da macerie
All’alba di venerdì scorso polizia e vigili urbani circondano una palazzina in corso Giulio Cesare, a metà strada tra corso Brescia e corso Novara. Un bel rastrellamento nel cuore del quartiere Aurora, molto simile a quello avvenuto in via La Salle, a Porta Palazzo, all’inizio dell’anno e che vi avevamo già raccontato.Senza perdere tempo a bussare, i poliziotti hanno spaccato le porte degli appartamenti e buttato giù dal letto tutti quelli che hanno trovato. La gente è stata radunata in cortile e poi sul marciapiede alla vista dei passanti. Un centinaio di persone tenute in mezzo alla strada, alcune ammanettate, e poi trasferite in massa in Questura per le identificazioni. Uno solo degli abitanti del palazzo pare abbia fatto resistenza: bastonato per bene, è stato tenuto isolato durante tutte le operazioni successive. Almeno cinque invece, senza documenti, sono finite al Cie di corso Brunelleschi.
Poi l’intera palazzina è stata posta sotto sequestro, e la gente che nel pomeriggio man mano è uscita dalla Questura si è trovata di fronte ad un portone sbarrato e ad una pattuglia di polizia, anziché di fronte a casa propria. Già, perché gli abitanti della palazzina non erano affatto abusivi: pagavano praticamente tutti l’affitto. Chi in nero direttamente al padrone di casa, che vive in collina; chi a degli intermediari che poi non si sa bene a chi girassero i soldi. Ma tant’è: tutti erano convinti di essere a casa propria - pur senza avere un contratto d’affitto registrato - una casa conquistata dopo un lungo viaggio e dopo mille difficoltà. Una casa normale, in cui tenere un frigorifero, delle carte, un divano per riposarsi. Una casa svanita nel corso di un mattino.
Per giustificare tutta l’operazione, la Questura ha parlato alla stampa dei litigi che si svolgevano periodicamente in alcuni degli appartamenti, dell’«andirivieni di persone straniere» e delle pressioni dell’immancabile comitato di quartiere capitanato dall’immancabile gallina-nazista-con-un-seggio-in-circoscrizione; poi ha consegnato ai giornali le foto di un appartamento senza porte, colmo di spazzatura ed avanzi di cibo, a dimostrazione che l’intero palazzo fosse in preda al degrado più insopportabile e contagioso. Da parte sua, l’Assessore alla Polizia Municipale, Giuliana Tedesco, ha spiegato che questa operazione sarebbe servita a salvare da una vita degradata parecchi nuclei familiari, mentre dalle stanze del Sindaco annunciano che questo è solo il primo di una lunga serie di blitz.
Ovviamente nessuno dice le cose come stanno: e cioè che, a parte due donne con bambini piccoli prese in carico dai servizi sociali, tutti gli altri “nuclei familiari salvati dal degrado” ora… dormono ai giardini. E che se forse è vero che quella non era proprio una “casa normale” è pure vero che adesso come adesso una casa normale a Torino non se la può permettere più quasi nessuno soprattutto quando oltre ai soldi mancano contratti di lavoro da esibire come garanzia, o parenti che mettano una firma supplementare, oppure ancora documenti d’identità in regola e permessi di soggiorno. E che, di questi tempi in cui tutti si vive con le spalle al muro, mediazioni e smussature han poco spazio: ai poveri non spetta più un tetto, magari sforacchiato, ma direttamente la strada. E senza tante chiacchiere.
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