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mercoledì 16 marzo 2011

Corteo 14 dicembre a Roma: L’Arma spara ad altezza d’uomo. Come a Genova dieci anni fa

  da osservatorio sulla repressione

Corteo 14 dicembre a Roma: L’Arma spara ad altezza d’uomo. Come a Genova dieci anni fa

Tre colpi. Tre, almeno, e Liberazione è in grado di mostrare la “pistola fumante”. Era il 14 dicembre, giorno della sfiducia studentesca e metalmeccanica al governo Berlusconi, graziato, invece, dal voto dell’Aula. La scena è quella dello slargo all’incrocio tra Botteghe Oscure e Via degli Astalli. Per alcuni lunghi minuti i manifestanti si sono fronteggiati con il drappello di carabinieri che sbarravano la strada verso Palazzo Grazioli, la residenza del premier di fronte alla quale il Cavaliere ha preteso che non fermino più neppure gli autobus. Il fronteggiamento, ripreso da molte angolazioni, da professionisti e mediattivisti, sembra determinato dalle modalità stesse della gestione della piazza. Piazzare in quel modo i blindati sembra più una provocazione, una rozzezza tra le tante, che una reale necessità difensiva. Nei minuti presi in esame volano bottigliette, qualche stecca e anche sassi alle spalle dei due blindati dove piomba anche un bombone da stadio. Prima e dopo quel botto sono chiaramente distinguibili due detonazioni da arma da fuoco. Le foto che pubblichiamo in anteprima sono tratte da un video finora inedito. La fiammata che immortaliamo non lascerebbe dubbi sulla traiettoria del proiettile: ad altezza d’uomo. Lo sparo è partito da dietro gli scudi appostati sul cofano anteriore di uno dei due blindati che sbarravano il budello di strada alle spalle di Palazzo Venezia. Negli scatti si riconoscono alcuni carabinieri e, col casco più chiaro, azzurro anzichè blu, il dirigente di ps che li comandava in abiti borghesi. Altro materiale, girato da prospettive diverse mostra alcuni militari con la pistola in mano e aderente alla coscia. Diversi testimoni ricordano di aver udito le esplosioni e di avere visto il personale in ordine pubblico chino, probabilmente a raccogliere bossoli. “Le immagini che oggi pubblica Liberazione – commenta Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione comunista – sono inequivocabili. Di nuovo come a Genova nel 2001 le forze dell’ordine sparano ad altezza d’uomo durante una manifestazione. A Roma non è successo l’irreparabile ma questo non rende meno grave la questione. Adesso capiamo meglio le parole di Maroni che nei giorni delle manifestazioni studentesche di dicembre sosteneva che ci poteva “scappare il morto” . Vogliamo sapere da lui che ordini sono stati dati alle forze dell’ordine per la gestione dell’ordine pubblico, se vi sono state inchieste interne riguardo all’uso di armi da fuoco e che risultati hanno dato. Ministro Maroni, vogliamo conoscere la verità, perchè l’Italia è un paese democratico ed ha diritto di sapere”.

Checchino Antonini Liberazione 9 marzo 2011


Il primo fotogramma rivela l’assenza di pericoli immediati per le forze dell’ordine che bloccano Via Astalli. I manifestanti sono distanti






Ecco la pistola fumante, l’evidenza dell’uso di armi da fuoco ad altezza d’uomo. I testimoni hanno riferito spesso di aver udito dei colpi e visto agenti con la pistola







Ecco la posizione esatta dalla quale sono stati sparati almeno tre colpi nella direzione del corteo. Si tratta del cofano anteriore di uno dei blindati che impediva ai manifestanti di transitare sotto la residenza del premier







A comandare il drappello di Via Astalli un funzionario di polizia con il casco antisommossa e gli abiti civili

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