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mercoledì 2 maggio 2012

Al Cie di Bologna un primo maggio di rivolta ed evasioni


Nel giro dell’ultimo mese sono già 4 le rivolte scoppiate nel centro di detenzione per immigrati senza documenti di via Mattei. L’ultima ieri, in un giorno in cui i lavoratori avrebbero da tirare fuori tutta la loro rabbia contro i padroni che li affamano, sono gli immigrati a ribellarsi, gli immigrati ingabbiati del Cie, che non aspettano l’aiuto di nessuno e che ne hanno abbastanza delle visite dei vari politicanti di partito e di sindacato e delle loro dichiarazioni. Non possono più aspettare, passano all’azione, da soli, con i loro corpi a disposizione contro gli idranti e le bastonate della polizia. Sono in cinque questa volta a essere fuggiti, uno è scappato nel pomeriggio, gli altri quattro nella notte quando tutto il centro era in subbuglio. Sono diversi a essere stati feriti durante gli scontri, in due sono stati rispediti a casa, gli altri non sono nemmeno andati in ospedale. La polizia è entrata nelle “stanze” anche questa mattina, picchiando ancora.
Uno degli evasi era stato ripreso da pochi giorni alla Montagnola, riconosciuto da un infame militare in servizio al Cie come uno degli evasi del 22 aprile scorso. Non si è fatto di certo prendere dallo sconforto, il suo coraggio ha vinto ancora contro i vigliacchi in divisa, in barba a inferriate, muri e cancelli. L’augurio per tutti e cinque è di potersela godere al meglio, questa ritrovata libertà.
Le condizioni dalle quali scappano sono le stesse da anni: mangiano da schifo, le celle sono invivibili, con letti in cemento e materassi finti di gommapiuma. I pestaggi si susseguono di notte come di giorno, le cure mancano e l’unica medicina è la “terapia” per farli stare tranquilli. Sedano la loro rabbia per evitare “disordini”, anche se non ce la fanno comunque a contenerla quando al limite della sopportazione, bruciano, distruggono, si difendono dalle bastonate della polizia lanciando oggetti, fuggono.
Molti si fanno male cadendo nella fuga, altri si procurano tagli, ingeriscono pile e lamette. Ma l’ambulanza non passa il cancello il più delle volte, così anche l’ospedale diventa un miraggio.
Lunedì 30 aprile sono in tre a essersi arrampicati sul tetto minacciando di “fare la corda”, due ragazzi tunisini e uno pakistano. Sono saliti su minacciando di impiccarsi sotto l’occhio della telecamera esterna perché è da troppo tempo che sono chiusi là dentro. Dopo qualche ora sono tornati giù illesi.
Una delle donne invece ha cercato inutilmente di fare entrare un suo medico di fiducia perché vittima di violenti attacchi di “follia”, curati dallo psichiatra del Cie con massicce dosi di due diversi psicofarmaci. È dentro ormai da un paio di mesi e il suo stato di salute peggiora di giorno in giorno.
La detenzione nei Cie è già pessima, i reclusi lo dicono in continuazione che il Cie è peggio del carcere. Ma come diventerà dopo l’ultimo appalto triennale per la gestione del centro di Bologna, vinto dal consorzio Oasi di Siracusa per una somma di 28 euro a detenuto? La Misericordia in questi anni ne ha ottenuti circa 70 per detenuto ma non ha offerto certamente un servizio a 5 stelle come affermava Daniele Giovanardi tempo fa. La confraternita si è semplicemente arricchita sulle spalle dei reclusi lasciando loro solo qualche briciola di misera sopravvivenza.
Un nuova gestione da luglio, dei nuovi aguzzini complici dei lager democratici, pronti ad arraffare il possibile sulla pelle dei prigionieri. Ci auguriamo che il fuoco della rivolta che sempre più spesso divampa in via Mattei riesca a mandare in fumo anche i loro sporchi progetti di lucro.
Dei Cie solo macerie
Solidali con i reclusi, i rivoltosi, i fuggitivi

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