da anarchi.co
Siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualsiasi parte del mondo.
(Ernesto Guevara de La Serna)
Giorgio è un ragazzo dolcissimo come pochi altri, semplicemente predisposto all’ascolto e alla solidarietà immediata, istintuale, concreta e disinteressata.A dispetto della sua altezza e della sua stazza, della sua barba nera incolta, è una persona squisitamente cortese, altruista. Una persona pacifica, come solo i forti sanno essere.
Giorgio non è una persona capace di tollerare gli abusi e le prepotenze, ma non per collera innata o per dare sfogo ad aggressività latenti o peggio ancora per spirito contestatario tout court.
Non è un ‘provocatore’ e non è una persona provocatoria.
Molto più semplicemente è una di quelle rare e inestimabili persone che riescono a vivere in prima persona le ingiustizie di qualcun’altro come fossero le loro, riversando passione e impegno per cause che non necessariamente lo coinvolgono nella sua quotidiana vita di individuo, impegnata nella lotta individuale e collettiva contro la precarietà e nella ricerca della felicità, sempre e nonostante tutto.
Insomma Giorgio è un compagno di quelli che non avrà mai problemi di bandiere o di travestimenti e peripezie ideologiche, uno di quelli che non ha sofferto o esitato di fronte al profondo travaglio identitario vissuto nei lunghi anni recenti dalla sinistra antagonista.
Cambiano i secoli (chi scrive lo conosce personalmente dallo scorso millennio), tramontano partiti e mutano le bandiere, ma i compagni come lui saranno sempre in piazza per qualche ottimo motivo.
Puoi giurarci, anche nelle situazioni politiche più tristi e deprimenti quelli come lui trovano l’entusiasmo per ribadire – e sostenere di persona – la difesa dei diritti di qualche minoranza in lotta.
Nel tempo dell’ inganno universale dire la verità é un atto rivoluzionario.
(George Orwell)
Perchè quella della Tav in Val di Susa è solo l’ennesima causa persa, quella di un popolazione locale in lotta da anni contro tutti i governi nazionali – da Prodi a Berlusconi senza alcuna differenza sostanziale – che hanno deciso sopra le loro teste il destino del loro spazio identitario secolare.Condannandoli arbitrariamente allo scempio del ‘moderno’, allo stupro tecnologico che il ‘mito del tempo’ e ‘del progresso’ continua a perpetrare sulle sostanze naturali dell’intero pianeta.
Insomma la lotta dei No-Tav è un piccolo Vietnam, sul piano dei rapporti di forza.
Quella per la TAV è una guerra coloniale interna. Il cantiere di Clarea sarà la Dien Bien Phu del capitalismo di rapina italiota.
(Wu Ming – via Twitter)
Nessun tavolo delle trattative e nessuna speranza di successo sono realmente all’orizzonte del movimento, la resistenza nella valle piemontese è il simbolo di una lotta sincera che non ha alcuna intenzione di rinunciare, se anche non potrà vincere.I governi italiani hanno lasciato veramente poco spazio alla ‘politica’, e hanno trattato la protesta con interventi di polizia fatti di cariche e lacrimogeni, praticamente da subito.
Il ricorso alla violenza pubblica organizzata da parte dei governi centrali ha fatto crescere nella coscienza pubblica del paese la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un confronto imparo e necessariamente ‘ingiusto’, per i modi e per la sostanza delle reazioni pubbliche offerte dalla classse dirigente del paese sulla questione.
Una ‘ragion di Stato’ che non ha mai esitato ad impugnare il manganello, insomma, senza stare troppo a sottilizzare sulle questioni identitarie (ma anche economiche e naturali) che motivano il rifiuto dei treni ad alta velocità nella Vallle.
Ecco, sono proprio le cause perse quelle per cui vale la pena di combattere con più impegno.
Sono le piccole ingiustizie quelle che valgono il nostro sforzo, perchè vivono e si nutrono della stessa arroganza di quelle forti, direi ontologiche.
Ribellarsi alle piccole ingiustizie e schierarsi per la cause prive di spiragli è sintomo di una sensibilità maledettamente romantica e di uno spirito d’animo straordinariamente altruista.
La ‘Dignità‘ non raffina lo sdegno, mai, fossilizzandosi in artificiali lotte sempiterne rivolte verso le grandi contraddizioni, per poi snobbare nel quotidiano le migliaia di piccole battaglie di dignità, appunto, che sono il necessario corredo di attività dell’individuo secolare che lotta, qui ed ora, per un mondo appena migliore.
Qui ed ora, ci si impegna sulla piccola ingiustizia con la stessa dignità di tutti i presunti e variopinti orizzonti ideali che possiamo coltivare nel corso delle speculazioni di tutta una vita.
No, le persone come Giorgio non possono sottrarsi alla tirannia della propria dignità e della propria indipendenza di pensiero, non demandano nè rimandano l’impengo concreto a vantaggio di future ingiustizie globali, di sempre rimandate e salvifiche lotte di riscatto generale.
Questi maledetti rivoluzionari non rinunciano alla resistenza e all’impegno civile – qui ed oggi; sicuramente domani saremo con Giorgio in altre piazze, a lottare per altre cause o per la stessa universale causa della libertà e della dignità della persona.
Sempre, dalla parte delle minoranze, sempre, per vocazione, ‘dalla parte del torto’.
Finché esiste una classe inferiore, io vi appartengo; finché esiste un elemento criminale, io ne faccio parte; finché c’è un’anima in prigione, io non sono libero.
