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Risultati. Primo, la temperatura all’interno è di 45 °C, compatibile con quello che il Giappone funambolicamente chiama “arresto freddo” o “cold shut down”: in un reattore nucleare in arresto stabile e sicuro l’acqua di raffreddamento ha una temperatura inferiore ai 100 °C.
Però – secondo – nel reattore la sonda non ha trovato l’acqua, o perlomeno: in base ai dati forniti dai vari strumenti di misurazione, l’acqua (versata a fiumi sui reattori per raffreddarli, diventata ultra radioattiva ed accumulatasi a decine di migliaia di tonnellate nei sotterranei dell’edificio) doveva arrivare al livello di 4,5 metri.
Niente acqua fino almeno al livello di 4 metri. Si vede che la strumentazione è rotta, dice la Tepco: ah, come è cagionevole di salute la strumentazione di Fukushima, dalla quale si ricavano tutti i dati sulle condizioni dell’impianto…
Infine, terzo punto, non si è vista traccia del combustibile nucleare fuso. Si sperava di trovare qualche indicazione: e invece niente, chissà dove è finito, quale temperatura si registra nelle vicinanze e se è effettivamente ricoperto da acqua di raffreddamento. Ecco le foto.
Le immagini sono confuse. Un inferno di vapore e una sorta di nebbia luminosa che ricorda la luminescenza della radioattività immortalata sulle pellicole girate a Chernobyl subito dopo l’incidente. Ah: non mi risulta che, durante l’endoscopia, sia stata misurata la radioattività.
La sonda endoscopica è stata inserita nel “containment vessel”, il bunker di cemento armato che alloggia il “pentolone” di acciaio in cui avvengono le reazioni nucleari. Ha restituito immagini di questo tipo, che perfino la Tepco trova difficili da interpretare: presume che la grata sia costituita da tubi.
Il combustibile nucleare era in origine nel “pentolone“. Poi suo calore ha almeno parzialmente fuso il fondo del “pentolone”, e il materiale radioattivo e bollente – il corium – è finito sul pavimento del bunker (il “containment vessel” che alloggia il pentolone). Ha anche fuso e “mangiato” almeno in parte il pavimento, aprendosi una via verso il basso.
Si sperava che l’endoscopia fornisse elementi per capire dove si trova, fino a che punto è sceso… Invece niente. La sonda ha restituito principalmente foto di questo tipo: altri presunti tubi.
Qui sotto un’immagine un po’ diversa. E’ la parete esterna del “pentolone”, provata da 10 mesi di esposizione al calore, all’acqua e alla radioattività. L’endoscopia tuttavia non ha evidenziato manifeste crepe.
Sull’Asahi Shimbun l’endoscopia non è riuscita ad individuare l’acqua a Fukushima
Su Cnn la società giapponese dà un’occhiata nel reattore
Su The Telegraph il primo sguardo dentro Fukushima
Le foto sono state diffuse dalla Tepco
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