da "la miccia"
Nel regime democratico si può avere la libertà di esprimere un opinione, una preferenza, un voto, ma nient’altro che questo. Ciclicamente centinaia di migliaia di individui definiti come aventi diritto al voto o elettori esprimono quello che in gergo politichese viene chiamata sovranità popolare, ovvero scarabocchiano una croce su un pezzo di carta in una cabina chiusa per tre lati. Questo banale rito, che nell’arco della vita di un individuo può ripetersi decine di volte, è la causa principale della miseria e dello sfruttamento che ci troviamo a subire quotidianamente.
Quel piccolo scarabocchio legittima, secondo le leggi che altri hanno deciso per noi, un tizio qualunque, poco importa la sua bandiera di appartenenza, a poter decidere se sotto casa mia o di chiunque altro ci possa essere una centrale o un deposito di scorie nucleari, un inceneritore o una discarica di rifiuti, una caserma di sbirri o un centro commerciale.
Quello scarabocchio, quella x, equivale ad aver firmato un contratto in bianco che permette a chi detiene quel contratto di fare e disfare a proprio piacimento, forte della delega ricevuta.
Ora, quale demente può firmare un contratto in bianco? Come si può essere così ingenui da credere che chi detiene quel contratto agirà secondo i nostri desideri e non, sempre e comunque, per il proprio tornaconto personale o di clan?
In questo paese i dementi e gli ingenui abbondano evidentemente, visto che dal 2 giugno 1946, data delle prime votazioni a suffragio universale della storia repubblicana italiana, ad oggi, le elezioni sono state centinaia.
E migliaia, invece, sono stati i candidati che una volta eletti hanno usato il potere avuto in delega per maneggiare e per saccheggiare le risorse che appartengono a tutti. La totalità di questi uomini e donne vive mollemente sulle spalle di tutti noi e non si arrischia ad uscire dalle lussuose case che abita, se non con una nutrita scorta.
C’è bisogno forse di elencare i disastri che le associazioni a delinquere note come governo e parlamento hanno causato dappertutto? Le migliaia di morti che l’incapacità e l’avidità di profitto della classe cosiddetta dirigente ha prodotto e continua a causare dappertutto dovrebbero aver convinto i più che non abbiamo bisogno di questi avvoltoi per decidere delle nostre vite e per regolarci di conseguenza.
Ma come dicevo sopra del regime democratico, che le opinioni non diventino idee e soprattutto le idee non si trasformino in fatti e viceversa. Che gli individui si organizzino al di fuori dell’alveo istituzionale, che da loro stessi parta la voglia di agire e porre la propria esistenza nelle proprie mani, questo non può e non deve esistere nel regime democratico, come tra l’altro in qualunque sistema di potere.
Noi dobbiamo passare la nostra vita aspettando che alcuni ci dicano cosa è meglio per noi, altri ci dicano cosa è lecito e cosa non lo è, altri ancora ci indichino come vivere, unica libertà rimasta è quella di poter consumare questa o quell’altra merce e se qualche spirito troppo libero si affaccia a minacciare il teatrino altri ancora ci braccheranno e arresteranno. Il sonno sociale deve essere duraturo, la pace dei ricchi non deve essere turbata.
Perché è di questo che si tratta, il sistema di potere a cui siamo assoggettati serve per difendere la proprietà dei padroni. Fateci caso, da quando si parla di tempi di crisi nell’economia globale, i ricchi sono diventati sempre più ricchi e i poveri, i non desiderati, gli emarginati, i riottosi a questo sitema di produzione sono sempre più esclusi. La partecipazione alle scelte nella propria comunità, dove appunto si vive, non può andare e non va oltre la ciclica applicazione di una croce su dei pezzi di carta, per il resto tutte le decisioni che interessano un individuo nel suo arco di vita, tutto quello che concerne il territorio dove ha vissuto e vive, non sono affari che lo devono riguardare. Esclusi da qualunque gestione delle nostre vite, ci vorrebbero ridotti al ruolo di larve.
Ma a volte questi esclusi riescono ad opporsi alle decisioni prese dall’alto, in alcuni casi infatti la popolazione autorganizzandosi è riuscita a respingere i progetti di devastazione e saccheggio che il clan politico industriale voleva mettere in atto. Qui non è stata riaperta e costruita una nuova discarica, lì si è riusciti a non far costruire una nuova arteria mercantile, tutto questo si è riuscito a fare mettendo in discussione il principio di delega e di conseguenza il principio di autorità.
In alcuni casi si è riusciti a respingere le brame di profitto dei padroni opponendosi sulle barricate, sabotando i macchinari ed in alcuni casi incendiandoli.
Se siamo capaci di autorganizzarci per fronteggiare i folli progetti del clan del progresso non siamo allo stesso tempo più che capaci di organizzarci quotidianamente per condurre le nostre vite come meglio crediamo, accordandoci tra individui volta per volta ed eliminando qualunque tipo di autorità?
Intanto il 15 ed il 16 maggio si voterà per eleggere un altro sindaco a Napoli, in lizza ci sono alcuni campioni della mediocrità sociale in cui viviamo, un imprenditore, un magistrato ed un ex prefetto.
L’imprenditore è appoggiato dal Pdl e risponde al nome di Lettieri, lo appoggiano anche i bimbetti di casapound, l’altro, il magistrato che risponde al nome di De Magistris, è appoggiato da un miscuglio di partiti dell’arco sinistro e lo appoggiano anche i centri sociali e qualche residuato del partito comunista. L’ultimo, l’ex prefetto, che risponde al nome di Morcone, è sostenuto dal Pd.
Abbiamo quindi in lizza per una poltrona un padrone, un forcaiolo ed un ex garante dell’autorità statale, in comune i tre hanno solo la volontà, una volta insediatisi, di abbuffarsi con quel riusciranno a grattare dalle ossa della popolazione.
Io la mia scheda elettorale l’ho bruciata anni fa, non sarebbe male, per iniziare, fare con le vostre schede elettorali un bel falò.
Ma questo da solo non basterebbe, si può non votare e… rimanere tranquillamente affacciati alla finestra, come si può andare a votare e… rimanere tranquillamente affacciati alla finestra.
Intanto questo paese è in guerra, gli interessi dei padroni stanno sconvolgendo l’esistenza di milioni di persone e il costo dei generi di prima necessità continuerà ad alzarsi.
Il tempo è più che maturo per metterci una croce su.
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