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mercoledì 25 maggio 2011

Sardegna - Aggiornamenti sulla lotta contro il Poligono Interforze del Salto di Quirra

da inform-azione

riceviamo e diffondiamo:

INFINE LA MAGISTRATURA HA DECISO
: gli elementi raccolti dai suoi consulenti circa la nocività del Poligono Interforze del Salto di Quirra (PISQ) dimostrano che l’attivitá militare inquina suolo, acqua, aria, ed é causa di malattie e malformazioni tra animali ed esseri umani.

La conclusione di ció é che viene ordinato l’allontanamento di animali ed esseri umani dall’area mentre si lascia che l’attivitá del Poligono prosegua! Come da tempo avevamo paventato: ancora una volta si preserva il Poligono sopra qualsiasi altro interesse!

L’attuale presa di posizione della magistratura segna inequivocabilmente un nuovo punto di inizio sotto molti punti di vista:

ASPETTI SANITARI
la popolazione chiede giustamente di conoscere gli elementi che hanno portato il magistrato a prendere decisioni gravissime, ma deve essere chiaro che, a questo punto, é inutile pensare che nuove indagini da parte di nuovi esperti possano contrastare o confermare quanto emerso nel corso dell’indagine: ormai la sede del dibattito é il tribunale. Ció che appare evidente é piuttosto che piú si indaga piú la gravità del problema é destinata ad estendersi. Per esempio, non si é ancora affrontato il problema dell’inquinamento del Flumendosa (ma anche del rio San Giorgio e del rio Quirra) che raccoglie le acque provenienti dalle discariche di armamenti non diversamente dalla sorgente di "Sa Maista". C’é, anzi, da chiedersi come mai questa sia stata sequestrata e non sia stato bloccato anche l’acquedotto del Flumendosa!

RUOLO DELLE AMMINISTRAZIONI
dopo anni che sindaci, ASL, ARPAS hanno ignorato o minimizzato le denunce e i ripetuti allarmi relativi alla situazione del Poligono, una autoritá terza, estranea e superiore ad essi, ha autonomamente preso in mano la faccenda. Quale dovrebbe essere ora il compito della politica? In questo momento l’amministrazione é svuotata di ruolo! Chi, fino ad oggi, ha omesso il proprio dovere di controllo, difendendo il poligono e negando ogni evidenza, non può rappresentare la parte di popolazione vittima della presenza della base. Costoro, che oggi sono parte del problema e rischiano di doverne rendere conto in tribunale, domani saranno pronti a cedere il territorio a dei nuovi padroni, pronti per nuovi affari!

ASPETTI ECONOMICI
oggi non ha piú senso ragionare sui posti di lavoro degli addetti al poligono in un ipotetico futuro senza base, visto che al momento sono messi in discussione non i loro, ma quelli dei contadini e degli allevatori, ed a seguire di tutti gli operatori economici del territorio mortificati dalle attivitá militari. Ormai non ci si puó fare illusioni in merito: arance, agnelli e turismo torneranno ad essere vendibili solo il giorno in cui i giornali titoleranno “il poligono chiude, inizia la bonifica!”

UN DOMANI SENZA POLIGONO se qualcuno va dicendo che il poligono puó continuare ad operare ma dovrá essere sottoposto a monitoraggio ambientale, questa é una assurditá. Infatti una simile struttura ha senso solo se le si garantisce segretezza: dunque, o il monitoraggio sará finto ed ingannevole o il poligono cessa il suo motivo di essere. A questo punto é bene che si sappia che le immobiliari giá puntano gli occhi sull’area... e potrebbero anche avere legami con esponenti di governo! Sará dunque il caso di smettere di difendere a priori una attivitá nociva a se stessi ed agli altri e cominciare a pensare al futuro...

LA SITUAZIONE É GRAVISSIMA: si ordina a contadini ed allevatori di abbandonare un territorio senza dare loro alternative su dove andare, dove portare il bestiame e senza sapere per quanto tempo saranno allontanati dalle loro aziende; alla perdita economica legata alla sospensione delle attivitá agropastorali la Regione risponde con una elemosina, ne’ appare realistico che qualche altro ente possa risarcire adeguatamente.

Ma la cosa piú provocatoria ed assurda é che le attivitá militari ed industriali del Poligono possano continuare, caricando cosí ancor piú di veleni un territorio già saturo!

Mentre la consapevolezza dell’enormitá dei rischi legati alle attivitá militari é sempre piú forte nell’intera popolazione della zona, mentre le ricadute sanitarie ed economiche si abbattono pesantissime sulle comunitá, la risposta é ancora una volta preservare il Poligono e colpire i civili.

Visto che le amministrazioni locali, prive ormai di autoritá e credibilitá, non possono avere alcun ruolo nella faccenda, é necessaria una mobilitazione popolare che, nel rivendicare la tutela della salute e dell’ambiente e la salvaguardia delle attività agropastorali, pretenda l’immediata cessazione delle attività del Poligono e la bonifica dell’area!




Villaputzu, 23 maggio 2011

ATOBIU dei gruppi autogestiti
per lo smantellamento del PISQ
info e contatti: 340 3543499
http://smantellamentopisq.blogspot.com

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