da .contrainfo
Alcune considerazioni sulla questione della crisi
Secondo un sondaggio pubblicato la scorsa settimana, più o meno quello che tutti sapevano è diventato evidente ed è stato pubblicato ufficialmente: aumenta il tasso di disoccupazione con un ritmo senza precedenti.Quindi, anche se parliamo durante la stagione turistica in cui si verificano occupazioni stagionali, il tasso ufficiale di disoccupazione ha raggiunto il 16,6%, con 812.000 persone produttive rimaste senza lavoro. Tenendo presente una percentuale di persone che lavorano part-time che non sono ancora conteggiate in queste statistiche, è comprensibile che non si va’ indietro di pochi anni, ma torniamo ai “bei” tempi del 1960.
Ovviamente, però, le cose non vanno molto meglio anche per chi lavora. Lavorare 10 ore al giorno è diventata una legge, i salari sono tagliati a metà, e ciò che rimaneva dello stato sociale (che va’ considerato come un’ salario indiretto e una vittoria) scompare, tutto in nome della ricostruzione nazionale.
È fondamentale comprendere il motivo per cui tutto questo accade. Se prendiamo il governo greco e i canali TV sul serio, possiamo trarre la conclusione che tutto questo è perché presumibilmente affrontiamo… l’inferno dei debiti che devono essere rimborsati, in caso contrario l’ FMI e i nostri creditori ci puniranno. Ma è così?
Per esempio, sono i salari nel settore privato effettivamente legati al… rimborso del debito dello Stato? E nel caso il protocollo non fosse stato firmato, sarebbe tutto a posto? Allora, com’è che misure analoghe a quelle del protocollo sono state prese in alcuni paesi che non hanno aderito a nessun tipo di memorandum (Gran Bretagna, USA, Italia e Francia), o anche nei paesi con dei profitti in surplus (Germania)? Potrebbe essere che queste misure sono solo una scusa e si approfittano della nostra ignoranza?
I mass media attentamente ci nascondono la scomoda verità. La crisi del Capitale sta’ diventando crisi del lavoro attraverso le misure adottate in tutto il mondo occidentale. Essi spostano l’intero onere dei propri ‘peccati’ sulle nostre spalle.
Danno via centinaia di miliardi per salvare le banche, mentre prendono prestiti dalle stesse a condizioni ancora peggiori. In altre parole, convertono il debito privato in deficit statale. Il loro scopo è quello di diminuire il valore del nostro lavoro e rendere di nuovo competitive le economie occidentali rispetto a quelle orientali. Così,o saremo come lavoratori “cinesizzati” o, come ci viene detto, affonderemo negli abissi. Ma ognuno di noi sa’ gia’ molto bene che siamo nella più completa oscurità d’ insicurezza, povertà, miseria ; contiamo gli scarsi soldi nel portafogli ogni volta che andiamo al supermercato e ci tormentiamo sulla possibilità di poter arrivare fino alla fine del mese.
La strada verso la soluzione è nota: lotte collettive nei luoghi di lavoro e nei nostri quartieri. Facciamo in modo che i sindacati di classe e le assemblee di quartiere siano la nostra arma contro la dittatura dei monopoli. Non lasciate che una sola goccia di vita sia sprecata. Insieme, non possiamo solo riportare le cose ad una situazione precedente, ma reagire e rivendicare ciò che ci meritiamo: tutto!
Così la prossima volta che sarete in preda alla disperazione su come pagare l’elettricità, come pagare le lezioni del bambino, il cibo al supermercato, pensate che questa non è una condizione necessaria. Tutto dipende se si è disposti a lottare per un cambiamento.
Noi non dobbiamo nulla, loro ci devono!
La ricchezza appartiene alle persone che lavorano, non al Capitale!
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