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martedì 23 novembre 2010

CONTRO LA REPRESSIONE

CONTRO LA REPRESSIONE

A cura di Matteo Montieri

“Chi dice "Stato" o "diritto politico", dice forza, autorità, predominio: ciò presuppone l'ineguaglianza di fatto.”
Michail Aleksandrovic Bakunin

In seguito alle reiterate proteste dei cittadini campani, per la crisi rifiuti
Che sta colpendo tutta la regione ed in particolar modo l’area sub-vesuviana, le forze dell’ordine decisero di utilizzare la mano pesante intervento con la violenza nella maggior parte delle manifestazioni indette in quel periodo.
I centri sociali di matrice libertaria come il “ Louis Michel” hanno risposto a quest’azione restrittiva dello stato, indicendo una manifestazione, un corteo nazionale che con forza urli per le strade di Napoli il suo dissenso contro la repressione, e per rivendicare inoltre la liberazione del “compagno” tonino rinchiuso in carcere ingiustamente, ingiustamente perchè “le lotte non si processano, come recitava un cartello alla manifestazione, ingiustamente perchè gli istituti carcerari non sono come ci si vuol far credere, dei santuari della giustizia, ma bensi sono quei luoghi per eccellenza dove prolifera “l’abbrutimento dell’uomo”.





Il giorno dopo, i parecipanti alla manifestazione non saranno certo riusciti a nascondere il loro sorriso, leggendo i quotidiani, che come al solito non sono riusciti ad astenersi dall’ingigantire la questione.
Non c’è chiarezza già sulle cifre dei partecipanti che da testata a testata, variano dalle 1500-5000 unità di persone, le imprecisioni volute o non volute non finiscono qui: la descrizione sull’entità dei danni sembra rasentare un bolettino di guerra “violenza nel guerra di napoli”, “lanci di pietre, teppismo da strada, alcuni dei titoli delle agenzie d’informazione fra 6 e il 7 novembre 2010.
Si parla di numerosi negozi presi di mira dai balck block, di vetrine infrante in ogni angolo della strada, in realtà i manifestanti non prendevano di mira senza criterio delle attività, ma avevano degli obiettivi ben precisi, cioè le istituzioni del potere finanziario, politco e militare, in conclusione i reali danni che si possono elencare sono: 3 istituti bancari, colpevoli della crisi finaziaria che ricade sulle spalle della massa popolare, tutte le varie telecamere, che minano la nostra libertà e infine un negozio di pelliccie certamente non puo vantare una coscienza immacolata, adesso mi chiedo è stata un azione cosi riprovevole quella messa in atto il 6 novembre 2010 dai compagni anarchici ?
Io penso di no l’unico rammarico che ci puo venire e di non aver coinvolto l’intera popolazione partenopea a questa rimostranza contro chi stritola il nostro futuro.
Un altra imprecisione sta nell’enfatizza paura dei negozionanti, una paura costruita dalle forze dell’ordine che prima della manifestazione hanno invitato a chiudere le saracinesce e barricarsi dentro perchè secondo le forze di polizia, corso umberto sarebbe stato occupato da una massa di invasati.
Passando nelle file della manifestazione, posando uno sguardo tra le vetrine più che faccie impaurite si notavano faccie incuriosite, adirittura una signora anziana fuori da un negozio intonava Bella Ciao un immaggine che dissipa quel clima teso che i giornalisti vogliono farci bere.
C’è un altro evento che smaschera questo complotto diffamatorio ai danni degli anarchici, un ragazzo armato di bomboletta srpay stava per imbrattare la seranda di un attività, quando il commerciante gli chiese di lasciare puro il suo negozio, il manifestante se ne andò tranquillamente senza colpo ferire, tutt altro quindi che un comportamento violento e facinoroso.
In serata al termine della manifestazione tirando le somme, i compagni del “Luois Michel” si dichiarono più che soddisfati di come la situazione è stata gestita, e di come abbiamo “costretto” la polizia a non intraprendere azioni di forza contro i manifestanti.
Ormai si credeva che il corteo fosse conlcuso, ma alle 4 di notte, quando stava per il partire il primo treno per Roma del giorno, i suoi strascichi si fanno ancora sentire, infatti un gruppo di 30 persone sale su questo treno senza biglietto dicendo che avrebbero pagato la multa al passaggio del personale di controllo, il capo treno si rifiuta di farlo partire chiama la polizia, prendendosi un giorno di malatia adducendo come scusa che gli anarchici lo avevano percosso, fandonie.
Questo treno dopo varie proteste e rimostranze non parte lo stesso, la comitiva si muove allora verso un altro treno in partenza di li a poco, appena gli adetti si accorgono dello spostamento e bloccano anche questa partenza, mentre il reparto celere si spiega davanti alla locomotiva.
I manifestanti allora per non recare danni anche agli altri passeggeri, fecero tutti i biglietti, ma ,non si sa per qual motivo, le forze del “disordine” lo stesso non vollero farli partire.
Un passeggero spanzientito da questa attesa chiese ad un poliziotto che sostava li, il motivo di questo ritardo, quello rispose prontamente << dobbiamo garantire la vostra incolumità se queste persone partono con voi, potrebbero commettere violenze su anziani e bambini presenti sul treno >>
Assurdo, ancora una volta la polizia, lo stato , il potere si serve di una maschera plasmata sul volto degli anarchici, una maschera non vera, ma consona ai loro piani stroncare ogni piano di coesione tra la popolazione.
Infine li fecero partire ma in gruppi scaglionati, perchè si sa l’unione fa la forza, e finchè il motto dividi et impera sarà valido anche nei giorni nostri, non potremmo festeggiare l’arrivo dell’agoniata libertà.

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