NASCE
(www.essereanimali.org)
La
società in cui viviamo e lo stile di vita della maggior parte della
popolazione mondiale sono fondamentalmente basati sullo sfruttamento di milioni di individui animali. Per giustificare questa oppressione la cultura umana ha assunto un implicito:gli animali sono esseri inferiori. Questo è lo specismo; come il razzismo discrimina secondo la razza, lo specismo lo fa in base all'appartenenza di specie. Diamo per scontata la validità di questo pregiudizio, ma fermiamoci a considerare:superiori o inferiori rispetto a cosa? Di
certo un essere umano non è superiore a un orso o un leone in forza
fisica, o a una lepre in velocità . Stiamo quindi parlando di una
presunta superiorità umana non assoluta ma specifica ad una sua
caratteristica:l'intelligenza. E' a questo punto che ci rendiamo conto
che il criterio della superiorità/inferiorità non può essere mai
adottato per indirizzare o meno la nostra empatia e il nostro rispetto
per gli altri. Riteniamo forse sensato distribuire il nostro
amore e il nostro rispetto agli altri esseri umani sulla base di una
scala gerarchica di intelligenza? Quello che viene ovvio fare è, nei rapporti con gli altri esseri umani, non
discriminare nè sulla base di differenze intellettive nè su altre basi
di diversificazione. Perchè allora farlo riguardo ad altre specie? Non c'è motivazione.
Quello che ci interessa è che ogni animale, come l'essere umano, tenta
di sfuggire al dolore e alla morte, allo stress e alle privazioni e
cerca di condurre una vita libera e corrispondente ai propri istinti
naturali. Questo sentimento empatico, che riscopriamo come qualità
istintiva del nostro essere animali, è però in antitesi con la comune
mentalità antropocentrica, che ha bisogno di mettere al centro l'uomo per giustificare lo sfruttamento di ciò che sta ai margini.
L'empatia che ci permetterebbe di vedere e sentire la sofferenza negli
occhi degli altri animali è stata meticolosamente soffocata per
permettere di trasformare qualcuno in qualcosa:vestiti, cibo, divertimento.
Solo la discriminazione ha permesso e permette agli esseri umani di
concepire, perpetrare o anche semplicemente tollerare il massacro e la
tortura nei confronti di qualcun altro. Sconfiggere lo specismo e
l'antropocentrismo significa cambiare profondamente la percezione che il
genere umano ha di sè. Non più il centro dell'universo o del pianeta, ma una specie animale in rapporto simbiotico con il proprio habitat e le altre specie che lo abitano.
Questo atteggiamento utilitaristico, esplicitato cosi' bene nei
rapporti con gli altri animali, è anche ampiamente riproposto nella
relazione che la specie umana intrattiene con l'ambiente che la ospita.
Anche nei confronti della terra, ci relazioniamo ormai solo come ad una
risorsa, un recipiente inerte da cui attingere ciò che è utile per noi.
Con la natura, cosi' come con gli altri animali, e spesso anche con le
altre persone, abbiamo dimenticato la reciprocità, la gratuità di un
rapporto basato sul piacere simbiotico piuttosto che sul guadagno e l'interesse.
Con la società industriale e il potenziamento dei suoi strumenti
tecnici lo sfruttamento è divenuto sistematico, le condizioni di milioni
di individui inermi sono peggiorate ed ogni giorno si cancellano
porzioni sempre maggiori di territori naturali. Ma se da un lato questa
situazione può spingerci alla rassegnazione e all'inattività ,
dall'altro deve farci pensare che per quanto minimo, ognuno dei nostri sforzi può essere utile.
Forse non sufficiente per salvare tutto e tutti ma sicuramente teso con
effetto a cambiare radicalmente l'esistenza di un individuo. Qualcuno per cui non mangiare carne o non indossare pellicce significa la differenza tra la vita e la morte. Qualcuno per il quale scendere in strada e coinvolgere altre persone nel risveglio della propria sensibilità significa la differenza tra essere ignorato e torturato o portato agli occhi del mondo e un giorno liberato.
Se ci lasciamo vincere dalla rassegnazione e dal senso di impotenza
continueremo a fare il gioco di chi ha portato il mondo al disastro
attuale. Se invece ci lasciamo coinvolgere dalla volontà di fare
qualcosa di concreto per salvare qualcuno o qualcosa allora non siamo e
non saremo mai sconfitti. Nel concreto seguiamo e supportiamo uno stile
di vita vegan, rifiutando di consumare e acquistare prodotti che
implicano lo sfruttamento, la segregazione e la morte di altri animali.
Critichiamo ll'industrializzazione e il consumismo contrapponendovi
l'autoproduzione e l'autosostentamento. Abbiamo deciso di impegnarci per
portare alla luce molti aspetti del nostro mondo che troppo spesso
vengono tenuti nascosti:dalle torture a cui sono costrette innumerevoli
specie animali per soddisfare i consumi della nostra società, agli abusi
sugli ambienti naturali perpetrati dallo stile di vita umano e
civilizzato in ogni angolo del pianeta. Diffondiamo materiali visivi e testi, organizziamo banchetti informativi, proteste ed azioni dimostrative in strade e piazze.
Propagandiamo lo stile di vita vegan e la cultura antispecista con
cene, corsi di cucina e conferenze pubbliche. Documentiamo ciò che
accade quotidianamente nel nostro territorio a quegli animali
considerati "da reddito", imprigionati e uccisi a migliaia di nascosto, ma sotto gli occhi di tutti.
E dato che nel nostro mondo è proprio la normalità a mietere più
vittime, cerchiamo di agire in modo radicalmente diverso da come la
società umana ci insegna.
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