da .infoaut.
Come dichiara Alessio Genovese, fotogiornalista che al microfono di Christian Elia racconta le giornate di ieri e di oggi, è importantissimo ricostruire il susseguirsi degli eventi e sgombrare il campo da false notizie studiate ad arte.
Nel pomeriggio di ieri, le notizie riguardo i respingimenti dovuti ai rinnovati accordi tra Maroni e il governo tunisino, hanno fatto scattare la rivolta, che è sfociata in un enorme incendio che ha distrutto i padiglioni della struttura di contrada Imbriacola.
Le porte del CPA a quel punto sono state aperte per evitare che i migranti vi morissero dentro. Molti di loro a questo punto si sono diretti verso il centro abitato dell'isola chiedendo di essere trasferiti sulla terra ferma e mettendo in chiaro la loro volontà di non essere rimpatriati.
Ma le esternazioni del il sindaco razzista De Rubeis fatte poco dopo hanno alzato la tensione fra gli abitanti dell’isola, che si sono sentiti chiamati in guerra per difendersi.
I gruppi di migranti che non sono stati portati allo stadio dell’isola, hanno inscenato dei sit-in per tutta la notte, esponendo striscioni per chiedere libertà e ribadire la loro solidarietà all’isola. Ma oggi, alcuni isolani e soprattutto la polizia hanno dato vita ad una caccia all’uomo di estrema violenza per riuscire a soddisfare la sete di razzismo del sindaco e del Ministro Maroni.
Come accade in questi casi sono state fatte girare delle falsità ad uso e consumo dei media che potessero giustificare le violenze, come il fatto che i migranti presenti sull’isola fossero dei galeotti Tunisini che hanno raggiunto l’isola nelle ultime ore. O che molti di loro avevano intensione di dare fuoco ad una pompa di benzina.
Ma come ci dice Alessio Genovese, i migranti sono gli stessi che sono sull’isola da molti mesi, e per nessun motivo erano intenzionati ad incendiare l’isola o attaccare gli isolani.
Come abbiamo già scritto in altri articoli la forza della libertà che giunge dal sud del mediterraneo sta spezzando la governante delle migrazioni che impedisce a giovani ragazzi e ragazze di non poter girare per il mondo e gli costringe a rimanere rinchiusi per mesi dentro dei lager.
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