro venivano da Syntagma. Dopo aver parlato con qualcuno di loro, mi sono reso conto che almeno nessun altro è stato picchiato. L’unico coperto di sangue ero io. Anche il cappotto impermeabile che stavo indossando era pieno di sangue. Inoltre, c’erano macchie di sangue sui miei pantaloni. Dico tutto questo per enfatizzare l’intensità dei colpi subiti.”
trad. parolearmate.noblogs.org
Il 22 febbraio, ad Atene, il nostro compagno Panagiotis Giannikakis è stato vittima della feroce repressione delle forze del “rafforzamento della legge”. È stato imprigionato, portato nella stazione di polizia di Atene e brutalmente maltrattato. Takis Giannikakis è uno dei membri originari della Federazione degli Anarchici della Grecia (OAE) ed ora membro del gruppo anarchico Kath’odon (“In Movimento”). È anche autore dell’edizione greca de “Le Cronache della Caduta di Slobodan Milošević” (2007). Questo è quanto ha detto riguardo alla sua vicenda:
“Mercoledì 22 febbraio, come tutti sapete, era prevista un’assemblea a piazza Syntagma. La verità è chela partecipazione della gente questa volta è stata sfortunatamente minima.
Attorno alle 19.00, dopo che le persone si sono disperse ed il traffico era tornato alla normalità, ho lasciato la piazza camminando in via Panepistimiou. Dopo circa 300 metri, all’angolo tra via Panapistimiou e via Amerikis, mentre procedevo, ho subito un attacco improvviso da un’intera squadra antisommossa (MAT). I poliziotti si sono precipitati su di me prendendomi alla sprovvista e hanno cominciato a picchiarmi coi loro scudi! Le botte erano così dure che dal mio naso ha cominciato a scorrermi del sangue, e per un momento ho pensato che la mia vita stava per finire…
La squadra di polizia mi ha inchiodato sul marciapiede ed ha cominciato a ridicolizzarmi, minacciandomi ed insultandomi. Hanno preso il capello che indossavo, su cui c’era una A cerchiata. Mi hanno circondato e non ero neppure visibile ai passanti. Allo stesso tempo, uno degli poliziotti ha chiesto cosa stesse succedendo con me e gli altri hanno detto che sono un anarchico. Ciò che preciso qui è che evidentemente l’intera scena è avvenuta per il fatto che sono un anarchico.
Una volta preso il mio cappello e la carta d’identità, mi hanno ammanettato con le mani dietro la schiena e mi hanno spinto dentro una volante. Sono stato trasferito nella stazione di polizia (GADA) scortato da due poliziotti in servizio casuali. Là, mi hanno tolto le manette, preso i miei dati e dopo circa tre ore sono stato rilasciato.
Nel frattempo, la polizia non aveva arrestato solo me; ho visto altri là, da giovani ad anziani, che sono stati fermati dai poliziotti in diverse parti della città, e tutte loro venivano da Syntagma. Dopo aver parlato con qualcuno di loro, mi sono reso conto che almeno nessun altro è stato picchiato. L’unico coperto di sangue ero io. Anche il cappotto impermeabile che stavo indossando era pieno di sangue. Inoltre, c’erano macchie di sangue sui miei pantaloni. Dico tutto questo per enfatizzare l’intensità dei colpi subiti.”
Guardie – cani del Potere, già le mani dai nostri compagni! La rabbia del popolo vi spazzerà via!
Compagni/Amici di Panagiotis Giannikakis
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