(Eugene Victor Debs)
Presidio al Palazzo di Giustizia di Torino
Fra poche ore, di fronte alla giustizia di Stato, Giorgio indosserà gli abiti del colpevole nel tipico ‘processo per direttissima‘ con cui spesso si somministra – incredibilmente rapida – la giustizia democratica e televisiva che tanto va di moda anche nel nostro paese.Una giustizia che vuole criminalizzare per l’ennesima volta un movimento di persone che si schiera a difesa di un gran numero di alberi e di un paesaggio tra i più belli della nazione.
Questo è il livello della nostra sensibilità nazionale e questo è il livello osceno del nostro sistema culturale e informativo.
Manganelli, lacrimogeni, cariche, arresti. Processi e condanne ad alta velocità, senza alcuna reale speranza di assoluzione (i media vogliono sceneggiature tradizionali da proporre ai telegiornali della sera, e la presunzione di innocenza sembra incompatibile con le esigenze di copione del circo mediatico, quando non sei Berlusconi…).
Ecco perchè oggi venerdì 26 agosto 2011 il movimento No-Tav ha deciso di portare avanti la propria battaglia schierandosi in solidarietà del compagno Giorgio arrestato mercoledì 24 a Chiomonte, che subirà al Palazzo di Giustizia di Torino il suo processo per ‘aggressione e resistenza a pubblico ufficiale’.
Invito con tutto il cuore qualsiasi compagno che ne abbia la possibilità di partecipare, alle 11 davanti al Palazzo di Giustizia di Corso Vittorio Emanuele II a Torino, al presidio di solidarietà per Giorgio, che vogliamo rivedere libero immediatamente.
Giorgio libero, perchè è uno degli amici e delle persone più straordinarie con cui ho avuto il piacere e l’onore di condividere un lungo e bellissimo tratto di percorso in quest’avventura che chiamiamo vita.
Giorgio libero, perchè la libertà di nessuno deve essere rinchiusa in un carcere.
Giorgio libero, perchè la lotta della Val di Susa è un grido di dignità che rappresenta il simbolo dell’Italia migliore che abbiamo a disposizione, qui ed ora.
Giorgio libero subito, perchè la sua libertà è un atto di giustizia e di decoro.
No Tav in Val di Susa
Libertà per tutti e carceri per nessuno
Libertà per tutti e carceri per nessuno
Appuntamento alle 11 per il presidio di solidarietà
davanti alla sede del Palazzo di Giustizia di Torino
in via Vittorio Emanuele II n. 120
Giorgio Libero!
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Le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida, visionaria follia…
(Erasmo da Rotterdam)
Per tutti gli amici della ‘Piotta‘ (aka Giorgio) che vogliono informazioni particolari sul corteo di mercoledì, sulle circostanze del suo arresto e della sua detenzione nella Casa Circondariale delle Vallette di Torino, e soprattutto sul suo processo previsto per oggi, rimando necessariamente ai compagni organizzati del Laboratorio Occupato e Autogestito Acrobax all’ex Cinodromo di Roma, che stanno tentando di seguire l’iter dell’ingiustizia di Stato per il caso di Giorgio così da monitorarne sviluppi e conseguenze.Purtroppo il sottoscritto è costretto a letto dai suoi maledetti problemi neurologici, recentemente degenerati e a cui si sono aggiunti sintomi come ipocusia, acufeni bilaterali persistenti e soprattutto vertigini.
Sono materialmente KO in questi giorni e non sono riuscito nemmeno ad uscire per rimediare qualche informazione di prima mano su quanto sta succedendo al nostro caro amico; purtroppo non sono nelle condizioni per correre a Torino in sua solidarietà.
Io sono Fabio e gli amici di Giorgio sono sempre stati anche amici miei, praticamente da sempre.
Quindi siete i benvenuti, mandateci qualche notizia da Torino perchè noi qui a Roma siamo tutti abbastanza preoccupati (sappiamo cosa accade di solito durante le nostre detenzioni… e abbiamo il fondato e disperato timore che la serenità di Giorgio sia stata messa a dura prova in questi ultimi due giorni.).
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Le foto sono proprietà privata dal sito della Repubblica, giornale indipendente del capitalista De Benedetti.La frase significa che ho privato il sito della Repubblica della proprietà esclusiva di queste foto, usurpandone il possesso e l’uso; ma fortunatamente le ho acquisite nello stesso modo in cui le hanno ottenute loro da Giorgio, che ne è ritratto; cioè senza il loro consenso.
E per lo stesso motivo, del resto. Cioè per diritto e dovere – che si omette sempre – di cronaca.
A partire dalla stessa foto loro hanno costruito un crimine inesistente, alimentando l’atmosfera di tensione con cui si vuole avvolgere il luminoso e giustissimo movimento NoTav della Val di Susa.
Mentre io ho creduto di leggere la storia dell’ennesimo sopruso, imparando una volta di più, dagli occhi di un caro amico appena tratto in arresto, cosa significa la dignità, quel’è il vero volto dell’impegno civile.
Volto meravigliosamente immortalato dal fotografo della Repubblica, appunto.
GIORGIO LIBERO
Vuoi sentirti sicuro? La sicurezza si può avere in galera.
Tre metri quadrati tutti per te senza affitto da pagare, senza conti della luce
e del telefono, senza tasse, senza alimenti.
Senza multe.
Senza fermi per guida in stato di ubriachezza. Cure mediche gratuite.
La compagnia di persone con gli stessi interessi.
Chiesa. Inculate. Funerali gratuiti.
(Charles Bukowski)
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