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martedì 27 dicembre 2011

Il cannibalismo dell’orso bianco

Pochi giorni fa è stata resa pubblica la ricerca di due osservatori che avrebbero documentato frequenti casi di cannibalismo tra gli orsi polari.
Le fotografie mostrate non lasciano dubbi: esemplari adulti di questo imponenente animale che danno la caccia a cuccioli della loro stessa specie fino a raggiungerli ed ucciderli con un forte morso alla testa. Questi episodi, avvenuti ripetutamente sul ghiaccio marino delle Svalbard (arcipelago a nord della Norvegia) non sono stati divulgati ‘tanto per curiosità’, ma per sottolineare cosa spinge questi animali a compiere un gesto che per le caratteristiche etologiche conosciute di questa specie è piuttosto raro e, come si può immaginare, causato da una situazione di grande emergenza.
I ghiacci marini si stanno sciogliendo e le foche, principali prede dell’orso bianco sono le prime a risentirne, causando problemi appunto a chi se ne ciba e dando via ad una catena di innumerevoli piccoli e grandi ‘problemi’ che non è ora nostro compito elencare, anche perchè molti non li sapremo o li sapremo tra cent’anni.
Ma perchè succede tutto ciò?
Perchè i ghiacci marini si sciolgono?
Ed ecco che scendono in scena gli esseri umani, grandi assenti fino a questo momento, la colpa sarebbe proprio della nostra specie, la più intelligente ovviamente, e costituirebbe secondo chi ha scattato le foto ‘uno dei più raccapriccianti segnali del global warming’, da leggere così:
il surriscaldamento globale sta sciogliendo parte dei ghiacciai.
Non scriviamo queste righe per lanciare l’ennesimo allarme ecologista, quante volte tutti noi abbiamo sentito parlare di effetto serra, inquinamento, piogge acide, deforestazione…
Le abbiamo sentite tutte e tante volte, non c’è giorno in cui non viene purtroppo annunciato al telegiornale un disastro senza precedenti.
E non vogliamo scrivere queste righe neanche per dispensare consigli sostenibili su come vivere con il minor impatto ambientale perchè non è il nostro obiettivo primario (anche se invitiamo tutti ad informarsi sull’impronta che lasciano tante comuni azioni quotidiane).
Prendiamo lo spunto per far notare altro.
La ricerca degli osservatori che hanno fotografato gli orsi bianchi cannibali è stata presentata a quello che è stato definito ‘il più grande raduno degli scienziati del mondo’, tenutosi giorni addietro a San Francisco.
Questi scienziati di tutto il mondo sono anni che si riuniscono per risolvere problemi che lo stile di vita civilizzato ha creato.
Oramai non è più un segreto per nessuno: la Terra presenta il conto di tutte le ferite che le sono state causate, ferite profonde che tradotte nel nostro linguaggio rievocano parole ogni giorno sempre più pronunciate: sviluppo economico, tecnologia, un mondo sempre più ricco di presunte comodità soddisfatte su scala mondiale…
Milioni di persone che non si fanno mancare nulla.
E che utilizzano una grande quantità di risorse e con esse danno vita a innumerevoli processi di produzione altamente inquinanti.
Spesso, chi è ancora sensibile all’ecocidio che sta martoriando la Terra che abitiamo e le innumerevoli specie che con noi lo popolano, si sarà combattutto fra due opposti pensieri.
Se val la pena attivarsi per cercare di salvare il salvabile o se tutto ciò è più grande di noi, un problema che altri, gli scienziati appunto, devono risolvere e speriamo risolvano.
Sicuramente molti problemi sono più grandi di noi.
Pensiamo solamente agli animali che muoiono tutti i giorni, o alla deforestazione casuata dall’agricoltura intensiva e dalle richieste di pascoli per le multinazionali della carne, non siamo forse inermi di fronte a queste consolidate tragedie?
Indipendentemente da quanta fiducia e buona fede si possa attribuire agli scienziati, riteniamo che sarebbe opportuno cominciare a meditare su quanto possiamo fare noi, anche nel nostro piccolo, con le nostre scelte personali e il nostro attivismo.
Salvare il salvabile appunto, o perlomeno provarci.
La vita di tutti noi è qui e ora, così come lo sfruttamento di milioni di animali e la devastazione ambientale del nostro pianeta.
Sembrerebbe logica la conseguenza: attivarsi in prima persona, qui e ora!
Fonti: greenreport.it
Foto: leggonline.it

2 commenti:

  1. ...si tratta, anche con azioni quotidiane, di non collaborare con chi si muove da estraneo nel pianeta.

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  2. si però servirebbe un azione intensiva di boicottaggio, invece alla fine alla resa dei conti la maggior parte della gente non si cura di problemi che non la toccano direttamente e nell'immediato futuro.

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